(Foto: sullo sfondo di Porto Alegre il Console Valerio Caruso)
Nato nel 1989 a Modena da madre napoletana e padre siciliano, Valerio Caruso è sicuramente uno dei Consoli più giovani della rete diplomatica italiana. A lui è capitato di dover affrontare uno dei momenti più difficili rappresentato dal dramma delle alluvioni che hanno colpito lo Stato del Rio Grande do Sul. Un compito che Caruso, insieme a tutto il personale del Consolato italiano, ha saputo gestire (a sentire diversi rappresentanti della comunità italiana del capoluogo Porto Alegre) con grande professionalità e umanità.
Laureato in giurisprudenza con studi e master in diplomazia a Firenze e presso l’Università Sorbona di Parigi, il Trinity College di Dublino e la Società Italiana per le Organizzazioni Internazionali (S.I.O.I.) di Roma, Caruso è entrato in diplomazia nel 2018. Dopo aver lavorato nell’ambito della Direzione Generale Risorse Umane e l’Innovazione con la viceministro per gli affari esteri Emanuela del Re, nell’Agosto del 2022 Caruso è diventato Console Generale in Brasile a Porto Alegre.
E’ vero che anche la sede del Consolato italiano di Porto Alegre è stato duramente colpito dalle alluvioni?
Proprio così, anche il Consolato italiano è stato duramente colpito dalle inondazioni come gran parte dello Stato del Rio Grande do Sul, incluso il capoluogo Porto Alegre. A un certo punto, più precisamente il 4 maggio, siamo stati costretti a chiudere per diverse settimane il Consolato: purtroppo non eravamo più in grado di agire in condizioni accettabili, anche se siamo rimasti sempre operativi. Problemi analoghi hanno avuto anche altre strutture come l’Ospedale e diversi centri pubblici, rendendo gradualmente sempre più difficile l’assistenza alla popolazione.
Specificamente come ha vissuto questa tragedia la Comunità italiana del RGS?
Innanzitutto, mi consenta di rimarcare che il Rio Grande do Sul, in termini relativi, è forse la Regione che all’estero ospita la più grande comunità italiana del mondo. Ripeto, parlo in termini relativi, perché sappiamo che in termini assoluti ci sono più italiani nello Stato e nella città brasiliana di San Paolo. Tornando a noi, qui vivono 120mila italiani riconosciuti. Ci sono invece ben 4 milioni, su un totale di 11 milioni di abitanti del RGS, che sono di origine italiana. Ebbene, molti di essi sono state vittime di questa pesante tragedia. Alcuni hanno perso tutto, inclusa la casa. I danni materiali e, diciamolo, anche spirituali, sono stati ingenti. L’unica cosa che mi consola è che da parte nostra abbiamo veramente fatto il possibile per aiutare i nostri connazionali.
In concreto che tipo di assistenza siete stati in grado di fornire?
Oltre all’assistenza personalizzata, abbiamo collaborato attivamente con le autorità locali, cercando di trovare un prima sistemazione provvisoria, di agevolare i trasporti e di consentire in molti casi il ritorno in Italia. Un’assistenza che possiamo definire a largo raggio e che oltre a Porto Alegre si è estesa anche a diverse altre città con una forte presenza italiana. Penso ad esempio, a Bento Gonçalves, a Nuovo Amburgo e altre località. Purtroppo, le difficoltà con le quali ci siamo dovuti scontrare erano enormi. Basti ricordare che per cinque mesi l’aeroporto di Porto Alegre è rimasto chiuso.
Inoltre, abbiamo seguito e indirizzato i consistenti aiuti arrivati dal Governo italiano, da realtà territoriali come il Veneto e da organizzazioni come l’Associazione di amicizia tra l’Italia e il Brasile. La consegna di questi aiuti ha rappresentato per tutti dei momenti toccanti che hanno registrato anche ampi consensi da parte brasiliana, come ha potuto verificare anche il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso della sua visita nel Rio Grande do Sul. Grazie alla sensibilità dimostrata dalla Farnesina e dal Ministro degli Esteri Antonio Tajani, è stato per noi possibile alleviare almeno in parte le grandi sofferenze patite dai tanti italiani e italo-brasiliani. Ritengo che questa generale condivisione possa solo incidere positivamente sui già eccellenti rapporti tra i due Paesi fratelli.
Quali sono i progetti futuri del Consolato?
Il mio mandato scade fra un anno e mezzo. Per quella data spero di riuscire a modernizzare completamente il Consolato, non solo attraverso una nuova sede ma anche per quanto riguarda la gestione dei servizi consolari. Del resto, le aspettative da parte della Comunità italiana sono tante: quello che personalmente posso assicurare è che stiamo cercando in tutti i modi di far compiere un ulteriore notevole salto di qualità alla nostra rappresentanza consolare. Un impegno ampiamente richiesto e meritato dalla nostra comunità che, ci tengo a precisare, è generalmente molto ben voluta e apprezzata in Brasile.
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