Ci vuole un ministero per gli italiani nel Mondo? Le opinioni di Antonello Caponera e Luigi Maccotta

(Foto: nei riquadri Antonello Caponera (in alto) e Luigi Maccotta)

Con un video su Youtube intitolato ‘Occorre un ministero dedicato agli italiani nel Mondo” (vedere in fondo alla pagina) REA International (Dipartimento estero della REA – Radiotelevisioni Europee Associate) ha avviato un vasto dibattito su come valorizzare la grande presenza degli italiani all’estero. Lo scopo principale è quello di rafforzare, nell’ambito della nuova geopolitica, il ruolo dell’Italia dal punto di vista politico, economico, culturale e sociale. A questo dibattito sono invitati a intervenire esperti italiani (residenti in Italia e all’estero), operatori stranieri che partecipano attivamente alle relazioni tra i loro Paesi e l’Italia, nonché i lettori interessati a questo argomento.  I contributi più incisivi verranno riportati sui canali informativi di REA international (https://www.reasat.eu/category/rea-international/ ) che su vari social (in particolare YouTube).

Di seguito riportiamo il testo introduttivo della ricerca e i primi contributi arrivati in redazione. Man mano che arriveranno nuove riflessioni sarà nostra cura riportarli all’attenzione dei lettori.

Testo introduttivo della ricerca

Occorre un Ministero per gli italiani nel mondo

Di Rainero Schembri

Giornalista  

Vedere il video: https://www.youtube.com/watch?v=vHw3N6l62fk

Per valorizzare l’altra Italia, fatta da 60 milioni di italiani e oriundi italiani residenti all’estero, occorre assolutamente avere un Ministero per gli italiani nel mondo, così come è stato dal 2001 al 2006. All’epoca, grazie al ministro Mirko Tremaglia, una riforma costituzionale consentì di eleggere all’estero 12 deputati e 6 Senatori, poi ridotti a 8 e 4.  Purtroppo, oggi in Parlamento molti cercano di ridurre il valore di questa conquista, svuotando, ad esempio, il ruolo dei Comitati all’estero, nonché del CGIE, il Consiglio Generale degli Italiani all’estero. Ecco perché ci vuole un Ministero che tuteli specificamente una parte integrante della Nazione italiana che, se adeguatamente sostenuta, potrebbe rafforzare notevolmente il ruolo politico ed economico dell’Italia nella nuova geopolitica mondiale.

——————————————————————————–

La rappresentanza degli italiani all’estero va assolutamente rafforzata

Di Antonello Caponera                                                                                                             

Presidente Comites – Colombia

Sono circa 60 milioni gli emigrati di recente e vecchia generazione, i cossiddetti oriundi. Di questi oltre 6 milioni sono iscritti all’A.I.R.E. (Anagrafe degli Italiani residenti estero). Essi rappresentano una risorsa, un problema o semplicemente il nostro sistema politico li guarda con indifferenza? I Com.It.Es. (i Comitati degli italiani all’estero) primo nucleo in ogni luogo del mondo dove esiste un numero congruo di italiani sono un parlamentino che difende, tutela, promuove e valorizza gli interessi dei nostri connazionali. Ora questi Comites e chi ne fa parte vengono eletti ogni cinque anni e svolgono la loro attività in modalità del tutto gratuita. Per votare, gli iscritti A.I.R.E. devono fare espressa richiesta scritta all’autorità consolare. Risultato: vota una percentuale irrisoria. Lo stesso discorso vale per il C.G.I.E (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero), che presenta identiche modalità di votazione. La soluzione sarebbe quella di ripristinare il Ministero degli italiani nel mondo. Speriamo che la politica non sia sorda a questa esigenza divenuta oramai imprescindibile.

——————————————————————————–

Manca una visione nazionale globale e strategica

Di Luigi Maccotta                                                                              

Ambasciatore

Indubbiamente le comunità di italici all’estero sono una componente importante dell’italianità nel mondo. Presenti come sono in Paesi con i quali i rapporti sono in genere strettissimi ( USA, Brasile, Argentina, Canada ma anche in Africa ed Australia) . Sono comunità di grande e riconosciuta qualità con esponenti che si sono affermati nel campo imprenditoriale, culturale, scientifico e politico. Manca però una visione nazionale che le mobiliti attorno ad un progetto strategico che unisca a favore della patria di origine. Potrebbe essere per es. quello di uno sforzo collettivo per investire in Italia, al limite aiutare a ridurre l’ingente debito pubblico.  L’approccio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale in materia dovrebbe pertanto radicalmente cambiare: non solo assistenza e mantenimento di legami più formali e al limite di comodo ( passaporti) ma vere e proprie leve, dei partner per curare gli interessi nazionali  in senso lato.


Video base del dibattito: Occorre un ministero dedicato agli italiani nel Mondo