GOVERNO: ANTONIO DIOMEDE UNA NOMINA EVOCATA DAL BASSO
Competenza ed esperienza. Politici o tecnici? Secondo molte indagini demoscopiche questa distinzione che tanto appassiona il mondo dell’informazione interessa meno alla gente comune che sostanzialmente vuole una cosa sola: l’uomo giusto al posto giusto. In sostanza, va bene che la guida sia politica ma è bene che questa guida si avvalga di persone altamente preparate e con una lunga esperienza nelle varie materie.
Informazione e telecomunicazione. Come sappiamo, uno dei capisaldi del nuovo Governo è l’introduzione del Reddito di cittadinanza e la corretta applicazione, anche a livello locale, di tutta una serie di provvedimenti di tutela dei diritti sociali. Ma ciò sarà possibile solo se verrà garantita la libertà e la pluralità dell’informazione, oggi pesantemente minacciata a livello nazionale e internazionale mentre in Italia l’80% delle radio e televisioni locali per motivi interferenziali e di sleale concorrenza sulla pubblicità delle Reti Nazionali sono a rischio di chiusura. Sul piano internazionale 6 – 7 grandi società di telecomunicazione e telefonia stanno acquistando tutte le frequenze esistenti. E chi possiede le frequenze controlla tutto: telefoni, radio, tv e perfino internet.
La posta in gioco. Dalla gestione dell’informazione dipende il successo del Governo del Cambiamento. Si tratta di garantire la corretta interpretazione dell’articolo 21 della Costituzione sul diritto d’informare e di essere informati. Non è quindi un caso che in questi giorni nell’ambito degli esperti e rappresentanti del mondo dell’informazione stia maturando la richiesta al nuovo Governo di essere rappresentati nella sua compagine da persone di elevata esperienza. A sentire i responsabili di molte emittenti radio-televisive locali, uno dei nomi che che circola con maggiore insistenza è quello di Antonio Diomede, che vanta ben 43 anni di esperienza nel campo della comunicazione. A partire dal 1976 è stato anche uno dei maggiori protagonisti nella lotta per la liberalizzazione dell’etere (sentenza della Corte 202/1976 ).
Attualmente si trova, invece, impegnato in una battaglia in corso in AGCOM per recuperare circa 2 miliardi di euro per le emittenti locali attraverso l’assegnazione di sei/nove frequenze televisive: frequenze inutilizzate ma assegnate alle Reti Nazionali gratuitamente dallo Stato con l’evidente scopo di accentrare in poche mani il Potere mediatico detenuto storicamente da Mediaset. Non sono, poi, da dimenticare le scadenze che a breve il Governo del Cambiamento dovrà affrontare con il trasferimento della Banda 700 ai telefonici e il contestuale passaggio al DVB-T2 che comporta una notevole ulteriore spesa per l’utenza la quale dovrà provvedere a cambiare il decoder o il televisore e, in alcuni casi, l’impianto d’antenna la cui spesa è valutata tra i 300 e 700 euro a famiglia.
Una testimonianza di quanto queste problematiche siano avvertite a livello locale lo dimostra il successo dell’invito formulato nel 2016 da Diomede (in occasione del quarantennale delle radio-tv locali) a tutti i sindaci di intitolare una strada o un parco alle radio libere: invito già raccolto da una quarantina di Comuni.
Presenza internazionale. L’esperienza di Antonio Diomede potrebbe, inoltre, risultare estremamente efficace a livello europeo, ad esempio, nella trattativa riguardante l’entrata in scena delle compagnie telefoniche alle quali verranno assegnate numerose frequenze (questo è stato, tra l’altro, uno degli argomenti affrontati da Diomede nella Conferenza tenuta al Parlamento Europeo il 3 marzo del 2016). In ogni caso Diomede è sicuramente uno dei pochi esperti italiani in grado di condurre una seria battaglia per un Wi-Fi libero, per una corretta entrata in scena dei sistemi di quinta generazione 5G, per un contrasto al tentativo delle multinazionali di controllare entro il 2030 tutta l’informazione radiofonica, televisiva, internet e telefonia. Tutto ciò Diomede lo spiega molto bene nel libro intervista “ Radio e TV al Bivio”, in distribuzione su Amazon.it
Ultima riflessione. Nel ricevere l’incarico di formare il Governo, Giuseppe Conte si è presentato come l’avvocato degli italiani. Ebbene, Diomede da anni sostiene che le frequenze dello Stato devono essere impiegate per un servizio di pubblica utilità sociale e culturale in favore dei 7 Diritti Capitali: 1) avere una fonte di sostentamento; 2) avere un tetto; 3) nutrirsi e vestirsi; 4) curarsi; 5) istruirsi; 6) avere un’assistenza legale umanitaria; 7) ricevere e dare una corretta informazione. Anche se in questo elenco la corretta informazione si trova all’ultimo posto, è convinzione diffusa tra gli esperti che la libera informazione sia alla base di tutto. Senza di essa nessuna lotta per i diritti sociali, per un reddito di cittadinanza o altri provvedimenti ha la possibilità di affermarsi. E di questo un avvocato sensibile per le tematiche sociali come Conte ne è sicuramente consapevole per essersi definito “L’avvocato degli Italiani”.
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