Comunicato stampa
La REA è stata ricevuta dalla IX Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera dei Deputati nell’ambito del ciclo delle audizioni relative all’indagine conoscitiva sul sistema dei servizi di media audiovisivi e radiofonico. Il Presidente, Antonio Diomede, ha illustrato il documento sullo stato di crisi del settore radiotelevisivo locale con le possibili soluzioni in risposta alle negative prese di posizioni del Governo e del Ministero dello Sviluppo Economico relativamente alla pianificazione delle frequenze tv e alla pianificazione della numerazione dei programmi sul telecomando. In particolare la REA ha sollecitato i parlamentari ad intervenire sul Governo affinché si decida ad aprire un Tavolo di confronto per un dialogo di merito sulla questione della dismissione delle 76 frequenze che interferiscono i Paesi confinanti della dorsale adriatica e della Sicilia per evitare diatribe giudiziarie che possono arrivare fino a Strasburgo. I danni che subiranno le aziende locali sottoposte a chiusura forzata entro fine anno sono dell’ordine di 2.200 milioni di euro, mentre il Governo prevede un fondo di appena 51 milioni per la rottamazione. Rimediare si può, si legge nel documento, purché, l’Amministrazione del MiSE sia disponibile a rispettare la legge spesse volte calpestata. Si tratta di mettere in atto le cinque mosse che la legge prevede per ristabilire ordine e armonia nel comparto televisivo: 1) assegnare alle locali almeno 1/3 della capacità trasmissiva coordinata da utilizzare primariamente nelle aree di confine; 2) utilizzare le frequenze non coordinate nelle aree orograficamente protette; 3) ripianificare con gli anzidetti criteri; 4) assicurare il diritto d’uso di un programma a tutte le emittenti ex analogiche con reti gestite da consorzi o da intese; 5) assicurare alle emittenti ex analogiche storiche un LCN di seguito alle nazionali ex analogiche storiche (dall’8 in poi senza soluzione di continuità). Il documento mette in evidenza come “con un programma ragionato di attuazione del digitale avremmo potuto evitare la fase del passaggio dal DVB-T per transitare direttamente sul DVB-T2 facendo risparmiare alle famiglie, alle imprese televisive e allo Stato 10 miliardi di euro. Cioè una ingente massa di danaro che è andata all’estero in quanto in Italia non c’è una sola azienda che produce semiconduttori, televisori con decoder integrati e decoder interattivi. In sostanza abbiamo finanziato le aziende giapponesi, asiatiche, tedesche e olandesi”. E la radio? “ la radio non è la parente povera della televisione. La Radio è il mezzo informativo più diffuso in Italia e nel mondo” Tuttavia il Governo ha sottratto importanti frequenze già assegnate per il digitale radiofonico mentre il canale 13 VHF, nonostante le promesse, rimane inutilizzato. La FM è inascoltabile. E’ urgente mettere mano alla pianificazione isofrequenziale per risparmiare almeno 1200 impianti ridondanti in modo da dare respiro alle locali per il recupero degli ascolti e della pubblicità.
San Cesareo, 03 12 2014
REA – Radiotelevisioni Europee Associate
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