(Foto: nel riquadro Mario Lubetkin)
Per i primi giorni del 2025 è prevista l’uscita della terza edizione del volume La Sfida Latinoamericana, edita dall’Università Internazionale per la Pace in collaborazione con la REA (Radiotelevisioni Europee Associate) e curata dal giornalista Rainero Schembri, che da molti segue da vicino questo importante Continente. In previsione di questa nuova edizione abbiamo pensato di riportare nella sezione REA International di reasat.eu una selezione di interviste realizzate nelle due passate edizioni (la seconda edizione è acquistabile su Amazon). Cominciamo con quella effettata con il Vice Direttore Generale Mario Lubetkin, che è entrato nella FAO, (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura con sede principale a Roma) nel 2014. Attualmente Lubetkin ricopre l’incarico di Vicedirettore Generale e Rappresentante per l’America Latina e i Caraibi e supporta il Direttore Generale in diverse questioni strategiche esterne e interne (dal 2019 è Direttore Generale della FAO il cinese Qu Dongyu, rieletto nel 2023).
Uruguayano, giornalista con 40 anni di esperienza nella comunicazione internazionale e nella cooperazione in materia di sviluppo, Lubetkin è stato anche Direttore dell’Ufficio per le comunicazioni aziendali e Direttore di Gabinetto. Come giornalista ha iniziato la sua carriera professionale nel 1979 presso l’Agenzia Inter Press Service (IPS), della quale è stato Direttore dal 2002 al 2014. Durante la sua carriera Lubetkin ha coordinato diversi progetti con i Governi di Finlandia, Italia, Spagna, Uruguay e Brasile, nell’ambito del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP) e del programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP). Nel 2012 è stato nominato membro del Gruppo consultivo delle Nazioni Unite per l’anno internazionale delle Cooperative. Infine, nel 2016 è stato nominato dal Presidente della Repubblica Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica.
Intervista di Rainero Schembri
Come si presenta la situazione sul piano della lotta alla fame nel mondo?
Gli ultimi anni sono stati tra i più difficili della storia a livello mondiale. La pandemia del Covid-19 e le conseguenze economiche e sociali che ne sono derivate, insieme alla guerra in Ucraina e l’impatto che questa ha avuto sui prezzi degli alimenti e dei fertilizzanti, sommati
alla crisi economica globale, hanno dato vita ad una vera e propria tempesta. L’impatto che tutti questi elementi hanno avuto sull’America Latina e sui Caraibi è stato devastante. Così come delineato dal rapporto SOFI 2022, qui nell’ufficio regionale della FAO per l’America Latina e i Caraibi, siamo ben consci del fatto che la sfida per andare avanti è titanica e necessita di azioni senza precedenti.
In tal senso, in relazione al Quadro Strategico della FAO 2022- 2031 e al mandato presentato dai Paesi Membri durante l’ultima Conferenza Regionale (LARC37), la nostra Organizzazione lavora secondo tre priorità regionali: sistemi agroalimentari sostenibili, società rurali prospere e inclusive, agricoltura sostenibile e resiliente.
Come intendete raggiungere i vari obiettivi?
Il ventaglio dei progetti FAO nell’ambito della Regione è molto vasto. In totale, solo nell’anno 2021, giusto per fare un esempio, abbiamo realizzato 438 progetti, con finanziamenti per un totale di 770 milioni di dollari, a cui vanno aggiungi 25 progetti mondiali e interregionali che includono anche delle attività in alcuni Paesi della Regione.
Complessivamente i progetti che hanno ottenuto la maggior parte dei finanziamenti sono quelli ambientali, in particolare quelli che sono nati dall’alleanza tra la nostra Organizzazione e il Fondo Mondiale per l’Ambiente (GEF) e il Fondo Verde del Clima (GCF).
In tema di resilienza climatica, ricordiamo il progetto Corredor Seco RECLIMA in El Salvador, di cui ne hanno beneficiato in un solo anno circa 22 mila famiglie di produttori, permettendo così il rinnovo di circa 8 mila ettari di aree un tempo considerate critiche. Inoltre, il progetto +BOSQUES in Cile vede attualmente lo sviluppo della fase pilota in due regioni, con interventi previsti su 25 mila ettari e con l’obiettivo di ridurre ed eliminare 256 mila tonnellate di CO2 all’anno a partire dal 2030, così come dare un beneficio diretto a 23 mila persone e contribuire all’aumento dell’occupazione nelle zone interessate.
Ci sono anche delle iniziative sul piano ambientale?
In linea con la nostra priorità di promuovere un’agricoltura sostenibile e resiliente, segnalo alcune iniziative, come il progetto Allevamento e Clima in Uruguay, che, a soli 2 anni dal lancio, ha aiutato 60 famiglie di produttori, permettendo di ridurre in media il 60% delle emissioni totali di gas serra, nonché di aumentare la produzione di un 9% e di un 23% le entrate nette. Un’altra delle iniziative importanti è il progetto di Gestione sostenibile della cattura accessoria nella pesca a
strascico in America Latina e i Caraibi, che, attraverso un focus sull’ecosistema, ha analizzato dei casi specifici in Brasile, Suriname Trinidad e Tobago, evidenziando che le pratiche promosse da tale iniziativa hanno permesso di ridurre la cattura accessoria tra 25 – 36%, senza alcuna conseguenza per le specie e allo stesso tempo ha permesso di diminuire l’utilizzo di combustibile delle imbarcazioni tra il 26 e il 36%.
Ci sono dei progetti riguardanti specificamente l’America centrale?
Una delle priorità della FAO nella regione è il sostegno al Corredor Seco Centroamericano, che consiste in una fascia di territorio tra Costa Rica, Nicaragua, Honduras, El Salvador e il Guatemala che è altamente vulnerabile agli eventi climatici estremi e che vede lunghi periodi di siccità seguiti da fenomeni intensi di pioggia che affliggono i mezzi di sussistenza e la sicurezza alimentare delle popolazioni locali.
Ad oggi esistono 26 progetti della FAO per la trasformazione dei mezzi di sussistenza delle popolazioni e per la promozione di un’agricoltura resiliente al clima, con un finanziamento per più di 113 milioni di dollari. La maggior parte degli investimenti del Corredor Seco sono effettuati in regioni scelte secondo la metodologia dell’Iniziativa Mano nella Mano. Tale iniziativa mira a migliorare la concorrenza e la sostenibilità nelle aree rurali prescelte secondo una rigorosa caratterizzazione e priorità territoriale, creando così un effetto dinamico per la riduzione della povertà, con l’obiettivo di mettere in atto politiche e programmi di sviluppo e creare nuove opportunità.
Cosa ci può dire per quanto riguarda il ricorso alle nuove tecnologie?
In tema di digitalizzazione, vorremmo ricordare l’iniziativa Villaggi Digitali in America Latina e i Caraibi, che fa parte delle più ampia iniziativa 1000 Digital Villages. Dal suo lancio, questo programma ha fatto grandi passi in avanti, con esperienze di turismo sostenibile in zone rurali che, ad oggi, sono state portate avanti in 14 Paesi: Belize, Cile, Colombia, Costa Rica, Cuba, Ecuador, Granada, Guatemala, Jamaica, Nicaragua, Perù, Repubblica Domenicana, Saint Kitts e Nevis e Venezuela, coinvolgendo 110 villaggi che ospitano 52 imprese di turismo rurale e 3500 imprenditori.
E in tema di sicurezza alimentare?
La FAO ha inoltre contribuito all’apporto di fattori produttivi per migliorare le politiche relative alla sicurezza alimentare e nutritiva nella regione. Nel documento Panorama Regionale della sicurezza alimentare e nutritiva in America Latina e i Caraibi 2022, vengono rilevati i dati più recenti rispetto a fame, insicurezza alimentare, conseguenze del Covid-19, cambiamento del costo e dell’accessibilità a diete salutari e, infine, raccomandazioni per mitigare le conseguenze della guerra in Ucraina.
Esiste un collegamento diretto con i vari Parlamenti
latinoamericani?
La FAO opera a stretto contatto con il Fronte Parlamentare contro la fame in America Latina e i Caraibi. Ad oggi la rete conta più di 400 legislatori impegnati per il miglioramento dell’alimentazione e dell’agricoltura sostenibile; quest’anno il Fronte Parlamentare è stato presente in più di 21 congressi nazionali e in 5 regionali. Dalla sua creazione ad oggi, ha favorito l’attuazione di più di 50 leggi. Siamo stati in grado di generare diverse azioni per contribuire al miglioramento della sicurezza alimentare e nutritiva, attraverso la formazione, studi, supporto tecnico e raccomandazioni in ambito politico.
Quest’anno abbiamo dato il nostro contributo all’elaborazione e alla stesura di Leggi sull’etichettatura in ben 4 Paesi e sullo spreco alimentare: il Parlamento Latinoamericano e Caraibico (è stato istituito nel 1964 come organo consultivo, con sede a Panama City N.d.R.) ha approvato, infatti, una legge che verrà presentata ai 23 Stati Membri. I Inoltre, è stato formalizzata la Rete delle Città intermedie e sistemi agroalimentari, con più di 50 città di 13 Paesi; favoriamo la gestione dei rischi che comporta la resistenza agli antimicrobici (di concerto con l’Alleanza Tripartita tra CAN, MERCOSUR e CARICOM) e sviluppiamo il Dialogo Regionale della Rete Alimentari Scolastica Sostenibile (RAES) nella regione, partecipando attivamente allo scambio di esperienze tra i Paesi.
Aldilà dei rapporti istituzionali con i Governi, avete anche dei legami con le imprese private e associazioni e cooperative?
Nella FAO siamo ben consapevoli che non possiamo lavorare da soli. Le collaborazioni con il settore privato, la società civile, il mondo della scienza e il settore accademico, per citarne alcuni, ricoprono un ruolo notevolmente importante. L’America Latina e i Caraibi rappresentano una realtà molto variegata e ciò comporta l’avere dei notevoli divari in ognuno dei Paesi che la compongono. Per questa ragione, riteniamo necessario che le soluzioni presentate abbiano un ampio spettro intersettoriale e inter-istituzionale. Tra il 2018 e il 2020 abbiamo effettuato una mappatura dei partner in tutta la Regione, e questo lavoro ci ha permesso di analizzare e valutare le varie associazioni presenti, considerati attori non governativi. L’ultima mappatura ci ha permesso di rilevare 398 alleanze formali e informali.
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