
(Foto: Marco Angelini e una delle sue opere)
Riceviamo e volentieri pubblichiamo il commento della nota promotrice culturale Luisa Mariani riguardante la mostra al Palazzo Valentini di Roma di Marco Angelini. L’artista nato a Roma nel 1971, vive e lavora tra la Capitale e Varsavia. Ha conseguito una laurea in Sociologia e un master in Psicologia del Lavoro. É interessato ai fenomeni urbani, alle culture e (soprattutto) sub-culture che si creano nelle metropoli del mondo. La sua ricerca espressiva è dominata dalla materia. Ma lasciamo la parola alla Mariani.
Di Luisa Mariani
La cinquecentesca dimora Valentini, più volte modificata fino al XIXsecolo, come noto è sede sotterranea dei resti di un enorme Tempio dedicato ai divi Traiano e Plotina dal figlio Adriano e di due grandi Domus Romane risalenti all’età imperiale. Il luogo, meta ambita dei turisti di tutto il mondo, in questo mese di febbraio si arricchisce nella sala della Pace della mostra personale di Marco Angelini SOSTENIBILITÀ E FUTURO CIRCOLARE a cura di Maria Laura Perilli. Fino al 28 febbraio, lo storico palazzo Valentini ospiterà la sua arte, celebrata anche, insieme a quella di William Kentridge, nel cortometraggio “Maree della Memoria” Gold Award dell’INYFF 2020 (international New York film festival).
Marco Angelini, questo visual artist romano di nascita, è presente sulla scena internazionale dell’arte contemporanea da oltre vent’anni. . La sua opera si trova anche nell’antico Palazzo romano Sciarra Colonna, nell’ala dedicata alla raccolta contemporanea in compagnia di Schifano, Kokocinsky, Mitoraj, Fontana, Tadini, Balla, Paladino e altri. Con le preziose curatele di Raffaella Salato, Giusy Emiliano, Raffaele Gavarro, Jan Kozaczuk (attore, esperto nella comunicazione per ipovedenti) e molti altri specialisti del settore, ha realizzato varie mostre personali a Roma, Milano, Varsavia, Cracovia, Londra, Bratislava, Marsiglia, Algeri, Santiago del Cile, Baku. Inoltre, ha partecipato a collettive presso spazi pubblici e gallerie private a New York, Washington DC, Tel Aviv, Abu Dhabi, Varsavia, Zamość, Monaco di Baviera, Essen, Londra, Bruxelles, Roma, Lucca.
Da ricordare il suo intervento del 2011 alla 54° Biennale di Venezia; nel 2015 nel prestigioso Museo Carlo Bilotti di Roma; il 2016 a Stettino, al festival di arte contemporanea 11. MFSW inSPIRACJE / Oksydan; il 2017 al Museion di Bolzano; il 2018 nel Museo Laboratorio di Arte Contemporanea dell’Università La Sapienza…
In conclusione, possiamo affermare che natura e tecnologia, tempo e memoria, dialogo interreligioso e dimensioni del sacro, identità, interculturalità e inclusione sociale, arte e scienza, energia e sostenibilità, sono le tematiche che animano le opere di Angelini, artista-sociologo che s’interroga sul significato dell’esistenza umana generando comunicazione. E in questa mostra, in modo particolare, il suo linguaggio, un astrattismo geometrico e biomorfico fatto di linee e colori, sprigiona un flusso energetico, “suggellato, anche, dall’inserimento su tela di lampadine, circuiti e strumenti di conduzione”; come sottolinea Maria Laura Perilli.
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