Conferenza Nazionale REA – Milano 2 ottobre 2014 presso IBTS

       Conferenza Nazionale REA – Radiotelevisioni Europee Associate

(per un riassetto radiotelevisivo rispettoso della libertà d’informazione e d’impresa)

A Milano

il 2 ottobre 2014 – ore 11.00 Centro Congressi NH Hotels (Assago Milanofiori Forum)

IBTS    Italian   Broadcast Tecnologies Show

“Chi ha tempo non aspetti tempo” è un antico detto latino quanto mai vero ed attuale per le sorti dell’emittenza locale italiana. Entro la fine dell’anno si decide sul rilascio definitivo  di quelle frequenze televisive che creano problemi interferenziali con i Paesi confinanti. Pare che l’Europa abbia deciso di differire al 2020 la consegna della banda 700 UHF ai telefonici mentre pendono sul capo del Ministero dello Sviluppo Economico decine di ricorsi contro i Bandi farsa di  assegnazione delle frequenze.  Contro l’AGCOM, invece,  pende il ricorso della REA per annullare  il famigerato Piano LCN colpevole di aver fatto sparire dal video le storiche nonché gloriose tv locali ex analogiche. Ma all’improvviso è spuntata una bozza di delibera AGCOM che parlava di un canone annuale a carico degli operatori di rete di oltre 60 mila euro annui che se, applicata, avrebbe fatto fallire l’intero comparto. La delibera è stata ritirata grazie al fortissimo intervento della REA che ha sollevato la protesta dell’intero settore e la “strigliata” pervenuta all’AGCOM dall’Europa. Sappiamo che la responsabilità, alla fine dei conti, è di quel MiSE che nel 2003 fu governato da Berlusconi autore di tale sciagurato  provvedimento di  legge. Sui Bandi farsa sta indagando la Procura di Roma. Ci auguriamo che la Magistratura penale accerti e punisca adeguatamente i responsabili delle malefatte e degli ingenti  danni che hanno provocato. Sulla questione LCN, nel frattempo, il Consiglio di Stato ha restituito i poteri al Commissario ad acta Marina Ruggieri con l’incarico di stendere un nuovo Piano che tenga conto delle legittime aspettative delle ex analogiche  nell’occupare i primi posti sul telecomando. Sul versante radiofonico si registra una totale stagnazione rispetto allo sviluppo tecnologico in atto in Europa e nel mondo. In Italia lo sviluppo del digitale radiofonico è fermo al web che, come sappiamo, ha dei fortissimi limiti di diffusione dovuti in gran parte alla precarietà della rete fissa e mobile. Il DAB+ , in cui abbiamo creduto fin dal 1998, data in cui fu approvato dall’AGCOM il primo piano di assegnazione delle frequenze digitali, ha subìto un notevole ritardo per via dei noti disfattisti dell’epoca (Aeranti in testa) ora tardivamente “pentiti”. L’AGCOM sta tentando un parziale recupero sul tempo perduto ma, nella difficile situazione di crisi economica che conosciamo, trovare imprese con la liquidità necessaria per costruire le reti, è davvero improbabile a meno che non intervenga lo Stato così come ha fatto con il digitale televisivo.   La radio FM, nonostante i suoi 40 anni, resiste bene alla concorrenza delle piattaforme digitali esistenti, ma ha bisogno di un urgente “lifting” per non rischiare di subire prematuramente dall’Europa lo switch off com’è accaduto per la tv. Però, consapevoli che la FM non è immortale, se si vuole farla durare più a lungo, è indispensabile dimostrare all’Europa che l’Italia è capace di gestire le frequenze in modo efficiente. La banda 88-108 non è un esempio di buona amministrazione della risorsa radioelettrica. Non è pensabile lasciarla nello stato di permanente conflitto interferenziale. L’Italia è l’unico Paese  del CEPT  che non ha attuato il Piano di assegnazione delle frequenze per la banda FM. Per tale gravissima carenza, prima o poi, l’Europa ci metterà giustamente le mani imponendoci lo spegnimento totale della FM e di passare al digitale.  Se non vogliamo che ciò accada proprio oggi che siamo in piena crisi economica è necessario chiedere all’AGCOM l’attuazione del Piano di assegnazione delle frequenze FM.  Le Reti nazionali devono capire che per loro è più conveniente investire in “reti FM isofrequenziali” piuttosto che correre l’avventura di investire ingenti somme per un incerto sviluppo del DAB+. Ciò non significa naturalmente che il DAB+ non si debba continuare a promuoverlo anche in parallelo con il riordino della FM. Sul versante dei contributi per il sostegno all’editoria radiotelevisiva, la questione è ben nota. Le provvidenze editoria, di fatto, sono state soppresse.  Però, per accedere all’altro fondo, quello della 448/98, le emittenti devono possedere il  decreto relativo alle soppresse provvidenze rilasciato dal Dipartimento Editoria. A causa di tale passaggio burocratico imposto dal Regolamento della 448/98,  il 31 gennaio di  ogni anno, data ultima per cui è possibile richiedere all’Editoria il predetto decreto, al Dipartimento di via Della Mercede di Roma, i postini scaricano quintali di domande che gli Uffici dovranno affannosamente lavorare per emettere migliaia di inutili decreti. Gli editori  radiotelevisivi locali sanno di cosa si parla. Cioè si parla della solita “papochiata”  della burocrazia italiana che  inchioda il Paese nel fanalino di coda della crescita dell’Europa.  Il 2011 fu il primo anno dell’annuncio di una revisione del Regolamento. Il MiSE ha indetto anche una consultazione, ma  ad oggi tutto tace. In tre anni al MiSE si sono succeduti due Ministri e altrettanti sottosegretari e vice ministri di diversi governi che si impegnarono  a mettere mani su tutte queste questioni. Dopo averli visti sempre presenti e copiosamente fotografati nelle diverse cerimonie pubbliche  sono spariti nel nulla. Il sottosegretario Giacomelli per bocca del Governo Renzi va dicendo di volersene occupare. Vedremo, ma la fiducia è bassissima finché non dimostrerà di fare sul serio.  Dice che è allo studio una legge per un diverso assetto radiotelevisivo. Bisogna vedere in cosa consiste e cosa prevede. Noi siamo uomini di fede e di speranza, ma per credergli vogliamo vedere realizzato il  Tavolo di discussione preventiva. Altrimenti è tutto fumo senza arrosto. E’ questo il motivo  per cui ci siamo dati appuntamento a Milano il 2 ottobre 2014 nella Conferenza Nazionale dell’emittenza locale. Vogliamo fare il punto sui problemi incombenti nella  categoria, con le relative possibili soluzioni, da consegnare al Governo in modo da invitarlo ad  aprire ufficialmente un Tavolo di lavoro per un nuovo riassetto radiotelevisivo mirato alla risoluzione definitiva dal caos organizzato da AGCOM e MiSE in occasione dello swtch off della tv ai danni del settore e del Paese. Riepilogando:  i temi più sensibili da risolvere in sede governativa e parlamentare attraverso un progetto di disegno di legge per il riassetto radiotelevisivo sono:

  1. Nuove norme per l’assegnazione delle frequenze televisive digitali (da determinare per singolo programma e non per l’intero canale ex analogico – previsioni del passaggio al T2 – previsione di adeguati indennizzi per la rottamazione – risoluzione contenziosi giudiziari);
  2. Nuove norme per la pianificazione LCN (posizionamento ai primi posti del telecomando delle emittenti locali storiche ex analogiche  di seguito alle  nazionali storiche);
  3. Nuove norme per la determinazione del canone annuale per l’uso delle frequenze televisive digitali (calcolato in percentuale sul fatturato);
  4. Pianificazione della banda FM 88-108 (reti nazionali in isofrequenza – pianificazione reti locali su base provinciale con 300 KHz di protezione – liberalizzazione delle concessioni commerciali e comunitarie);
  5. Sostegno economico per lo sviluppo della radio digitale;
  6. Nuove norme per l’Editoria radiotelevisiva (tariffe elettriche e telefoniche scontate in bolletta del 60%);
  7. Nuove norme per il sostegno economico all’emittenza locale (10% del canone RAI –  requisiti oggettivi: programmazione giornalistica di qualità (inchieste), programmazione artistica, culturale, minori – riconoscimento contributi pregressi tv locali in attuazione della Delibera 353/11, articolo 3 comma 13);
  8. Nuove norme per il diritto di cronaca sportiva;
  9. Nuove norme per il diritto d’autore e diritti connessi;
  10. Nuove norme per il rilevamento delle indagini di ascolto radio e tv

IL 2 OTTOBRE 2014 VEDIAMOCI A MILANO PER DECIDERE INSIEME COSA FARE E COSA CHIEDERE AL GOVERNO. FORMIAMO DELEGAZIONI UNITARIE DI EDITORI PER INCONTRARE IL GOVERNO E IL PARLAMENTO. IL 06 OTTOBRE LA REA ANDRA’ IN PARLAMENTO A RIFERIRE SULLO STATO DELL’EMITTENZA LOCALE . TRATTIAMO DIRETTAMENTE I NOSTRI PROBLEMI. GLI INTERESSATI POSSONO CHIEDERE DI FAR PARTE DELLE COMMISSIONI. VI ASPETTIAMO. GLI ASSENTI NON AVRANNO DIRITTO DI RECLAMARE.

San Cesareo, 20 settembre 2014

                                                                         REA – Radiotelevisioni Europee Associate