“Per battere il privilegio riservato alle lobby, le consultazioni con le Amministrazioni devono essere pubbliche. Basta con gli accordi preventivi presi nelle stanze dei bottoni” è la conclusione del Presidente della REA, Antonio Diomede, per giustificare la richiesta fatta ad Angelo Cardani, Presidente AGCOM, di effettuare lo streaming audio e video, in diretta dalla sede dell’Autorità, in occasione della consultazione sulla Delibera 210/14/CONS prevista per il 1 luglio 2014 sul tema scottante dei canoni per l’uso delle frequenze televisive. Secondo tale schema un’emittente locale con copertura fino a 250 mila abitanti dovrebbe pagare mediamente un canone annuale di € 34.755, mentre una copertura fino a 10 milioni di abitanti la somma sale a € 94.250. Tali cifre, se applicate, sono insopportabili per le emittenti locali sopravvissute allo swtch off televisivo con la matematica certezza di assistere alla chiusura del “resto dell’emittenza locale indipendente” con la prevedibile perdita di altri 5.000 posti di lavoro che si aggiungeranno agli attuali 2.800 tra licenziati, cassaintegrati e precari. Le cose semplici, lineari e realistiche non sono applicabili in Italia. L’AGCOM, ha costruito un pastrocchio all’italiana incredibilmente controtendenza rispetto anche agli orientamenti riformistici più volte annunciati del Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Per rendere più concreta la protesta delle emittenti, la REA ha indetto una consultazione pubblica interna al settore alla quale si partecipa compilando un questionario-delega dove l’editore potrà esprimere il suo giudizio. La REA ha sottoposto il problema al Governo, al Ministro Guidi e al sottosegretario Giacomelli ma fino a questo momento nessuno di loro si è sentito. San Cesareo, 27 giugno 2014 REA – Radiotelevisioni Europee...
Canoni ammazza tv locali – rendiamo pubbliche le consultazioni Agcom e MiSE...
scritto da Antonio Diomede
PER SALVARE 350 IMPRESE RADIOTELEVISIVE E 2800 POSTI DI LAVORO A COSTO ZERO CON UN SEMPLICE DISPOSITIVO DI LEGGE...
scritto da Antonio Diomede
PER SALVARE 350 IMPRESE RADIOTELEVISIVE E 2800 POSTI DI LAVORO A COSTO ZERO CON UN SEMPLICE DISPOSITIVO DI LEGGE CONFERENZA STAMPA DEL 6 MARZO 2014 – ORE 11.30 – HOTEL NAZIONALE PIAZZA MONTE CITORIO CAMERA DEPUTATI CON LA PARTECIPAZIONE DI TUTTI I PARTITI E I GRUPPI PARLAMENTARI STREAMING RADIOFONICO WWW.REASAT.IT (dalle ore 11.30 fino al termine) SERVIZI TELEVISVI CON INTERVISTE AI PARLAMENTARI INTERVENUTI WWW.AGENPARL.IT – WWW.DIRE.IT NOTA PER LA STAMPA La causa principale della crisi dell’emittenza locale è dovuta alla discriminante assegnazione delle frequenze televisive del digitale terrestre che non ha tenuto conto delle direttive europee e delle disposizioni di legge italiane ad opera dei Governi precedenti e dell’Autorità delle Garanzie nelle Comunicazioni. Le violazioni commesse hanno provocato ingenti danni economici alle imprese televisive valutate in 700 milioni di euro conseguenti allo stato prefallimentare di 350 emittenti con la perdita di 2800 posti di lavoro. E’ una tragedia più grande dell’ILVA e di Elettrolux in quanto sono in ballo migliaia di posti di lavoro e la fondamentale libertà costituzionale sul pluralismo dell’informazione. La REA ha più volte chiesto all’AGCOM e al Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) di convocare un Tavolo di lavoro, ma è come aver parlato ai sordi. Tuttavia la possibilità di rimediare ai danni commessi è possibile in occasione del nuovo standard televisivo DVB-T2 che consente di comprimere i segnali in modo tale da ottenere, con l’impiego di una sola frequenza, fino a 20 programmi rispetto agli attuali 6 del DVB-T. E’ una occasione da non perdere per adeguare il Piano di Assegnazione delle Frequenze alle Direttive europee e alla legislazione italiana in modo da creare i presupposti per salvare le aziende, i posti di lavoro, il pluralismo informativo nonché sviluppo e benessere per l’Italia. “Per realizzare tale opportunità, il Parlamento dovrà...
PORCELLUM RADIOTELEVISIVO – (serrato confronto REA/AGOM sulla nuova revisione del PNAF – le proposte della REA – Convegno Nazionale a...
scritto da Antonio Diomede
E’ incredibile, ma vero. A ferite fresche e sanguinanti, sgorganti dalla pelle delle locali, a causa del disastroso switch off televisivo, l’AGCOM convoca le associazioni per annunciare che presto, prestissimo, la banda 700, vale a dire altre dieci frequenze, verranno assegnate alle Telecoms e che, di conseguenza, dovremo aspettarci una nuova mattanza fatta di bandi “farsa” e costosi ricorsi giudiziari. Oltre alla dolorosa operazione di amputazione delle frequenze, si è anche parlato di una riparazione del Piano per sanare alcune situazioni RAI e d’interferenza con Francia, Croazia, Slovenia e Malta. Sul fronte radiofonico si è parlato anche del capitolo DAB+ ritenuto superato da altre piattaforme tecnologiche per il notevole ritardo di attuazione. Le responsabilità di tale ritardo sono note e sarebbe buona cosa se Ministero, AGCOM e AERANTI, ammesso che abbiano una coscienza, facessero un salutare “mea culpa”. Oramai il danno c’è e si vede quando l’Italia si confronta con gli altri Paesi Europei, come Austria, Inghilterra e Germania, dove la radio digitale esiste da oltre quindici anni. Questi Paesi, grazie al DAB, hanno maturato una ragguardevole esperienza tecnologica e raggiunto un diverso assetto frequenziale mentre l’etere italiano, come la mala politica, è rimasto intasato da interferenze malevoli, coperture ridicole, contenziosi giudiziari infiniti, accaparratori di frequenze di tutte le specie. Il Porcellum Radiotelevisivo italiano, caduto sotto la lente d’ingrandimento dell’Europa, è infinito. Ogni sei mesi l’AGOM, spalleggiata dal Ministero dello Sviluppo Economico, dunque dalla mala politica che lo governa da almeno un ventennio, stringe sempre più la corda intorno al collo delle locali, proponendo revisioni di Piano che finiscono per eliminarle dal contesto pluralistico a tutto beneficio delle grandi Reti nazionali e delle Telecoms. Dunque, in ogni revisione di Piano c’è sempre lo zampino della mala politica. Quella maledetta, sporca politica “dell’asso piglia tutto”...
BANDO LCN – LA REA SCRIVE A CARDANI E CATRICALA’...
scritto da Antonio Diomede
In previsione dei numerosi ricorsi al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio per l’annullamento della Delibera AGCOM n. 237/13/CONS, al fine di evitare ulteriori danni economici alle imprese televisive locali e disagi all’utenza, già pesantemente penalizzati dalla politica del Porcellum Radiotelevisivo messo in atto dal precedente Governo Berlusconi, si chiede la sospensione del Bando per l’attribuzione della numerazione LCN fino al pronunciamento della Magistratura Amministrativa. Tale provvedimento sarà sicuramente apprezzato non solo dalla sottoscritta associazione, ma dall’intera categoria e dalle associazioni degli...
IL PORCELLUM RADIOTELEVISIVO (gli effetti disastrosi sull’occupazione e sulla libera informazione)...
scritto da Antonio Diomede
Un’altra emittente televisiva locale, al secondo anno del digitale terrestre, è in serie difficoltà per l’esubero della forza lavoro rispetto ai ricavi. Si tratta della storica marchigiana TVRS di proprietà della Beta Spa. In una nota dei sindacati confederali di base si legge: ““…Ciò è tanto più incomprensibile e odioso se si guarda ai bilanci di tutti questi anni e alla qualità di aiuti che sono stati erogati a vario titolo dalle Istituzioni Pubbliche…” Se non conoscessimo l’Editore, in quanto associato REA, qualche dubbio sull’onestà e capacità imprenditoriale lo avremmo avuto. Le ragioni del paventato ridimensionamento del numero dei dipendenti preannunciato dall’Azienda sono ben altre. I sindacati parlano come se non sapessero che c’è stato uno switch off che ha distrutto il 70% delle tv locali per mano del “Porcellum Televisivo” programmato dal precedente governo Berlusconi in favore di Mediaset , RAI e Telecoms. Attaccare le Reti nazionali e le Telecoms per i privilegi che hanno ricevuto con il Porcellum Radiotelevisivo non conviene. Qualcuno nel sindacato potrebbe dire “tengo famiglia” e, poi, sarebbe una puntura d’ago sulla groppa di un elefante. E’ meglio attaccare le locali che per garantire quel pluralismo informativo tutelato dalla Costituzione (altrimenti ci sarebbero solo le Reti nazionali) beneficiano di alcune misure di sostegno economico previste dalla legge 448/98 e da sporadici benefici elargiti da alcune Amministrazioni locali. Il fondo della 448/98 è mediamente di 100 milioni di euro/anno, erogati a singhiozzo, in favore dei 1.780 soggetti tra radio e tv locali che nonostante il continuo calo degli ascolti e della pubblicità, grazie alla disastrosa gestione ministeriale del digitale televisivo terrestre, altrimenti detto Porcellum Radiotelevisivo, hanno garantito 6.000 posti di lavoro. Sono mollichelle se si considera che la RAI incassa 1,8 miliardi di euro dal canone e 1,9 miliardi di...
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