Noi della REA, abituati come siamo alla sofferenza, di fronte alla crisi e alle angherie subite in tutti questi anni dalla mala politica e dalla mala gestione di interi comparti istituzionali non ci arrendiamo. Anzi, la nostra tempra si fa più dura e , come per miracolo, ci sentiamo più freschi e più tosti di prima. Abbiamo lasciato alle spalle un anno disastroso per l’economia del Paese a causa di politiche sbagliate portatrici di interessi particolari piuttosto che d’interessi generali e di tutela dei diritti costituzionali. Così i ricchi sono diventati più ricchi mentre i poveri sono diventati più poveri. Chi pagava già tante tasse, ne paga ancor più grazie alla falsa concezione “montiana” di credere nel pareggio di bilancio dello Stato attuando, si, una politica economica rigorosa, ma unicamente a carico dei piccoli e medi imprenditori, dei lavoratori, dei pensionati. Il risultato della politica attuata dall’illustre Professore è sotto gli occhi di tutti. Ampie fasce del ceto medio sono state letteralmente scaraventate verso la povertà; i poveri verso la disperazione. Senza scomodare le grandi filosofie di politica economica liberiste e marxiste, già Quintino Sella, storico ministro delle finanze (1864-73), intuì che per risanare il bilancio dello Stato dell’epoca era necessario adottare misure fiscali rigorose, impopolari, ma efficaci per la rapidità con cui si riesce a rastrellare risorse. Quintino Sella, però, non essendo legato a particolari interessi economici (lobby), fece ciò che qualsiasi persona onesta avrebbe fatto al suo posto. Cioè, andò a cercare i soldi soprattutto lì dove c’erano, scontrandosi con i ceti alti e, perfino, con la Chiesa quando decise di mettere in vendita alcune sue proprietà. Il risultato fu una generale ripresa economica del Paese nonostante le grandi agitazioni della classe operaia dovute più per motivi ideologici che di persecuzione fiscale....
Appello al Capo dello Stato...
scritto da Antonio Diomede
PROTESTA NAZIONALE DELLE EMITTENTI LOCALI Contro la vendita delle frequenze e i Bandi farsa del Ministero dello Sviluppo Economico scarica lo spot e mettilo in onda UNISCITI ALLA LISTA DELLE EMITTENTI INDIGNATE Ricostituiamo il movimento per la difesa dei diritti costituzionali – se condividi questo Manifesto scrivi “CONDIVIDO” e invia a: info@reasat.it con i tuoi dati e le tue osservazioni. Il Manifesto firmato sarà inviato al Capo dello Stato con la richiesta di audizione La protesta delle emittenti INDIGNATE continua con la messa in onda in contemporanea dell’Appello al Capo dello Stato. Essa è destinata a segnare una data storica nel nostro Paese e nelle lotte delle emittenti locali per la difesa dei diritti costituzionali d’impresa, d’informazione e di comunicazione. Le emittenti locali, INDIGNATE dal modo con cui il Governo, il Ministero e l’AGCOM hanno gestito la Pianificazione e assegnazione delle frequenze digitali e la Pianificazione numerica dei canali, si rivolgono al Capo dello Stato per metterlo in guardia dagli attacchi che ben individuati ambienti istituzionali eversivi stanno facendo alla Carta Costituzionale per favorire l’inserimento delle Telecoms-Bank tra i poteri forti dello Stato attraverso “il possesso accentrato delle frequenze” capaci, come sappiamo, di dominare nazioni e continenti con la gestione delle reti radiotelevisive, telefoniche, internet e satellitari. La testimonnianza di tale “eversiva” azione dominate, distruttiva dello “Stato di diritto”, è ben scritta nelle leggi, decreti e delibere AGCOM fin qui approvate approfittando della crisi dei partiti e della crisi finanziaria del Paese e dell’Europa intera. Con queste liberticide leggi e delibere gli “eversivi” delle Telecoms-Bank, ieri protetti da Berlusconi oggi da Monti, hanno “massacrato” le inconsapevoli emittenti televisive locali togliendo loro le frequenze con le quali da trent’anni hanno saputo dirigere 650 aziende in piena e autonoma libertà conquistata con aspre battaglie e durissimi sacrifici. Quelle leggi e delibere criminose...
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