Gargiulo: Le varie rappresentanze degli italiani all’estero vanno assolutamente rinforzate.

(Foto: Santiago del Cile e nel riquadro Nello Gargiulo)

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il contributo di Nello Gargiulo, Rappresentante del Cile nel CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all’estero), nonché editorialista di ‘Presenza’ (periodico italiano in Cile),  in merito alla riforma dei vari organi di rappresentanza degli italiani all’estero.

Di Nello Gargiulo.

Il mondo degli italiani sparsi dovunque, sono una risorsa fatta di storie personali, istituzioni, realizzazioni e molte altre cose. Una realtà che dal 2004, con l’esercizio del voto all’ estero, si innesta più direttamente negli ingranaggi della vita civica e politica italiana.

Le forme di rappresentanze dei Parlamentari della Circoscrizione Estero, Comites e Cgie, sono espressioni chiamate in questo particolare momento a generare delle nuove proposte, sia in tema di cittadinanza ma anche di individuare e definire meccanismi necessari per alimentare un rapporto di bidirezionalità e di reciprocità tra queste due realtà che confluiscono in quella che in altre occasioni abbiamo osato definire ‘’la sfera dell’anima’’ richiamandoci al concetto di Patria come Bene comune.

Per arricchirsi, questo ‘’Bene’’ deve contare con strumenti adeguati a cui la politica deve essere attenta a percepirne i bisogni. In questa prospettiva non sarebbe da scartare che oltre i processi in atto di revisione di questi organismi, si pensi anche a ritoccare quelle strutture istituzionali che appartengono al terzo settore e che dall’ Italia si occupano dei connazionali all’ estero.

I patronati potrebbero essere coinvolti, in modo organizzato e riconosciuto, con servizi come centri facilitatori di accoglienza per la nuova mobilità e con il tempo anche fornire informazioni per i progetti Erasmus verso Le Università Italiane e specialmente dai paesi extra europei. E poi i Comitati Dante Alighieri, che nacquero a fine 800 per mantenere viva la lingua italiana in emigrazione; oggi potrebbero vedersi affidati con maggiore responsabilità, il compito di formare nell’ Italianità le nuove generazioni nate all’ estero carenti tra le altre cose di conoscenze linguistiche e culturali italiane.

Non ultime le Camere di commercio italiane a cui si potrebbe anche riconoscere un ruolo di maggiore definizione nell’accoglienza e di accompagnamento delle imprese italiane quando arrivano ad operare in un Paese. La globalizzazione non deve annullare il valore delle realtà locali e culturali che sono proprie di ogni terra e cultura. Anche il nostro mondo, degli italiani, deve generare nuove ed importanti iniziative nei diversi campi con quel timbro Italiano che deve avere come modello Il Made in Italy.

Ed è qui che nel quadro globale delle riforme su menzionate andrebbe considerata una valutazione per la creazione di un organismo Istituzionale che orienti e valorizzi queste realtà che sono extra-territoriali. Un compito che non sarebbe facile, ma non impossibile. Rimane da verificare se questo organismo Istituzionale possa assumere la connotazione di un Ministero per gli italiani nel mondo, in grado di gestire concretamente questi complessi cambiamenti nonostante le perduranti turbolenze politiche.