Stefano Ianieri: Il Trattato UE-Mercosur ha bisogno di un intenso scambio formativo

Foto: nel riquadro Stefano Ianieri e Ursula von der Leyen , nonché il logo dell’Associazione FormAgri

Nel 1991 è nato il Mercosur, il Mercato Comune dell’America Meridionale, che raggruppa quattro importanti Stati: Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. Dopo 25 anni di negoziati il 6 dicembre 2024 a Montevideo in Uruguay è stato raggiunto un accordo definitivo per il suo avvio. In quella circostanza, la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato: “Si tratta di un accordo vantaggioso per tutti, che recherà benefici importanti per i consumatori e le imprese di entrambe le parti. L’accordo è imperniato sull’equità e i benefici reciproci. Abbiamo recepito i timori dei nostri agricoltori e agito di conseguenza. Oltre 350 prodotti dell’UE sono ora protetti da un’indicazione geografica. Mentre le nostre norme sanitarie e alimentari europee rimangono intoccabili. È questa la realtà di un accordo che consentirà alle imprese dell’UE di risparmiare 4 miliardi di Euro all’anno di dazi all’esportazione”. Ma di cosa ha bisogno il trattato UE-Mercosur pe funzionare concretamente?

Lo abbiamo chiesto a un grande esperto, Stefano Ianieri, dinamico Presidente dell’Associazione Formagri Italia APS: Associazione fondata in seno agli Istituti Tecnici (in particolare Agrari). che si occupa di formazione nel settore dell’Agricoltura di precisione. Negli ultimi anni, infatti, l’Associazione ha raccolto diversi partner interessati a creare una rete di servizi per integrare le attività di Formazione, Sostenibilità e Innovazione tecnica intesa a ottenere un’agricoltura più produttiva e attenta ai consumi energetici. Inoltre, si è soffermata sul crescente aumento demografico globale, sempre più costretto a confrontarsi con una forte necessità alimentare e idrica. Ciò ha spinto Formagri a puntare decisamente sulle energie alternative come la geotermia, l’utilizzo dello scarto agricolo per trasformarlo in energia e l’idroponica, pratica agraria che consiste nella coltivazione di piante, anziché nel terreno, in soluzioni acquose di sali nutritizi. Su tutta questa materia l’Associazione Formagri Italia APS si trova all’avanguardia sul piano internazionale.

Servizio di Rainero Schembri

Dott. Ianieri, il trattato Mercosur – UE per molti anni si è trovata in una fase di stallo. Ma quali sono state le vere ragioni che hanno ritardato così tanto l’avvio di questo accordo?

Nell’attuale contesto storico, caratterizzato da profondi cambiamenti geopolitici, occorre necessariamente estendere i contatti con altri partner commerciali, soprattutto con gli di Stati capaci di fornire materie prime non possedute dall’Italia ma che il nostro Paese è in grado molto bene di trasformare. Oggi il dazio con il Brasile è del 27% per il vino: parliamo di uno dei maggiori importatori di vini italiani. Il fattore che ha determinato la mancata ratifica dell’accordo stipulato nel 2019 è dovuto ai rigidi regimi di importazione dell’Italia, in particolare verso il Brasile che già esporta una grande quantità di carne bovina e di pollo. La questione è che sono sorti dei dubbi nell’ambito della filiera produttiva e della trasformazione. Inoltre, c’è l’uso l’uso di fertilizzanti e dei prodotti fitosanitari che in Italia ed in Europa non sono più concessi. A questo occorre aggiungere il fattore egemone del nostro partner principale: gli USA.

Come si esce da questa situazione?

Uno dei problemi fondamentali nel modello agricolo del Brasile è quello estensivo, condotto dai grandi latifondi legati alle multinazionali e alle normative dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, da WTO. Entità che, comunque, si stanno ridimensionando sul piano globale. Siamo convinti che bisognerebbe modificare questo modello che sta arrivando o è già arrivato al suo limite. L’innovazione potrà avvenire, ad esempio, con il sistema idroponico che metterebbe sotto controllo l’espansione della produzione. Allo stesso tempo occorre incrementare la produzione agricola: a 4kg di insalata prodotta a terra corrispondono 40Kg in idroponica. Oltre all’aumento della produzione si avrebbe anche un fortissimo risparmio energetico/idrico. Il sistema idroponico è in grado di affrontare con successo le elevate temperature, mentre l’aeroponica risulta disatrosa in ambienti troppo caldi per effetto dell’umidità. La sostenibilità sarebbe poi in linea con la normativa europea sulla certificazione di qualità. Ciò vale anche per i prodotti che non provengano da zone coltivate e che spesso sono sottoposte a incendi per il recupero del territorio coltivabile.

Secondo diversi osservatori l’Italia, che può vantare 60milioni di discendenti italiani, potrebbe essere il Paese in grado di ottenere i maggiori benefici dall’entrata in vigore dell’accordo. Lei cosa ne pensa?

Nel 2024 è stato l’anniversario dei 150 anni della presenza italiana in Brasile e questo spiega perché oggi questo gigante sudamericano è il primo Paese con il maggior numero di italiani al mondo. Questa situazione ha determinato la conoscenza e l’apprezzamento dei prodotti italiani. Il Mercosur potrebbe, quidi, determinare un aumento delle esportazioni italiane in Brasile. Ovviamente il nostro sistema di importazione deve tenere conto della realtà della filiera italiana. In altri termini, occorre valorizzare i prodotti tipici tradizionali (PAT) nell’ambito di una sempre più incisiva e articolata politica di internazionalizzazione.

Quali consigli si sentirebbe di dare all’Europa sul piano della promozione e vendita dei prodotti agricoli?

Sin dalla nascita in Europa della PAC (la Politica Agricola Comune) e dalle lotte interne su chi usufruiva maggiormente del fondo, si sono creati degli attriti. Questa situazione si è andata complicando mettendo a rischio la stessa esistenza dell’accordo. Ad aggravare la situazione sta contribuendo naturalmente anche la guerra tra la Russia e l’Ucraina. A mio avviso, occorre tornare ai valori costitutivi dell’Europa, sia sul piano della pace che quello della cooperazione. In buona sostanza, l’attuale contesto storico dovrebbe spingere l’Europa ad assumere nuovamente un ruolo di guida, intensificando i suoi rapporti con altri Stati, in modo da incrementare il suo ruolo economico. In questa prospettiva vanno inquadrati anche i rapporti con il Mercosur, dove l’Italia avrebbe molto da guadagnare, soprattutto come Paese dotato di elevate competenze ed eccellenze agricole e agroalimentari. Lo scambio formativo con Paesi come il Brasile può solo risultare estremamente vantaggioso per tutti.

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