Durissime critiche al Consolato Onorario di Fortaleza (Brasile) a firma di Fabio Gentile e Talita Fermanian.

(Foto: sullo sfondo di Fortaleza da sinistra Fabio Gentile, Fabio Porta  e Talita Fermanian)

Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera di protesta firmata da Fabio Gentile  (Professore di Scienze Politiche dell’ Università Federale del Ceará nel Nord del Brasile) e da Talita Fermanian, Presidentessa della Camera di commercio italiana del Nord-Est del Brasile. Si trata di un documento condiviso da molti italiani residenti in questa grande città brasiliana e che si lamentano dei disservizi del Consolato onorario italiano. Della questione si sta occupando anche il parlamentare Fabio Porta eletto nella circoscrizione Sud America. Oltre al ‘caso Fortaleza’, Porta sta seguendo da vicino anche i disservizi che stanno avvenendo in un’altra grande città brasiliana: Salvador di Bahia. “E mentre tutto ciò avviene”, ha dichiarato Porta, “apprendiamo che il Console onorario d’Italia a Fortaleza riceve il titolo di “Cavaliere dell’ordine della solidarietà”; un’onorificenza che sarebbe forse stato opportuno sospendere in segno di rispetto ai tanti connazionali che in questi mesi hanno continuato a rivendicare un servizio migliore da parte dello stesso consolato. Su tali situazioni chiederò al governo chiarimenti e se necessario, interventi urgenti e adeguati” 

Da parte nostra possiamo dire che sul piano generale è notorio che i Consoli onorari lavorano gratuitamente e non dispongono di adeguati sostegni da parte del Ministero degli Affari Esteri. Però questa non può essere una scusa per lavorare praticamente una sola giornata alla settimana, come denunciato dalla lettera che segue. Se si è impossibilitati di operare (anche per ragioni giuste) è sempre preferibile dimettersi, piuttosto che non soddisfare le legittime aspettative degli italiani all’estero. Questo vale ovviamente non solo per la rete diplomatica ma per tutti gli organi rappresentativi degli italiani all’estero (politici, Comites, CGIE, ecc.). Potersi fregiare del titolo di rappresentante degli italiani all’estero dovrebbe, comunque, essere avvertito come un onore anche se svolto in maniera gratuita.   

Di Fabio Gentile, Professore di Scienze Politiche Università Federale del Ceará

Talita Fermanian, Presidentessa Camera di Commercio italiana del Nord-Est del Brasile

Nel panorama degli italiani all´estero, quelli residenti nello stato del Ceará (Nord-Est del Brasile) sono senza dubbio una delle più interessanti e vivaci realtà. Una comunità composta da alcune migliaia, tra cui si distinguono imprenditori del settore della gastronomia, dei servizi, del settore edilizio, professori universitari, professionisti di differenti campi, che operano sul territorio da anni, e sono ben integrati con il tessuto sociale locale.

Una risorsa, dunque. Basti pensare che nel 2024, in occasione dei 150 anni dell´emigrazione italiana in Brasile, alcuni di loro sono stati omaggiati dall`Assemblea Legislativa del Ceará, in considerazione del loro importante contributo allo sviluppo del Ceará e del Nord-Est del Brasile. Per non parlare poi del recente evento “La prima settimana della cultura italiana”, organizzato dalla Casa della Cultura Italiana dell´Università Federale del Ceará, che ha registrato un notevole interesse e un grande successo di pubblico.    

E tuttavia, per lo Stato e il governo italiano sembra prevalere la vecchia logica che chi vive fuori è da considerare piuttosto un impaccio che una risorsa su cui investire.  

Un riflesso di tale fenomeno è il malcontento e l´insoddisfazione della comunità italiana di Fortaleza nei riguardi del Consolato Onorario. Infatti, ha suscitato indignazione tra la collettività italiana del Ceará, la comunicazione della nuova, l´ennesima, chiusura del Consolato Onorario d’Italia in Fortaleza, anche stavolta per imprecisati impegni personali del Console onorario. A tal riguardo, si legge nel sito on line del competente Consolato di Recife che “gli uffici di Fortaleza rimarranno chiusi dal 13 al 19 marzo” e, “dal 21 aprile al 16 maggio”. E così, ancora una volta, l’unica, seppur piccola, struttura consolare italiana presente in un così vasto territorio non presterà la sua assistenza ad una collettività di alcune migliaia di persone.

È importante, ancorché molto grave, rilevare che per tale periodo di nuova chiusura risulta che fossero stati già prenotati appuntamenti per il rilascio di passaporti, ottenuti in anticipo e con non poca difficoltà, da chi deve rientrare con urgenza in Italia, e ora si vede la pratica impantanata nelle sabbie mobili della burocrazia senza alcun rispetto e senza alcuna considerazione.

Da aggiungere che gli Uffici del Consolato Onorario di Fortaleza sono aperti 1 solo pomeriggio a settimana (4 al mese) e per sole 3 ore. È la “disponibilità” offerta dal Console Onorario, ritenuto da tanti italiani residenti nel Ceará inefficiente, dedito esclusivamente ai propri interessi personali, quasi mai presente agli eventi organizzati dalla comunità italiana. Oltretutto, nel corso dell’anno passato la collettività italiana si è vista costretta a rinunciare anche a quell’unico appuntamento settimanale, per la chiusura degli Uffici – il motivo allegato è sempre l´ “assenza” del Console – per ben 5 mesi. Situazione insostenibile ed inaccettabile per un Ufficio della Repubblica Italiana.

Per tali motivi, circa duecento italiani residenti nel Ceará hanno di recente inoltrato una richiesta alla Farnesina, alle Autorità diplomatiche (Ambasciata e Consolato) e agli Organi di tutela della collettività (Comites, CGIE), chiedendo l’immediata rimozione del Console Onorario e la sua sostituzione con persona più disponibile e più consona.

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