
(Foto: nel riquadro la casa dove è cresciuto il Papa a Buenos Aires)
Le origini italiane di Papa Francesco sono servite da spunto per un grande dibattito avviato all’interno del vasto mondo degli italiani all’estero. La materia in discussione riguarda la concessione della cittadinanza italiana che è stata drasticamente limitata da un decreto legge emanato dal Ministro degli esteri Antonio Tajani. Importanti manifestazioni sono avvenute, ad esempio, nella città di San Paolo del Brasile, la più grande città ‘italiana’ fuori dai confini nazionali. Di seguito, riportiamo l’autorevole contributo a questo dibattito pubblicato sul Quindicinale cileno ‘Presenza’ da Nello Gargiulo, rappresentante degli italiani del Cile nel CGIE, il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero. Oltre a ospitare vari interventi dei nostri connazionali, REA International ha realizzato sull’argomento anche un servizio televisivo riportato a fondo pagina.
Di Nello Gargiulo (membro del CGIE)
Parlare del Papa Bergoglio dal contesto del nostro periodico come espressione storica dell’emigrazione italiana, ci porta a quel viaggio intrapreso nel 1928 da Genova dalla famiglia di suo nonno paterno che lascia l’Italia per l’Argentina, Paese in forte crescita e con richiamo di forza lavoro. In quei bauli e in quelle valigie caricate sul piroscafo, albergavano effetti personali e famigliari, come anche qualche attrezzo per iniziare il proprio mestiere; ma in modo meno visibile ci sono anche i sogni e le speranze del presente e del passato, per un futuro migliore.
Incertezze, imprevisti e paure richiedevano, in ogni situazione, di essere equipaggiati e convinti del fatto che il coraggio fosse un’arma da avere sempre a portata di mano. L’ ostilità, il pregiudizio o il fatto stesso di non poter comunicare per la non conoscenza della lingua locale, erano gli avversari più frequenti ed insidiosi da affrontare. La nonna Rosa (classe 1884) che arriva nel 1928, a 44 anni, a Buenos Aires con tre figli tra cui Mario (quello che sarà il padre del futuro pontefice), sembra proprio essere stata esempio di abbondante coraggio e nello stesso tempo di una forte fede cristiana, cresciuta ed alimentata nel Movimento dell’Azione Cattolica del nord Italia. Nonna Rosa formerà il binomio perfetto tra Coraggio e Fede con cui questa famiglia piemontese costruisce la propria presenza in Argentina.
In questo contesto nasce e trascorrere la propria infanzia e adolescenza Jorge Bergoglio, che troverà poi, nella formazione delle Scuole Salesiane, uno spazio ancora più ampio, anche per rispondere alla chiamata al Sacerdozio che si concretizza poi all’Interno della Congregazione di Sant’Ignazio di Loyola. ‘’Onesti cittadini e buoni Cristiani’’, come Lui stesso ha tante volte ricordato, costituirà quel binomio caratteristico di Don Bosco che in Lui ha determinato la forte convinzione che la dimensione umana e quella spirituale viaggiano su due strade parallele per poi convergere nella formazione di persone, dove la concezione del bene comune non può mai prescindere dalla ricerca della verità, la richiesta di praticare la giustizia e non esimersi dall’essere misericordiosi. Un complemento perfetto per recuperare la dissociazione che vive la società dei giorni nostri, giorni tra il pensare e l’azione.
Alla luce di questo contesto è possibile fare una lettura della vasta e complessa figura di Bergoglio sul quale forse mai si è scritto, commentato e commemorato tanto. Un record di articoli, testimonianze, consensi ma anche dissensi continuano a correre su media e sulle reti sociali. Le figure profetiche non sempre sono comprese nel proprio tempo. Lo saranno poi; intanto, nel presente rompono gli immobilismi, scuotono le coscienze, marcano strade e orizzonti. Così è stato per questo Papa che, all’ interno della Curia Romana, come anche in alcuni episcopati del mondo, ha provocato delle resistenze con i suoi interventi e le sue azioni, soprattutto in tema di responsabilità alle donne all’ interno della Chiesa, della finanza vaticana e su come affrontare temi migratori.
È il Profeta che denunzia le emarginazioni, le disuguaglianze, la produzione eccessiva delle armi offensive, sistemi economici che trascurano la centralità della persona ed il bene comune. Tutte parole che assumono il tono di note musicali nei suoi discorsi, commenti, omelie e scritti, ma soprattutto scorrono e si caratterizzano per un linguaggio agile e diretto, soprattutto nelle appassionanti pagine delle Encicliche da lui promulgate. L’eredità di Bergoglio pensiamo che abbia qualcosa da dire anche alla tradizione dell’emigrazione italiana. Lui stesso lo sancisce, quando ha voluto che la sua tomba, sia semplicemente ricoperta della pietra di Ardesia della Liguria, come per riaffermare il legame con la sua origine italiana – da parte materna – che si combina poi, con quella paterna in terra argentina.
Cosa ci potrebbe suggerire quest’ ultima sorpresa di Bergoglio se volessimo tradurla in termini di appartenenza e di cittadinanza italiana, nel contesto attuale del dibattito parlamentare sul decreto del governo che considera limitare a due generazioni la trasmissione e per giunta con genitori o nonni nati in Italia?
Lui, cittadino argentino perché nato in quella terra, è stato anche un cittadino italiano per la legge italiana e consapevole delle sue origini ha trasmesso, nella sua lunga esistenza, anche questa condizione di doppia appartenenza. Bergoglio in questo non si è sdoppiato o contraddetto. Probabilmente sarà stato anche questo suo essere italiano che gli ha permesso di venire a capo di contraddizioni in cui, per il suo stile molto diretto, in più di una occasione si è dovuto misurare. In genere ne è venuto fuori.
In memoria di Bergoglio e della sua tradizione di famiglia Italo Argentina il parlamento italiano nelle prossime settimane potrebbe assumere anche l’impegno di trovare una convergenza per aumentare di qualche generazione l’intervallo utile alla trasmissione della cittadinanza. Diversamente si corre il rischio di perdere legami e storie che mantengono unite anche oltre il tempo e lo spazio, l’identità storico-culturale del nostro paese soprattutto nel continente latino-Americano.
Oggi nel mondo ci sono tante culture che si studiano nei libri di storia e, con il tempo, la stessa nostra storia rinascimentale e nazionale potrebbero essere ulteriormente ridotte. Anche per questo, avere nel mondo cittadini italiani più consapevoli e coscienti delle proprie radici, potrebbe essere un modo per mantenere non solo, più vivo il tricolore ma più presente l’italianità e i legami che potrebbero fare più forte il nostro Paese e l’Europa stessa, nel confronto internazionale.
Video di REA International dedicato alla discendenza italiana de Papa e alla legge sulla cittadinanza
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