Antonio Martino e Sergio Buono intervengono nel dibatto sull’importanza di un Ministero per  gli Italiani nel Mondo

(Foto: a sinistra il prof. Antonio Martino sullo sfondo dell’Università Salvador di Buenos Aires; a destra il Generale Sergio Buono davanti a un aereo militare).

Con un video su Youtube intitolato ‘Occorre un ministero dedicato agli italiani nel Mondo” REA International (Dipartimento estero della REA – Radiotelevisioni Europee Associate) ha avviato un vasto dibattito su come valorizzare la grande presenza degli italiani all’estero. Intervengono questa volta il prof. Universitario Antonio Martino dell’Università Salvador di Buenos Aires e di Pisa (nonché uno dei maggiori esperti mondiali di Intelligenza Artificiale) e il Generale Sergio Buono, protagonista di numerose missioni all’estero e attualmente Presidente Nazionale dell’Associazione Aviazione dell’Esercito (ANAE).

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L’importanza di sostenere le collaborazioni scientifiche e Universitarie

Di Antonio Martino

Professore di Scienze Politiche

Università Salvador di Buenos Aires e di Pisa. 

Nei lunghi anni che ho vissuto e insegnato in Italia ho sempre avuto la sensazione che i vari governi Governi che si sono succeduti non abbiano dimostrato una particolare attenzione per le problematiche riguardanti gli italiani all’estero. La cosa mi ha sorpreso perché stiamo parlando di 60 milioni di italiani e oriundi italiani. Ebbene, io che provengo dall’Argentina dove gran parte della popolazione è di origine italiana conosco perfettamente l’importante contributo che gli italiani hanno dato alla crescita economica, culturale e sociale del mio Paese.

Per quanto riguarda, poi, specificamente la creazione di un Ministero per gli italiani nel mondo, pur avendo personalmente una scarsa fiducia nelle soluzioni burocratiche posso ammettere che una specifica attenzione in certi campi possa avere dei riscontri molto positivi. Ad esempio, per quanto riguarda i rapporti di collaborazione in ambito scientifico e universitario, la maggiore conoscenza reciproca degli studenti, l’importanza dei riconoscimenti dei titoli di studio, ecc. Probabilmente in questo settore ci sarebbe molto da fare a beneficio dell’Italia e degli italiani all’estero.

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Come si fa a non riconoscere il ruolo esercitato dagli italiani all’estero

Di Sergio Buono

Generale

Presidente Nazionale Associazione Aviazione dell’Esercito

Italia: femminile, singolare. Eppure, cifre alla mano, sarebbe più corretto declinarla al plurale: Italie. E non ci riferiamo, come oramai è consuetudine, alla pluralità di costumi, abitudini, dialetti e specialità gastronomiche che caratterizzano, caso quasi unico nel panorama mondiale, il nostro Paese, ma alla quantità di nostri connazionali che risiedono, per i motivi più vari, al di fuori dei patri confini, il cui numero, per una singolare coincidenza, corrisponde a quello degli italiani residenti in Italia: circa 60 milioni! Ci troviamo, di fatto, di fronte ad una “seconda Italia” all’estero.

Con buona pace del “made in Italy”, a cui, non senza ragione, si attribuisce il compito quasi diplomatico di rappresentare il nostro Paese all’estero. In realtà sono questi 60 milioni di italiani, tra connazionali e oriundi, i veri ambasciatori dell’Italia nel mondo, che hanno contribuito non solo al benessere di quelli che sono rimasti – grazie alle rimesse, soprattutto nei primi decenni della nostra emigrazione – ma anche al benessere e al successo dei Paesi ospiti, e ai quali, pertanto, ben più alto riconoscimento politico dovrebbe essere garantito.

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Video da vedere su YouTube: Occorre un Ministero dedicato agli Italiani nel Mondo

Sono intervenuti in precedenza su REA International

Antonello Caponera  (Presidente Comites – Colombia) – Video YouTube                                                                 

Luigi  Maccotta – (Ambasciatore)