Antonio Martino: Le ragioni di una vittoria inaspettata per Milei in Argentina

(Foto. Nei riquari sullo sfondo Buenos Aires, da sinistra Javier Milei e Antonio Martino)  

E’ sicuramente uno degli opinionisti politici più accreditati in Argentina. Parliamo di Antonio Martino, italo-argentino e Professore emerito dell’Universidad del Salvador (Argentina) e dell’Università di Pisa (Italia), nonché membro dell’Accademia Nazionale di Diritto e Scienze Sociali di Córdoba e membro associato del Center for Artificial Intelligence and Cognate learning dell’Università di Greenwich. Inoltre, è  membro dell’Accademia Nazionale delle Scienze di Buenos Aires. Per REA International Martino ha rilasciato un commento sulle recenti elezioni in Argentina a medio termine, che hanno visto, contro tutte le previsioni,  vincere il Partito ‘La Libertad Avanza’ del Presidente ultraliberista Javier Milei, in carica dal 2023. Di seguito riportiamo l’opinione del Prof. Martino.

Di Antonio Anselmo Martino

Da chiarire subito che il sistema argentino di governo è presidenziale, come quello nordamericano avendo ripreso diverse caratteristiche nella Costituzione argentina del 1853.  Tra queste, il fatto di rinnovare le camere nella metà del mandato presidenziale di 4 anni, vale a dire ogni 2 anni: la metà della Camera dei Deputati ed un terzo di quella dei senatori. Concretamente, 127 seggi dei 257 della prima e 24 dei 72 della seconda. L’Argentina è un Paese federale quindi si vota per Stati (qui chiamate provincias). La più importante è Buenos Aires con 307mila km° (contro 302mila di tutta l’Italia) e 18 milioni di abitanti, su un totale di 45 milioni in tutto il Paese.

            Si chiamano anche elezioni di mezzo mandato.  I primi due anni del governo Milei sono stati caratterizzati da una forte popolarità nel primo anno, a seguito di diverse riforme economiche, mentre c’è stato un declino nel secondo anno, sia per il peso delle austere condizioni economiche (imposte per abbassare l’inflazione), sia per alcuni errori del governo, inclusi alcuni presunti scandali di corruzione.

            Nel mese di settembre, vale a dire un mese prima delle elezioni a livello nazionali, si sono tenute quelle locali o provinciali. E in esse, il peronismo, soprattutto a Buenos Aires, ha ottenuto un trionfo spettacolare con una differenza del 14 % di voti.

            In queste condizioni non certamente favorevoli, Milei è andato in America per ottenere un avallo da Trump: cosa che ha ottenuto, ma con un’aggiunta ambigua: “Ora devi vincere le elezioni”. A dire la verità non si è capito molto bene se erano riferite a quelle di ottobre o alle presidenziali del 2027.

            I mercati hanno, comunque, rispecchiato questa sfiducia: il dollaro ha superato quota 1.500 pesos per unità. E le previsioni, fino a domenica mattina erano che i peronisti avrebbero vinto in almeno in 10 provincias, con uno scarto favorevole non inferiore al 9%.

            Le elezioni hanno mostrato ancora una volta quanto i partiti politici si trovino lontani dalla popolazione: ciò vale anche per coloro che fanno i sondaggi politici.  I risultati sono stati, infatti, clamorosi: La Libertad avanza, il partito di Milei, con l’aiuto del Pro (il partito di Maurizio Macri) ha superato in voti i peronisti a un livello inatteso: ha ottenuto il 40,7 % dei voti contro i 34,9 % dei peronisti, passando da 37 a 93 deputati e da 6 a 19 senatori.  Hanno vinto perfino nella Provincia di Buenos Aires con il 41,5 % dei voti contro i 40,9% dei peronisti.  Si sono imposti in 16 provincias, comprese quelle più importanti: Buenos Aires, Cordoba, Mendoza, Santa Fe e la città autonoma di Buenos Aires.  Dal canto suo, Fuerza Patria (dei peronisti) ha vinto solo in 8 provincias e per giunta quelle meno rilevanti.

            Le ragioni, come al solito, sono parecchie, ma possiamo senz’altro indicare in cima a tutto la diffusa paura di un ritorno dei peronisti.  Questa paura, che in passato suonava come un allarme alle elezioni di medio termine durante i governi dei non peronisti (sia a livello di mercati che tra la gente)  questa volta non è suonato. Nessuna paura ha spostato i voti. Da rilevare, che il leader più autorevole dei peronisti, parliamo di Cristina Fernadez, attualmente si trova agli arresti domiciliari, dopo essere stata condannata a sei anni di prigione. La nuova figura emergente tra i peronisti, l’attuale governatore della Provincia di Buenos Aires, Axel Kicillof, cerca ora di far ricadere proprio su di Lei le ragioni ddi questa sconfitta.

            Per quanto riguarda l’altro campo politico, occorre ammettere che lo stile di Milei, certamente autoreferenziale, poco rispettoso e pieno d’insulti (che, però, si sono molto attenuati durante le celebrazioni della vittoria) piace ai giovani ed è sintonizzato  con le loro abitudine. E il cambio col dollaro come ha reagito? E’ sceso a 1.400 pesos dimostrando una relativa stabilità.

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