
(Foto: Fabio Porta alla Camera. Nel riquadro Alberto Trentini)
FABIO PORTA: RIPORTIAMO A CASA ALBERTO TRENTINI, COOPERANTE DETENUTO IN VENEZUELA
Per ora è passata quasi in sordina la sventura vissuta dal cooperante Alberto Trentini che si trova agli arresti in Venezuela. Si profila, quindi, un nuovo caso Cecilia Sala. Sabato 8 febbraio, alle 19.30, con ritrovo davanti alla chiesa di Sant’Antonio al Lido, si svolgerà la fiaccolata organizzata dal comitato “Alberto Trentini Libero” per chiedere la liberazione del cooperante veneziano e lidense, detenuto in Venezuela dal 15 novembre scorso. La fiaccolata è solo l’ultima delle iniziative di sensibilizzazione organizzate da amici e colleghi di Trentini, per tenere alta l’attenzione delle istituzioni. Della vicenda si sta occupando anche Fabio Porta, deputato PD eletto nella Circoscrizione Sud America, che ha sollevato la questione in Parlamento. Di seguito riportiamo le sue considerazioni.
“Da ormai 80 giorni, Alberto Trentini è detenuto nelle carceri venezuelane. Arrestato il 15 novembre scorso, da allora non ha avuto alcun contatto con la sua famiglia né con i suoi legali”.Insieme ad alcuni colleghi del mio gruppo parlamentare” (ha proseguito Porta, “ho presentato nelle scorse settimane un’interrogazione al governo, esprimendo la nostra grande preoccupazione e chiedendo un intervento tempestivo e deciso in tutte le sedi opportune per garantire il pieno rispetto dei suoi diritti e la possibilità di tornare immediatamente in Italia”.
“Nel rispetto della riservatezza e della discrezione che devono caratterizzare situazioni come questa”, ha concluso Porta, “come sottolineato dal Ministro degli Esteri durante l’audizione alla Camera, riteniamo tuttavia fondamentale fare sentire la nostra voce ed esprimere ai genitori di Alberto tutta la nostra solidarietà e vicinanza, come abbiamo fatto per Cecilia Sala e per tutti i nostri connazionali detenuti all’estero. A maggior ragione, quando a privarli della libertà è un governo autoritario che tiene in prigione per motivi politici decine di altri cittadini, tra cui molti in possesso della doppia cittadinanza italiana e venezuelana.”
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