
(Foto: sullo sfondo di Catanzaro la ex Senatrice Bianca Laura Granato)
Di Rainero Schembri
Nell’ambito dell’inchiesta ‘Italia e italiani nel mondo’ abbiamo sentito Bianca Laura Granato, originaria di Catanzaro e docente di lettere di scuola secondaria superiore. In precedenza è stata anche Senatrice nel corso della XVIII legislatura all’interno del gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle dal quale è fuoriuscita quando il suo partito sostenne la nomina di Draghi a Presidente del Consiglio.
Professoressa, per cominciare ci racconti, in estrema sintesi, la storia dell’emigrazione della calabrese?
La prima ondata migratoria, anche se non eccessivamente significativa è avvenuta in conseguenza della crisi del mezzogiorno d’Italia provocata dall’annessione di quest’ultimo al regno di Piemonte e di Sardegna. Si è trattato di una migrazione forzata, dovuta alle deportazioni della manodopera agricola verso le miniere del nord Italia, al trasferimento delle attività industriali nel nord, come nel caso delle cosiddette “Ferriere” di Mongiana (VV), che sono state trasferite a Terni, in Umbria. A questa ondata migratoria verso il nord Italia è poi seguita quella più consistente verso l’estero, in direzione Francia, Germania, Svizzera e anche Stati Uniti, Canada e Argentina, verificatasi soprattutto nel secondo dopoguerra. La migrazione dalla Calabria è tuttora molto consistente, a causa delle scarse opportunità che la politica ha deciso di offrire ai giovani calabresi. O ci si accontenta di un lavoro precario, in condizioni di disagio e mal retribuito o si emigra. Una importante spinta alla migrazione anche in direzione Regno Unito dagli anni 80 del XX secolo ad oggi l’ha data certamente il programma Erasmus dell’UE. Oggi molte coppie di anziani hanno figli e nipoti residenti all’estero, li vedono una volta all’anno in estate, quando la Calabria recupera i cervelli fuggiti, solo per il mese di agosto.
Molti emigrati all’estero del secondo dopoguerra mantengono un ottimo rapporto con la terra d’origine e continuano a parlare il dialetto del luogo di cui sono originari, mantengono usi, costumi, tradizioni, ricette, persino sementi di piante antiche originarie dei loro paesi e ne vanno molto orgogliosi. Ho conosciuto una signora emigrata a Boston negli anni 60, che ha scritto un libro di ricette del suo paese, Montepaone superiore (CZ). L’ho aiutata una ventina d’anni fa a tradurlo in italiano, dato che lei conosceva e parlava un idioma prevalentemente dialettale. Un’esperienza molto intensa: ne è nata una bella amicizia.
Ci può segnalare alcuni dei maggiori contributi dati all’estero da illustri calabresi?
Di contributi calabresi all’estero possiamo citarne diversi in più ambiti, da quello enogastronomico a quello scientifico a quello artistico. Gianni Versace, per esempio, è stato un calabrese noto in tutto il mondo nel campo della moda e del lusso. Oggi la sua azienda è condotta dalla sorella Donatella. Poi abbiamo l’imprenditore Amarelli che produce liquirizia con varie ricette di artigianato industriale. Solo per fare alcuni esempi. Naturalmente abbiamo la ‘Nduja di Spilinga’, un insaccato spalmabile molto piccante, la ‘neonata’ di pesce, una salsa a base di peperoncino piccante e bianchino (pesce appena nato), probabilmente una variante del ‘garum’ di cui andavano ghiotti gli antichi romani. Per quanto attiene ai vini, quello più quotato è il ‘Cirò’ della zona del crotonese. Poi abbiamo il ‘bergamotto’ e il ‘gelsomino’ che vengono utilizzati per essenze per profumi, l’olio extravergine di oliva locale, molto quotato.
Nel campo della scienza e della medicina possiamo menzionare Renato Dulbecco, premio Nobel nel 1975, per le sue scoperte sul genoma umano e le interrelazioni tra quest’ultimo e i tumori di origine virale, che era nato a Catanzaro da madre calabrese di Tropea. Per fare un altro esempio, un medico calabrese di Catanzaro, Luigi Camporota, ha curato Boris Johnson quando prese il Covid nel 2020 a Londra. La principessa Kate Middleton è stata curata da un oncologo originario di Catanzaro, deceduto a febbraio scorso, Giovanni Scambia. Entrambi i medici hanno frequentato le scuole superiori a Catanzaro. Originario di Tropea era anche l’attore Raf Vallone. Raoul Bova oggi è un attore di fama internazionale ed è originario di Roccella Ionica (RC). Anche la cantante Dalida era di origini calabresi, Serrastretta (CZ).
Come giudica il sostegno della Regione Calabria alle comunità calabresi all’estero?
La Regione Calabria solo nel 2018 ha legiferato per sostenere e promuovere la cultura calabrese nel mondo, ha creato una consulta per mantenere i contatti con le comunità calabresi presenti in vari paesi. Vengono erogati finanziamenti ad associazioni presenti all’estero. Tra le azioni di promozione delle eccellenze calabresi recentemente c’è stata quella di organizzare itinerari gastronomici e identitari per emigrati nostalgici dei sapori della loro terra. Una buona idea che potrebbe contribuire a ripristinare e valorizzare le tradizioni, l’artigianato, i prodotti caserecci a km zero, tutta la filiera del baco da seta e dei filati vegetali (ginestra, agave, lino, canapa, ecc.), la tessitura di damaschi e via discorrendo.
Cosa pensa dell’idea che sta maturando di ricostituzione di un Ministero per gli Italiani nel Mondo?
Sarebbe molto importante che venisse mantenuto ed incentivato il legame tra gli emigrati e la patria d’origine. L’idea di un ministero è buona, purché si investa adeguatamente. Ottima cosa sarebbe che il governo si interessasse di restituire gli italiani all’Italia, i figli agli anziani genitori rimasti soli, senza poter godere della soddisfazione di invecchiare accanto alle nuove generazioni che hanno contribuito ad educare e istruire. Abbiamo esportato cultura, competenza, creatività, tradizioni e svuotato il nostro Paese, sarebbe un obiettivo meritevole oggi invertire questa tendenza.
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