
(Foto: Fernando Biffignandi e il logo del programma radiofonico ‘Il Mondo italiano’ da lui diretto.
Dopo aver partecipato con una riflessione sintetica all’inchiesta REA sull’opportunità che tutti i Governi abbiano un Ministero per gli Italiani nel Mondo, Fernando Biffignandi, direttore del periodico Il Mondo Italiano realizzato a Porto Alegre in Brasile, ha inviato a REA International un approfondimento sulla tematica che volentieri pubblichiamo.
Di Fernando Biffignandi Direttore del Programma Il Mondo Italiano – Porto Alegre, Brasile.
La creazione di un Ministero dedicato esclusivamente ai cittadini italiani all’estero è una questione delicata sopratutto se consideriamo che attualmente si sta cercando di ridurre il numero dei cittadini riconosciuti sul piano legale. Ritengo, pertanto, che una valutazione sia opportuna per fornire una maggiore comprensione della complessa partecipazione dei cittadini italiani all’estero nella difesa dei propri interessi al di fuori del Paese d’origine.
Il dato non è ufficiale, ma si stima che oltre 5 milioni di cittadini italiani vivano fuori dall’Italia. A questo dato va aggiunto una percentuale molto elevata di cittadini con ascendenze italiane e che possono chiedere il riconoscimento della nazionalità: il loro numero è superiore alla popolazione della stessa Italia. Sì, stiamo parlando di un contingente enorme di italiani sparsi per il mondo (da più di un secolo e mezzo) e che legalmente debbono essere rappresentati come cittadini dal proprio Paese.
Per rafforzare questa importanza è necessario evidenziare che la legge concessa da Mirko Tremaglia, noto come ministro degli Italiani nel mondo, consente agli italiani di esercitare il voto diretto all’estero. La Legge Tremaglia attribuisce le competenze finalizzate a promuovere lo sviluppo e la tutela degli interessi degli italiani all’estero. l’ente governativo che dovrebbe prendersi cura dei cittadini italiani all’estero. Qui, secondo me, si concentra il punto di interesse fondamentale per la creazione di un Ministero specifico per gli italiani residenti all’estero. Credo che il ruolo attuale del MAECI (Ministero degli affari economici e della cooperazione internazionale) sia molto ampio in termini di rappresentanza e tutela degli interessi dell’Italia in relazione ai suoi rapporti politici, economici, sociali e culturali internazionali, nonché dei suoi rapporti diretti con altri Stati e organizzazioni iestere, in particolare per quanto riguarda la revisione di trattati e le convenzioni internazionali.
Sarebbe quindi interessante, secondo molti, un Ministero specifico che si occupi solo degli interessi dei cittadini all’estero nel loro rapporto diretto con il governo italiano. Questo sarebbe lo scenario perfetto, ma molti politici e gran parte della società italiana esprime delle contrarietà, come lo ha dimostrato la riduzione del numero dei parlamentari avvenuta qualche anno fa. Una decisione che ha avuto un’influenza diretta sulla partecipazione della comunità italiana all’estero.
Più recentemente, la Legge Menia ha proposto di rivalutare il processo di riconoscimento della cittadinanza, che in pratica ridurrebbe il numero di candidati che possono diventare cittadini italiani. Come ho affermato all’inizio, il tema è piuttosto delicato e merita un forte dibattito specifico per comprendere le ragioni per cui non solo il governo, ma gran parte della società italiana, pone ostacoli nel processo di ottenimento della cittadinanza italiana.
Per un giudizio più equilibrato, vale la pena di guardare anche all’altro lato della Piramide, e a valutare cosa hanno fatto i cittadini italiani all’estero per cambiare questa situazione e per rafforzare i loro diritti nei riguardi dell’Italia.
In che misura, cioè, i cittadini italiani all’estero vogliono davvero occupare un adeguato spazio politico, sociale e culturale in rapporto alle decisioni del Parlamento italiano?
In molti casi gli italiani all’estero sono chiamati a fare un “mea culpa”, dato che sono pochissimi (per disinteresse o scarsa conoscenza) che si preoccupano, ad esempio, ad aggiornare i propri dati all’AIRE (l’Anagrafe degli Italiani all’Estero): un’azione che è, invece, fondamentale nel rapporto con il Paese d’origine.
In altre parole, anche se il governo consente il voto a distanza ai cittadini residenti fuori dall’Italia, sono pochi coloro che decidono di votare. Come mai? Forse la risposta è legata allo scarso interesse. Alcune persone non votano perché non hanno una conoscenza completa dell’argomento in questione. La scusa, poi, di non conoscere la lingua è indicativa, anche se essa non impedisce di informarsi sulle tematiche in discussione. È, inoltre, molto triste sentire da un concittadino che riceve il passaporto italiano ringraziare con un “gracias” (spagnolo) invece che con il classico “grazie”! Vergognoso!
Per questo motivo, molti quando ricevono le buste elettorali non sanno cosa fare e li rendono semplicemente inutili. Li buttano via. Purtroppo alcune buste non arrivano nemmeno ai destinatari a causa della mancata segnalazione del cambio di indirizzo.
La realtà è che molti cittadini all’estero non rispondono nemmeno alle comunicazioni degli organi consolari. Quanti cittadini hanno difficoltà a conoscere la lingua italiana? Quanti cittadini italiani che rivendicano i propri diritti non hanno letto almeno una volta la Costituzione italiana?
Inoltre, l’immagine degli italiani all’estero soffre ancora dell’azione dei falsari. Non mancano, infatti, numerose denunce di brogli e di irregolarità nelle schede elettorali e nello svolgimento delle votazioni. Per tutti questi motivi mi sento di affermare che sarebbe interessante ed anche positivo creare un Ministero esclusivo per gli italiani all’estero, che possa contribuire alla diffusione dei valori sociali, culturali e politici della nostra Italia e, soprattutto, a rafforzare il valore di tutti i cittadini italiani nel mondo. Ma la domanda di fondo rimane: siamo proprio sicuri che gli italiani all’estero sono interessati a questa rappresentanza e disponibili a partecipare attivamente e da protagonisti nella ricerca delle giuste ed equilibrate soluzioni ai vari problemi?
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