PER 125 TV LOCALI E’ LA FINE (Renzi anziché rottamare la politica corrotta, rottama la democrazia) La rottamazione delle 76 frequenze televisive assegnate regolarmente dallo Stato alle tv locali accusate, poi, d’interferire i Paesi confinanti, è arrivata al capolinea. Sarebbe come dire che lo Stato ti assegna un canale televisivo per lavorare, vendi anche la casa per mettere su un’impresa, crei posti di lavoro e poi il Governo ti dice “scusa ho sbagliato, quelle frequenze disturbano l’estero, devi chiudere…”. Tu gli rispondi “..ma AGCOM e MiSE sapevano che quelle frequenze potevano interferire, ora dammene una buona!” La risposta non è mai arrivata. L’operazione comporta la chiusura di 125 piccole e medie imprese televisive che, grazie alla sentenza 202/76 della Corte costituzionale, sono state le voci libere nel territorio in cui hanno operato per 39 anni. Non avrei mai voluto scrivere questa pagina. E’ la pagina della sconfitta di un altro pezzo importante della nostrdemocrazia costituzionale. E’ la sconfitta delle persone laboriose che hanno creduto nei valori della libertà e dell’onesto lavoro. E’ la mia personale tripla sconfitta, quella morale, politica, sindacale per essermi battuto fino allo stremo delle forze nel tentativo di salvare le mille famiglie che vengono messe sul lastrico. La sconfitta morale è la constatazione che in questo Paese non c’è più posto per gli onesti. Quando di fronte a questa tragedia, il sottosegretario Giacomelli lo vedi gioire con ciniche dichiarazioni che inneggiano al successo del Governo per l’operazione rottamazione, mette in bella evidenza tutta la sua incompetenza di fronte al disastro che AGCOM e Mise hanno combinato con il piano di assegnazione delle frequenze. La sconfitta politica è di non intravedere uno spiraglio a breve termine per un’alternativa a questo Governo qualificatosi dei Rottamatori che, in realtà, è dei Restauratori in...
LA REA CHIEDE LE DIMISSIONI DI GIACOMELLI PER MANIFESTA INCOMPETENZA...
scritto da Antonio Diomede
LA REA CHIEDE LE DIMISSIONI DI GIACOMELLI PER MANIFESTA INCOMPETENZA La Ministra Guidi, il 17 aprile 2015, ha firmato l’infido decreto “Rottamazione” che, ancor più, complicherà la vita alle malcapitate tv locali le quali dovranno lasciare frequenze ventennali assegnate l’altro ieri dopo aver speso una barca di danaro per rifare le reti digitali. Leggetelo bene – http://www.mise.gov.it/images/stories/normativa/dm_17apr15.pdf – E’ un decreto sconcertante che ha travalicato l’onorabilità della Costituzione e dei codici civile e penale ereditati dal diritto romano. E’ scritto dalla stessa mano che ha concepito i Bandi Farsa per l’assegnazione delle frequenze dello switch off. Ha previsto solo sette giorni per formulare quesiti e chiarimenti che, tolti il sabato e la domenica, si sono ridotti a cinque; impone il rilascio delle frequenze, anche in forma coattiva, senza garantire la possibilità di prosecuzione per il libero esercizio radiotelevisivo; alimenta un cruento conflitto tra operatori che devono lasciare e operatori che devono rimanere (guerra tra poveri); irrobustisce, ancor più gli interessi delle grandi Reti, con la formula “frequenze nazionali intoccabili” anche se non utilizzate. Che dire, speriamo, prima o poi, porti nelle patrie galere qualche testa d’uovo colluso con quegli interessi com’è già accaduto e raccontato con dovizia di particolari da Repubblica con l’articolo del 15 giugno 1993: “TV, MANETTE AL MINISTERO” del 15 giugno 1993: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/06/15/tv-manette-al-ministero.html?refresh_ce Riteniamo che l’autrice di simile mefitica politica non sia la Ministra in quanto lei si affida al suo sottosegretario, Antonello Giacomelli, targato PD. Quel PD di rottamatori delle libertà costituzionali anziché delle mafie e della corruzione presente in politica che hanno ridotto il Paese alla povertà. Giacomelli è un giornalista di tutto rispetto ma che in fatto di meccanismi tecnologici radio-tv non abbiamo notizie di una sua comprovata competenza. E’ un gap che lo sottomette alle malevoli decisioni...
LCN E FREQUENZE PRENDONO LA VIA DI STRASBURGO – RISOLUZIONE CONSIGLIO GENERALE REA...
scritto da Antonio Diomede
RISOLUZIONE DEL CONSIGLIO GENERALE REA (Roma, 22 maggio 2015 – Hotel Diana) Il Consiglio Generale REA riunito il 22 maggio 2015 presso l’Hotel Diana ha deliberato in merito al seguente Ordine del giorno: PROBLEMATICHE COLLEGATE ALLA RADIOFONIA Tavolo di lavoro rilevamento indagini ascolto radiofonici – insediato presso AGCOM Il Consiglio Generale della REA RESPINGE il verbale del 27 novembre 2014, sottoscritto da AGCOM, AERANTI – CORALLO, FRT, RAI, RNA, RTL, Radio 24, UPA e altri, con il quale intendono ricostituire la fallimentare esperienza della società AUDIRADIO per il rilevamento delle indagini di ascolto radiofonici. Il Consiglio Generale, APPROVA la relazione del Presidente nella quale sono indicati i percorsi alternativi per svolgere indagini radiofonici in regime di concorrenza e con strumenti informatici di ampio campionamento utilizzando la rete internet che permette di ottenere dati veritieri, non manipolabili e gestiti, a bassissimo costo, direttamente dall’Autorità come sancito dalla legge 249/97, articolo 1, comma 6, lettera b), punto11) “…l’Autorità cura le rilevazioni degli indici di ascolto e di diffusione dei diversi mezzi di comunicazione; vigila sulla correttezza delle indagini sugli indici di ascolto e di diffusione dei diversi mezzi di comunicazione rilevati da altri soggetti, effettuando verifiche sulla congruita’ delle metodologie utilizzate e riscontri sulla veridicita’ dei dati pubblicati, nonche’ sui monitoraggi delle trasmissioni televisive e sull’operato delle imprese che svolgono le indagini; la manipolazione dei dati tramite metodologie consapevolmente errate ovvero tramite la consapevole utilizzazione di dati falsi e’ punita ai sensi dell’articolo 476, primo comma, del codice penale; laddove la rilevazione degli indici di ascolto non risponda a criteri universalistici del campionamento rispetto alla popolazione o ai mezzi interessati, l’Autorita’ puo’ provvedere ad effettuare le rilevazioni necessarie”. PERTANTO, il Consiglio Generale REA ritiene che proporre da parte di AGCOM la ricostituzione della fallimentare esperienza AUDIRADIO, di...
AUTUNNO INCANDESCENTE PER L’EMITTENZA LOCALE...
scritto da Antonio Diomede
AUTUNNO INCANDESCENTE PER L’EMITTENZA LOCALE (questa volta si tratta di vita o di morte per molte tv locali) Riprendiamo il discorso da dove lo avevamo lasciato a luglio sui provvedimenti progettati dal MiSE e dall’AGCOM a completamento della strategia “Ammazza emittenti tv locali” per favorire le Reti Nazionali e le Telecoms. Dopo il fallimentare Piano di Assegnazione delle Frequenze televisive terrestri, dopo i Bandi farsa del MiSE, dopo l’assurda pianificazione LCN, AGCOM e MiSE, hanno avuto la faccia tosta di proporre alle locali canoni annuali non più calcolati sulla percentuale del fatturato, ma standardizzati per fasce numeriche di popolazione con cifre comprese tra i 60 e 110 mila euro/anno. La protesta delle emittenti locali si è fatta sentire in tutte le sedi politiche e istituzionali attraverso il durissimo confronto REA/AGCOM del primo luglio conclusosi con una resa parziale dell’Autorità la quale, nella riunione di Consiglio del 5 agosto, ha deciso di “congelare il provvedimento” in attesa di un diverso assetto radiotelevisivo promesso dal Governo. Soddisfatti del primo risultato, dunque, dobbiamo pensare al futuro visto e considerato che la richiesta al Governo per un diverso assetto radiotelevisivo è stato espressamente e ripetutamente sollecitata dalla REA. Per essere chiari il riassetto sarà tale se verrà varata una legge di bonifica di tutto il settore radiotelevisivo a cominciare dalla gestione dello spettro, della numerazione LCN, del sostegno economico alle radio e tv locali (tra cui la 448 e le provvidenze editoria) legato alla qualità della programmazione. Insomma, a settembre ci giochiamo la partita finale per la vita dell’emittenza locale e dell’articolo 21 della Costituzione. La domanda che tutti ci poniamo è se, con una categoria così divisa, individualista e isolata dal contesto produttivo, potrà farcela. Questa volta non si tratta di trovare espedienti per salvarsi individualmente per...
IL CONFLITTO D’INTERESSI NON MORIRA’ CON RENZI...
scritto da Antonio Diomede
IL CONFLITTO D’INTERESSI NON MORIRA’ CON RENZI (assegnazione delle frequenze, nomine pubbliche, incarichi di sotto governo continuano a prosperare nel conflitto d’interessi più sfacciato pur di mantenere o conquistare posizioni di potere) Abbiamo intercettato dall’enturage del PD una notizia che se fosse vera confermerebbe il giudizio che nutriamo verso il Governo Renzi di voler riformare tutto ciò che serve per rafforzare il suo potere personale nel partito per lasciare gli italiani peggio di come stanno. Quando il folcloristico personaggio afferma che è disposto a giocarsi tutto se non riesce a realizzare le fantomatiche riforme (non sappiamo ancora come) ci chiediamo: cosa è disposto a giocarsi? La carriera politica? non crediamo che interessi a nessuno. E’ giovane e forte avrà sempre tempo di imparare un altro mestiere, magari in agricoltura o nell’edilizia. La faccia? Ci sembra abbastanza “tosta” per dolersene. Le proprietà di famiglia? Non crediamo e, poi, sarebbe ben poca cosa rispetto ai danni che lascerebbe sulle spalle degli italiani. Infatti sono gli italiani che, per aver creduto in lui, sarebbero definitivamente lasciati in mutande ovvero sarebbero rovinati. Innovatori Europei, una giovane associazione culturale molto vicina al PD, ha pubblicato un comunicato stampa molto preoccupante per il metodo con cui il riformista Renzi intende operare nella scelta delle più alte cariche manageriali del Paese cioè quella di affidarsi a due società multinazionali il cui operato nel mondo occidentale è del tutto oscuro nelle finalità politiche, finanziarie ed economiche che, sappiamo, potrebbero determinare leadership molto pericolose per il destino dell’Italia e delle nazioni. Ecco la notizia rilasciata alla stampa da Innovatori Europei, giudicate voi: “La prossima settimana le società di head hunting Spencer Stuart e Korn Ferry presenteranno al ministro Padoan le proprie relazioni sui manager candidati alla guida delle grandi aziende pubbliche. Da una corretta selezione...
PER SALVARE 350 IMPRESE RADIOTELEVISIVE E 2800 POSTI DI LAVORO A COSTO ZERO CON UN SEMPLICE DISPOSITIVO DI LEGGE...
scritto da Antonio Diomede
PER SALVARE 350 IMPRESE RADIOTELEVISIVE E 2800 POSTI DI LAVORO A COSTO ZERO CON UN SEMPLICE DISPOSITIVO DI LEGGE CONFERENZA STAMPA DEL 6 MARZO 2014 – ORE 11.30 – HOTEL NAZIONALE PIAZZA MONTE CITORIO CAMERA DEPUTATI CON LA PARTECIPAZIONE DI TUTTI I PARTITI E I GRUPPI PARLAMENTARI STREAMING RADIOFONICO WWW.REASAT.IT (dalle ore 11.30 fino al termine) SERVIZI TELEVISVI CON INTERVISTE AI PARLAMENTARI INTERVENUTI WWW.AGENPARL.IT – WWW.DIRE.IT NOTA PER LA STAMPA La causa principale della crisi dell’emittenza locale è dovuta alla discriminante assegnazione delle frequenze televisive del digitale terrestre che non ha tenuto conto delle direttive europee e delle disposizioni di legge italiane ad opera dei Governi precedenti e dell’Autorità delle Garanzie nelle Comunicazioni. Le violazioni commesse hanno provocato ingenti danni economici alle imprese televisive valutate in 700 milioni di euro conseguenti allo stato prefallimentare di 350 emittenti con la perdita di 2800 posti di lavoro. E’ una tragedia più grande dell’ILVA e di Elettrolux in quanto sono in ballo migliaia di posti di lavoro e la fondamentale libertà costituzionale sul pluralismo dell’informazione. La REA ha più volte chiesto all’AGCOM e al Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) di convocare un Tavolo di lavoro, ma è come aver parlato ai sordi. Tuttavia la possibilità di rimediare ai danni commessi è possibile in occasione del nuovo standard televisivo DVB-T2 che consente di comprimere i segnali in modo tale da ottenere, con l’impiego di una sola frequenza, fino a 20 programmi rispetto agli attuali 6 del DVB-T. E’ una occasione da non perdere per adeguare il Piano di Assegnazione delle Frequenze alle Direttive europee e alla legislazione italiana in modo da creare i presupposti per salvare le aziende, i posti di lavoro, il pluralismo informativo nonché sviluppo e benessere per l’Italia. “Per realizzare tale opportunità, il Parlamento dovrà...
PORCELLUM RADIOTELEVISIVO – (serrato confronto REA/AGOM sulla nuova revisione del PNAF – le proposte della REA – Convegno Nazionale a...
scritto da Antonio Diomede
E’ incredibile, ma vero. A ferite fresche e sanguinanti, sgorganti dalla pelle delle locali, a causa del disastroso switch off televisivo, l’AGCOM convoca le associazioni per annunciare che presto, prestissimo, la banda 700, vale a dire altre dieci frequenze, verranno assegnate alle Telecoms e che, di conseguenza, dovremo aspettarci una nuova mattanza fatta di bandi “farsa” e costosi ricorsi giudiziari. Oltre alla dolorosa operazione di amputazione delle frequenze, si è anche parlato di una riparazione del Piano per sanare alcune situazioni RAI e d’interferenza con Francia, Croazia, Slovenia e Malta. Sul fronte radiofonico si è parlato anche del capitolo DAB+ ritenuto superato da altre piattaforme tecnologiche per il notevole ritardo di attuazione. Le responsabilità di tale ritardo sono note e sarebbe buona cosa se Ministero, AGCOM e AERANTI, ammesso che abbiano una coscienza, facessero un salutare “mea culpa”. Oramai il danno c’è e si vede quando l’Italia si confronta con gli altri Paesi Europei, come Austria, Inghilterra e Germania, dove la radio digitale esiste da oltre quindici anni. Questi Paesi, grazie al DAB, hanno maturato una ragguardevole esperienza tecnologica e raggiunto un diverso assetto frequenziale mentre l’etere italiano, come la mala politica, è rimasto intasato da interferenze malevoli, coperture ridicole, contenziosi giudiziari infiniti, accaparratori di frequenze di tutte le specie. Il Porcellum Radiotelevisivo italiano, caduto sotto la lente d’ingrandimento dell’Europa, è infinito. Ogni sei mesi l’AGOM, spalleggiata dal Ministero dello Sviluppo Economico, dunque dalla mala politica che lo governa da almeno un ventennio, stringe sempre più la corda intorno al collo delle locali, proponendo revisioni di Piano che finiscono per eliminarle dal contesto pluralistico a tutto beneficio delle grandi Reti nazionali e delle Telecoms. Dunque, in ogni revisione di Piano c’è sempre lo zampino della mala politica. Quella maledetta, sporca politica “dell’asso piglia tutto”...
IL PORCELLUM RADIOTELEVISIVO (gli effetti disastrosi sull’occupazione e sulla libera informazione)...
scritto da Antonio Diomede
Un’altra emittente televisiva locale, al secondo anno del digitale terrestre, è in serie difficoltà per l’esubero della forza lavoro rispetto ai ricavi. Si tratta della storica marchigiana TVRS di proprietà della Beta Spa. In una nota dei sindacati confederali di base si legge: ““…Ciò è tanto più incomprensibile e odioso se si guarda ai bilanci di tutti questi anni e alla qualità di aiuti che sono stati erogati a vario titolo dalle Istituzioni Pubbliche…” Se non conoscessimo l’Editore, in quanto associato REA, qualche dubbio sull’onestà e capacità imprenditoriale lo avremmo avuto. Le ragioni del paventato ridimensionamento del numero dei dipendenti preannunciato dall’Azienda sono ben altre. I sindacati parlano come se non sapessero che c’è stato uno switch off che ha distrutto il 70% delle tv locali per mano del “Porcellum Televisivo” programmato dal precedente governo Berlusconi in favore di Mediaset , RAI e Telecoms. Attaccare le Reti nazionali e le Telecoms per i privilegi che hanno ricevuto con il Porcellum Radiotelevisivo non conviene. Qualcuno nel sindacato potrebbe dire “tengo famiglia” e, poi, sarebbe una puntura d’ago sulla groppa di un elefante. E’ meglio attaccare le locali che per garantire quel pluralismo informativo tutelato dalla Costituzione (altrimenti ci sarebbero solo le Reti nazionali) beneficiano di alcune misure di sostegno economico previste dalla legge 448/98 e da sporadici benefici elargiti da alcune Amministrazioni locali. Il fondo della 448/98 è mediamente di 100 milioni di euro/anno, erogati a singhiozzo, in favore dei 1.780 soggetti tra radio e tv locali che nonostante il continuo calo degli ascolti e della pubblicità, grazie alla disastrosa gestione ministeriale del digitale televisivo terrestre, altrimenti detto Porcellum Radiotelevisivo, hanno garantito 6.000 posti di lavoro. Sono mollichelle se si considera che la RAI incassa 1,8 miliardi di euro dal canone e 1,9 miliardi di...
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