
(Foto: l’attore Fabrizio Gifuni sullo sfondo del Teatro Vascello).
A quasi vent’anni dal debutto di ‘Na specie de cadavere lunghissimo’ (2004), dal 9 al 13 aprile nell’ambito del Progetto i ‘Fantasmi della nostra storia’ andranno in scena due lavori ideati da Fabrizio Gifuni: ‘Il Male dei Ricci’ (9-10 aprile) e ‘Con il vostro irridente Silenzio’ (11-13 Aprile). Mercoledì e venerdì lo spettacolo inizia alle h 21, sabato alle h .19 e domenica alle h. 17).
Il male dei Ricci. Fabrizio Gifuni ritorna alle pagine di Pasolini con una nuova drammaturgia originale. La rilettura di Ragazzi di vita romanzo d’esordio dello scrittore interpolata e storicizzata con altri scritti pasoliniani (poesie, lettere, editoriali, interviste) dà vita a un racconto molto personale che l’attore autore trasferisce in teatro, dialogando ogni sera con i rappresentanti della città, i cosiddetti spettatori, in un gioco di inedite prospettive e vertiginosi sdoppiamenti. L’attore si fa carico di portarci dentro le giornate di questi giovani ragazzi, ci restituisce la loro generosità e i loro egoismi, il comico, il tragico, il grottesco, la violenza di questo sciame umano che dai palazzoni delle periferie si muove verso il centro, in un percorso che è anche un rito di passaggio dall’infanzia alla prima giovinezza. Ma il corpo/voce di Gifuni ci costringe al contempo a misurarci con un fantasma poetico, una voce inquieta che continua a reclamare un ascolto. Ancora oggi in direzione ostinata e contraria.
Con il vostro irridente silenzio. Studio sulle lettere dalla prigionia e sul memoriale di Aldo Moro ideazione e drammaturgia. Aldo Moro durante la prigionia parla, ricorda, scrive, risponde, interroga, confessa, accusa,si congeda. Moltiplica le parole su carta: scrive lettere, si rivolge ai familiari, agli amici, aicolleghi di partito, ai rappresentanti delle istituzioni; annota brevi disposizioni testamentarie.E insieme compone un lungo testo politico, storico, personale – il cosiddetto memoriale -partendo dalle domande poste dai suoi carcerieri. Le lettere e il memoriale sono le ultime parole di Moro, l’insieme delle carte scritte nei 55 giorni della sua prigionia: quelle ritrovate o, meglio, quelle fino a noi pervenute. Un fiume di parole inarrestabile che si cercò subito di arginare, silenziare, mistificare, irridere. Moro non è Moro, veniva detto.
La stampa, in modo pressoché unanime, martellò l’opinione pubblica sconfessando le sue parole, mentre Moro urlava dal carcere il proprio sdegno per quest’ulteriore crudele tortura. A distanza di quarant’anni il destino di queste carte non è molto cambiato. Poche persone le hanno davvero lette, molti hanno scelto di dimenticarle. I corpi a cui non riusciamo a dare degna sepoltura tornano però periodicamente a far sentire la propria voce. Le lettere e il memoriale sono oggi due presenze fantasmatiche, il corpo di Moro è lo spettro che ancora occupa il palcoscenico della nostra storia di ombre. Dopo aver lavorato sui testi pubblici e privati di Carlo Emilio Gadda e Pier Paolo Pasolini, indue spettacoli struggenti e feroci, riannodando una lacerante antibiografia della nazione, Fabrizio Gifuni attraverso un doloroso e ostinato lavoro di drammaturgia si confronta con lo scritto più scabro e nudo della storia d’Italia.
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Teatro Vascello Via Giacinto Carini 78
Ufficio Stampa: Cristina Daquanno
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