(Foto: nel riquadro Antonio Iachini)
E’ notoria la grave crisi politica che sta attraversando il Venezuela, sia sul piano nazionale che internazionale. La rielezione di Nicolas Maduro a Presidente della Repubblica non viene riconosciuta dall’opposizione e da molti Paesi e organismi internazionali, convinti che ci siano stati gravi imbrogli elettorali. Di questa situazione di instabilità ne soffre l’intera popolazione venezuelana, tra cui la grande Comunità di italo venezuelani. Ed è proprio di questo che parliamo con Antionio Iachini, nato nella Capitale Caracas, originario dell’Abruzzo, laureato in Ingegneria Civile e dal 2023 Vicepresidente dell’VIII Commissione (Digitalizzazione, Innovazione, Ricerca, Studi, Università) del CGIE, il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero.
In che modo, Presidente, la crisi politica in Venezuela ha inciso sulla Comunità italiana?
Premettendo che in linea generale stiamo vivendo una crisi politico-sociale ed economica a livello globale, aggravata recentemente dalla pandemia Covid 19 e dalle attuali guerre, indubbiamente la Comunità italiana, come il resto della popolazione venezuelana, è stata direttamente colpita dalla crisi. L’instabilità politica ha avuto conseguenze dirette sull’economia, generando un deterioramento delle condizioni di vita. Dagli uomini d’affari alle famiglie in situazioni di vulnerabilità, tutti hanno e stanno affrontando difficoltà.
L’impatto economico ha colpito sia coloro che dipendono dalle proprie attività sia coloro che ricevono pensioni o rimesse, a causa delle fluttuazioni valutarie e delle limitazioni del sistema bancario. Inoltre, l’incertezza sugli esiti del prossimo futuro politico ha generato preoccupazione tra i membri della Comunità italiana che, in molti casi, non dispongono di reti di supporto sufficienti per affrontare la situazione attuale.
E’ vero che anche parlamentari di origine italiana sono stati colpiti?
I parlamentari di origine italiana, come il resto dei deputati dell’Assemblea Nazionale, proseguono sulle loro posizioni fino alle elezioni legislative previste per dicembre 2025. Mentre la crisi politica ha colpito l’intera struttura istituzionale del Paese, i parlamentari continuano a svolgere le loro funzioni. Tuttavia, è importante notare che il loro lavoro continua all’interno dei quadri giuridici e costituzionali stabiliti, senza che ciò li esonera dall’affrontare le difficoltà generali che affliggono il Paese nel suo insieme.
Quale raccomandazione darebbe al Governo italiano per sostenere i cittadini italiani in Venezuela?
Alla luce della crisi, occorre adottare tutte le misure necessarie per fornire un’adeguata assistenza sociale, soprattutto per quanto riguarda l’assistenza medica e sanitaria. Questa rimane l’esigenza più grande, come abbiamo espresso in più occasioni. Gli italo-venezuelani in difficoltà dipendono esclusivamente dall’assistenza pubblica venezuelana, che in molti casi manca delle risorse di base per servire la popolazione.
Altre comunità europee dispongono di meccanismi di protezione per i loro cittadini, ma nel caso dell’Italia non ci sono sufficienti alternative per sostenere i cittadini in situazioni di vulnerabilità. Un altro problema è l’enorme difficoltà ad ottenere la pensione di vecchiaia, prevista dall’accordo bilaterale esistente tra i due Paesi, dovuta a recenti posizioni adottate dall’INPS.
In che misura il CGIE e i Comites possono sostenere gli italiani in difficoltà dal punto di vista economico, sociale e umanitario?
La nostra competenza si limita a segnalare e incanalare le richieste dei cittadini in situazioni di necessità alle autorità competenti. Del resto, Il CGIE è direttamente relazionato con la superiore Ambasciata e con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, mentre i Comites si rapportano con i Consolati.
In ogni caso, informiamo Roma sulle varie situazioni difficili e, per quanto possibile, forniamo un supporto tempestivo ai connazionali che si trovano in difficoltà estrema, anche se, occorre precisare, dipendiamo sempre dal sostegno della Comunità stessa, in quanto sia il CGIE che i Comites non dispongono di un budget adeguato per fornire un’assistenza diretta ai cittadini. Detto ciò, mi permetto di ricordare che il lavoro di tutti i Consiglieri è ad honorem.
Rainero Schembri
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