LETTERA APERTA A BEPPE GRILLO

LETTERA APERTA A BEPPE GRILLO

Caro Beppe,

permettimi innanzitutto di presentarmi. Sono Antonio Diomede, Presidente della REA – Radiotelevisioni Europee associate – www.reasat.eu –  l’Associazione che dalla fine degli anni settanta rappresenta la maggior parte delle piccole e medie radio e televisioni locali. Premetto che molte di queste emittenti hanno sostenuto con fiducia uno dei più innovativi fenomeni politici del dopo guerra e del quale Tu (permettimi di darTi del Tu come iscritto a 5 Stelle) sei stato uno dei due maggiori protagonisti.  Attualmente stai assolvendo il compito di Garante del Movimento ed è proprio in questa veste che mi rivolgo a Te. Cercherò di informarTi su una situazione che se gestita male, se lasciata incancrenirsi potrebbe avere delle conseguenze imprevedibili.

Ma andiamo ai fatti . Durante il Governo Gentiloni è stato emanato il DPR 146/17 (detto Regolamento)  riguardante la ripartizione dei contributi per le radio e tv locali. Un Regolamento scandaloso che noi abbiamo chiamato “Ammazza Emittenti”  in quanto le Reti Nazionali private, come ben sai, sono ottimamente protette dal permanere del conflitto d’interessi.  Ecco qualche perla:

  • le piccole e medie televisioni debbono avere fino a 14 dipendenti (di cui 4 giornalisti)  e le radio 2 dipendenti (di cui un giornalista)  tutti a tempo pieno. Requisiti che possono sostenere solo una trentina di emittenti che, guarda caso, fanno capo alla lobby confindustriale della comunicazione che incasserebbero (altro requisito capestro) il 95% del fondo pari a 300 milioni di euro in tre anni, considerato un furto allo Stato e uno scippo alle 1200 piccole e medie  realtà locali costrette al fallimento. Infatti il risultato pratico di tali assurdi requisiti è che nella Graduatoria pubblicata dal ministero, al primo gruppo classificato (Tele Norba) sono stati concessi 24 milioni di euro in tre anni.  Alle ultime in graduatoria (Telemare di Gorizia e Tele A57 di Cosenza), vengono assegnati 15.000 euro sempre in tre anni;
  • La graduatoria viene in buona parte stabilita dal dato di ascolto acquistato dalla famigerata Auditel, partecipata dalla lobby di Confindustria, Mediaset, Cairo oltre alla quota di RAI. Pertanto puoi immaginare  l’obiettività della selezione;
  • La graduatoria non viene fatta su base Regionale, ma su base Nazionale. Per cui c’è da domandarsi: come può una emittente del Molise, della Basilica, Friuli VG…… competere con televisioni insediate nelle aree metropolitane con milioni di abitanti? Il risultato è che 9 Regioni su 20 perderanno un prezioso mezzo di comunicazione con tanta gioia per coloro che vogliono accentrare i mezzi di radiotelevisivi in poche mani per meglio manipolare la masse;

Conseguenza: nei prossimi mesi chiuderanno più di 800 radio e 400 TV con la previsione di 5.000 licenziamenti compreso l’indotto.

Arriviamo ai giorni nostri. Cosa fa il ministro Di Maio? Si rifiuta categoricamente di incontrarci per chiarire la situazione al fine di una equa e intelligente soluzione , preferendo parlare solo ed esclusivamente con la lobby confindustriale che, sospettiamo, abbia anche un suo rappresentate all’interno del suo enturage altrimenti non si spiega come mai , nel Tavolo TV 4.0,  abbia designato come suo vice un certo Maurizio Giunco noto rappresentante di Confindustria comunicazioni.  A questo punto,  INDIGNATI  per questo comportamento nei confronti di chi l’ha votato e di chi, tappandosi il naso, lo sostiene al Governo con l’avventuriere  Salvini,  organizziamo una legittima manifestazione sotto il Ministero dello Sviluppo Economico.

Abbiamo appreso che ciò è probabilmente avvenuto grazie alla Lega (a sua volta pressato da Berlusconi) che sulla questione dell’assegnazione dei contributi avrebbe assunto una posizione rigidissima. Tanto è vero che in un primo momento il signor Salvini, aveva chiesto di avere come vice ministro allo Sviluppo Economico con delega per le comunicazioni il bancarottiere Armando Siri (ex dipendente Mediaset) poi dirottato, anche su nostra pressione, verso il Ministero delle Infrastrutture. In seguito il sottosegretario Giorgetti, al fine di bloccare  i nostri ricorsi in sede di Giustizia Amministrativa, si è affrettato a inserire il DPR 146/17 (Regolamento)  nel Decreto Mille proroghe trasformandolo in legge.

E cosa ha fatto il nostro Ministro Luigi Di Maio? Ha pensato di  avallare col voto parlamentare di 5Stelle l’azione leghista a sostegno della lobby confindustriale che corrisponde a una condanna a MORTE delle 1200 piccole e medie radio-tv locali.

Ma c’è dell’altro. Al Tavolo TV 4.0 e in AGOM, presenti come REA in qualità di associazione maggiormente rappresentativa con 425 emittenti tra radio e tv, ci risulta che non stia facendo nulla per evitate che altri 300 milioni  vadano a finire nelle tasche di Mediaset & C. in occasione del passaggio dal DVB-T al DVB-T2 per frequenze che a suo tempo furono regalate e, tra l’altro, per una trasformazione tecnologica che non comporta un gran che di spese. A tal proposito abbiamo prodotto un analitico documento dove si spiega anche come con il passaggio al DVB-T2 e alle innovative compressioni dei segnali è possibile risparmiare preziose frequenze, ripeto a suo tempo regalate, per metterle all’asta dalle quali si potrebbe ricavare almeno 1 miliardo di euro. 

Tutto questo è ampiamente documentato. Nel caso volessi fare una VERIFICA sono a disposizione.

Ebbene, caro Beppe, nella veste di chi ha creduto nel Governo del Cambiamento,  mi appello al Tuo ruolo di Garante. Ti assicuro che la delusione nel mondo delle radio e tv private per il Governo del cambiamento sta crescendo di giorno in giorno. L’unico cambiamento che avvertono è l’inspiegabile mutismo di Di Maio;  il crescente  consenso della Lega di Salvini; la fine delle uniche voci libere del Paese.  Questa politica  significa RUBARE al territorio e al Paese un pezzo significativo di libertà conquistata con le dure lotte degli anni settanta, riconosciute a livello mondiale, per spazzare il Monopolio RAI.  Sono lotte fatte da noi emittenti locali con grandi sacrifici, non dai signori Berlusconi e Salvini, per le quali non ci aspettavamo di essere traditi da Di Maio. 

Possibile soluzione. Eppure, la situazione potrebbe essere facilmente risolta. Basterebbe ridurre l’ingordigia di chi vuole fare l’asso piglia tutto. La REA sta lavorando a una proposta concreta che tra l’altro escluderebbe di accollare allo Stato la spesa per sostenere l’emittenza locale pur mantenendo il dovuto sostentamento che si deve a quelle realtà radiotelevisive che producono programmi di pubblica utilità. Ci vuole solo la volontà politica di dialogare ascoltando tutte le campane non solo quella della lobby confindustriale.

Non lasciamo che il problema si incancrenisca. Napoleone diceva che preferiva combattere contro dieci eserciti piuttosto contro un popolo affamato. Ebbene oggi 1.200 radio e tv sono state portate alla fame e 5mila dipendenti non si rassegnano a sperare solo nel reddito di cittadinanza. Sono già scese in piazza e lo faranno  ancora con maggiore determinazione finchè non saranno DEGNAMENTE ascoltate. 

Richiesta. A Di Maio chiedo di recuperare il dialogo con una categoria di imprese e lavoratori UMILIATI E OFFFESI con il suo comportamento.   A Te chiedo semplicemente un incontro  per spiegare la questione  più di quanto abbia potuto fare con la presente lettera in modo da ricevere utili consigli  per la  soluzione del problema.  Grazie per tutto ciò che potrai fare.

Con piena fiducia nel Tuo operato. Antonio Diomede

Nota: mi permetto di indicarTi il video sulla manifestazione davanti al Ministero di via Molise https://www.youtube.com/watch?v=MwGZoSnegcY   .

Allegato: profilo della REA