IMPEACHMENT FREQUENZE TV

IMPEACHMENT FREQUENZE TV
(esposto-denuncia contro MiSE e AGCOM – ecco i capi d’accusa)

Mentre si è in attesa della sentenza del TAR del Lazio sul ricorso REA relativo alla richiesta di annullamento della Delibera AGCOM 480 sulle frequenze assegnate alle locali cancellate dal Piano, continua la farsa dei bandi per l’assegnazione dei diritti d’uso dei canali coordinati 6-7-11-24-58-60. Precisato che le frequenze 6-7 e 11 VHF, non sono frequenze appetibili agli operatori di rete in possesso di una rete UHF da dismettere; precisato ancora che le frequenze 58 – 60, massimo entro il 2022 , dovranno essere consegnate alla telefonia mobile a larga banda; è evidente che i nuovi canali “coordinati” disponibili fanno parte di una “fiction” per mascherare un’operazione speculativa e per tentare di spegnere i riflettori sul colossale imbroglio delle frequenze organizzato ad arte fin dallo switch off del 2010. Nella home delle “Linee Guida” del Bando sono indicate, con tanto di ringraziamenti, i nominativi delle solite associazioni che, da sempre, hanno collaborato non poco a rovinare il settore. La REA a certe operazioni lobbistiche non ci sta specie quando si emette un Bando parallelo a quello già esistente, dove già c’è una graduatoria che per legge andava rispettata. Non si può condividere un Bando di serie A per frequenze, coordinate oggi, da lasciare domani con nuovi indennizzi e un Bando di serie B per frequenze, non coordinate, che MiSE ed AGCOM sapevano benissimo essere interferenti con l’estero. E’ un’operazione lesiva degli operatori onesti e degli interessi dello Stato che verrà segnalata alla Corte dei Conti. La REA,  si sappia, non appoggerà mai e poi mai operazioni lobbistiche che vanno contro gli interessi  della collettività. Infine vedremo chi si aggiudicherà le nuove frequenze. Abbiamo messo nel cappello una serie di nomi che già sappiamo essere i “papabili”. E’ facile scoprirlo. Basta esaminare i parametri della gara per capire, regione per regione, chi potrà essere l’assegnatario. Nella maggior parte dei casi saranno proprio coloro che hanno rottamato frequenze “farlocche”, intascando fior di quattrini, per poi prendersi gratis le frequenze coordinate oggi buone, ma che nel 2022 dovranno nuovamente essere rottamate per intascare, con la stessa rete, altro danaro senza aver speso un euro. In sostanza è una operazione speculativa messa in piedi dai soliti volponi della mala politica che ci auguriamo sia spazzata via prima possibile. Quello della assegnazione delle frequenze è un “fattaccio” che prima o poi andrà a finire nelle mani di qualche Procura per essere messo a nudo nei fatti e nelle relative responsabilità. Che si tratti d’impeachment delle frequenze lo dice la stessa storia con cui si svolti i seguenti fatti:
1. Si tratta di un impeachment delle frequenze per il modo con cui AGCOM e MiSE, d’accordo tra loro, decisero di realizzare un Piano di Assegnazione delle Frequenze televisive destinando le frequenze coordinate (quelle buone) quasi tutte alle Reti nazionali;
2. Si è trattato di un impeachment delle frequenze nel momento in cui in Sicilia e buona parte delle dorsali dell’Adriatico e del Tirreno, l’AGCOM assegnò alle locali frequenze che sapeva avrebbero interferito i Paesi confinanti;
3. Si tratta di un impeachment delle frequenze per il mancato rispetto, da parte AGCOM, dei termini di legge sulla riserva di almeno un terzo delle frequenze, non interferenti l’interno e l’estero, in favore delle Reti locali;
4. Si è trattato di un impeachment delle frequenze nel momento in cui, l’AGCOM, decise di pianificare il DTT con la logica della tv analogica secondo la quale ogni frequenza vale un canale, anziché con la logica digitale della capacità trasmissiva secondo la quale una frequenza vale enne programmi;
5. Si tratta di un impeachment delle frequenze per la fuga di notizie (reato di turbativa d’asta) avvenuta alla vigilia della pubblicazione dei Bandi 2010-2012 per l’assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze;
6. Si tratta di un impeachment delle frequenze per la discrezionalità con cui il MiSE e la Fondazione Bordoni determinarono i punteggi relativi alle coperture delle aree di servizio (software di calcolo secretato e di diniego accesso agli atti);
7. Si tratta di un impeachment delle frequenze per la mancata nomina di un soggetto terzo ed indipendente ai fini della vigilanza e verifica del corretto svolgimento della gara;
8. Si tratta di un impeachment delle frequenze per aver emesso un nuovo bando per l’assegnazione delle frequenze disponibili “coordinate” mentre sono aperte le graduatorie del primo bando;
9. Si tratta di un impeachment delle frequenze per la modalità con cui è stata congeniata la rottamazione delle frequenze:
• È possibile rottamare, intascando il relativo corrispettivo, ma nello stesso tempo, partecipare alla gara per l’assegnazione delle frequenze resesi disponibili;
• Per la mancata verifica delle condizioni economiche, patrimoniali e delle norme di esercizio delle reti di quelle imprese o consorzi che veicolano i programmi dei FSMA provenienti dal rilascio forzoso delle frequenze o dalla rottamazione;
10. Si tratta di un impeachment delle frequenze per la mancata assegnazione di una frequenza o porzione di frequenza alle emittenti delle minoranze linguistiche tutelate dalla legge 249/97;
11. Si tratta di un impeachment delle frequenze per tutto ciò che è stato fatto da MiSE e AGCOM con ampio ed incondizionato abuso di potere eludendo, stravolgendo, ignorando leggi e regolamenti dello Stato fino a ledere in modo irreparabile gli interessi delle 550 emittenti televisive locali ex analogiche, delle stesse Amministrazioni MISE, AGCOM e dello Stato:

• per gli introiti che lo Stato poteva ricavare dal corretto ed efficiente uso delle frequenze;
• per le ingenti somme impiegate per rottamare frequenze prima considerate “buone” dall’AGCOM, poi dimostratesi interferenti i Paesi confinanti;
• per la chiusura forzata di centinaia di imprese televisive con danni della portata di almeno un miliardo di euro;
• per la perdita di migliaia di posti di lavoro con danni alle famiglie, allo Stato e agli Enti assistenziali e previdenziali;
• per il danno d’immagine subito dall’Italia nei confronti dei Paesi confinanti e della Unione Europea;

La REA invita le emittenti che si identificano in uno o più punti elencati o per altri motivi aggiunti ad esporre denuncia penale nei confronti di MiSE e AGCOM, con riserva della richiesta del risarcimento del danno, presso le singole Procure del territorio e la Procura di Roma. Il fac simile di esposto-denuncia con la relativa assistenza legale può essere richiesta a info@reasat.it . Per interloquire direttamente con il Presidente della REA, chiedere l’amicizia su facebook a Antonio Diomede.
San Cesareo, 18 maggio 2016
REA – Radiotelevisioni Europee Associate