DECRETO ROTTAMAZIONE La battaglia si vince proseguendo l’azione legale verso la Corte Costituzionale e Strasburgo Carissimi, sono ad aggiornarvi sul ricorso che abbiamo presentato al Tar del Lazio relativo alla richiesta di annullamento della delibera 480/14/CONS con la quale, L’AGCOM, su indicazione del MiSE, ha depennato dal PNAF 74 frequenze ritenute interferenti ai segnali dei Paesi confinanti. Le nostre ragioni esposte nel ricorso sono riassunte in tre questioni: 1) la responsabilità della accertata interferenza che, secondo noi, è da attribuirsi esclusivamente all’AGCOM e al MiSE per aver incautamente pianificato frequenze non coordinate. Pertanto è stato chiesto di sostituire le 74 frequenze con altre coordinate senza costringere le emittenti alla dismissione degli impianti; 2) la legge prevede la garanzia per l’emittenza locale di vedersi assegnare almeno un terzo delle frequenze coordinate. Tale percentuale non è stata rispettata. Pertanto nel ricorso si richiedeva la revisione del PNAF anche in termini di redistribuzione della capacità trasmissiva disponibile per un uso più efficiente dello spettro come prevede la legge; 3) infine, la nostra tesi giuridica mette in evidenza l’incostituzionalità della Delibera dal momento che viòla l’articolo 21 della Costituzione nella parte dove i mezzi di comunicazione (le frequenze) non vengono assegnate in modo equo e di pari qualità tra i soggetti privilegiando le reti nazionali a discapito delle locali. Il ricorso, come ricorderete, concludeva richiedendo la sospensiva della dismissione delle frequenze, prevista per il 31 dicembre 2014, dall’art.6, comma 8, del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 145, convertito con modificazioni dalla legge 21 febbraio 2014, n. 9. La sospensiva non fu concessa per la motivata ragione del TAR secondo la quale il pericolo della chiusura dell’attività non era imminente in quanto mancavano gli atti normativi relativi alla dismissione delle frequenze indicati, successivamente, nel Decreto del 17 aprile 2015....
Conferenza Nazionale REA – Milano 2 ottobre 2014 presso IBTS...
scritto da Antonio Diomede
Conferenza Nazionale REA – Radiotelevisioni Europee Associate (per un riassetto radiotelevisivo rispettoso della libertà d’informazione e d’impresa) A Milano il 2 ottobre 2014 – ore 11.00 Centro Congressi NH Hotels (Assago Milanofiori Forum) IBTS Italian Broadcast Tecnologies Show “Chi ha tempo non aspetti tempo” è un antico detto latino quanto mai vero ed attuale per le sorti dell’emittenza locale italiana. Entro la fine dell’anno si decide sul rilascio definitivo di quelle frequenze televisive che creano problemi interferenziali con i Paesi confinanti. Pare che l’Europa abbia deciso di differire al 2020 la consegna della banda 700 UHF ai telefonici mentre pendono sul capo del Ministero dello Sviluppo Economico decine di ricorsi contro i Bandi farsa di assegnazione delle frequenze. Contro l’AGCOM, invece, pende il ricorso della REA per annullare il famigerato Piano LCN colpevole di aver fatto sparire dal video le storiche nonché gloriose tv locali ex analogiche. Ma all’improvviso è spuntata una bozza di delibera AGCOM che parlava di un canone annuale a carico degli operatori di rete di oltre 60 mila euro annui che se, applicata, avrebbe fatto fallire l’intero comparto. La delibera è stata ritirata grazie al fortissimo intervento della REA che ha sollevato la protesta dell’intero settore e la “strigliata” pervenuta all’AGCOM dall’Europa. Sappiamo che la responsabilità, alla fine dei conti, è di quel MiSE che nel 2003 fu governato da Berlusconi autore di tale sciagurato provvedimento di legge. Sui Bandi farsa sta indagando la Procura di Roma. Ci auguriamo che la Magistratura penale accerti e punisca adeguatamente i responsabili delle malefatte e degli ingenti danni che hanno provocato. Sulla questione LCN, nel frattempo, il Consiglio di Stato ha restituito i poteri al Commissario ad acta Marina Ruggieri con l’incarico di stendere un nuovo Piano che tenga conto delle legittime aspettative delle ex analogiche nell’occupare i primi posti...
PORCELLUM RADIOTELEVISIVO – (serrato confronto REA/AGOM sulla nuova revisione del PNAF – le proposte della REA – Convegno Nazionale a...
scritto da Antonio Diomede
E’ incredibile, ma vero. A ferite fresche e sanguinanti, sgorganti dalla pelle delle locali, a causa del disastroso switch off televisivo, l’AGCOM convoca le associazioni per annunciare che presto, prestissimo, la banda 700, vale a dire altre dieci frequenze, verranno assegnate alle Telecoms e che, di conseguenza, dovremo aspettarci una nuova mattanza fatta di bandi “farsa” e costosi ricorsi giudiziari. Oltre alla dolorosa operazione di amputazione delle frequenze, si è anche parlato di una riparazione del Piano per sanare alcune situazioni RAI e d’interferenza con Francia, Croazia, Slovenia e Malta. Sul fronte radiofonico si è parlato anche del capitolo DAB+ ritenuto superato da altre piattaforme tecnologiche per il notevole ritardo di attuazione. Le responsabilità di tale ritardo sono note e sarebbe buona cosa se Ministero, AGCOM e AERANTI, ammesso che abbiano una coscienza, facessero un salutare “mea culpa”. Oramai il danno c’è e si vede quando l’Italia si confronta con gli altri Paesi Europei, come Austria, Inghilterra e Germania, dove la radio digitale esiste da oltre quindici anni. Questi Paesi, grazie al DAB, hanno maturato una ragguardevole esperienza tecnologica e raggiunto un diverso assetto frequenziale mentre l’etere italiano, come la mala politica, è rimasto intasato da interferenze malevoli, coperture ridicole, contenziosi giudiziari infiniti, accaparratori di frequenze di tutte le specie. Il Porcellum Radiotelevisivo italiano, caduto sotto la lente d’ingrandimento dell’Europa, è infinito. Ogni sei mesi l’AGOM, spalleggiata dal Ministero dello Sviluppo Economico, dunque dalla mala politica che lo governa da almeno un ventennio, stringe sempre più la corda intorno al collo delle locali, proponendo revisioni di Piano che finiscono per eliminarle dal contesto pluralistico a tutto beneficio delle grandi Reti nazionali e delle Telecoms. Dunque, in ogni revisione di Piano c’è sempre lo zampino della mala politica. Quella maledetta, sporca politica “dell’asso piglia tutto”...
L’Imbroglio del DTT Italiano
scritto da Redazione
Il TAR del Lazio annulla la delibera LCN mentre Romani, AGCOM, FRT e AERANTI tremano – la REA invita Calabrò a dimetttersi Con la sentenza del TAR del Lazio del 29 luglio scorso, che annulla la Delibera 366/10 sull’ordinamento dei canali tv sul telecomando, l’ora della verità sull’imbroglio del digitale televisivo terrestre italiano si avvicina. L’artefice del ricorso contro l’AGCOM e il Ministero dello Sviluppo Economico è stato il Comitato Radio Televisioni Locali aderente al CARTv del quale, com’è noto, fa parte attivamente la REA. Le ragioni esposte dall’Avvocato Domenico Siciliano per conto della ricorrente sono chiarissime e difficilmente contestabili nonostante il Consiglio di Stato abbia accolto l’istanza AGCOM per la sospensiva della sentenza fino alla udienza del 30 agosto 2011. Commentando la decisione del Consiglio di Stato, l’Avvocato Domenico Siciliano, consulente legale della REA, ha chiosato: “spiace rilevare che l’Autorità di garanzia agisca per iniziativa unilaterale su una questione vitale per il comparto televisivo anziché confrontarsi con animo sereno e nei tempi giusti con le legittime aspettative di chi ogni giorno rischia in proprio in una situazione estremamente difficile, per continuare a rendere con lealtà e passione un servizio di interesse pubblico com’è l’attività radiotelevisiva”. Dunque il verdetto finale è rinviato a fine mese, ma la speranza è l’ultima a morire e la REA si batterà fino alla fine, anche ricorrendo alla Corte Costituzionale, affinché venga fatta giustizia per il massacro delle emittenti televisive locali eseguito dal Governo Berlusconi e dall’AGCOM di Calabrò che ha voluto politicizzare un evento epocale di trasformazione tecnologica che doveva essere neutrale, utile e funzionale allo sviluppo del Paese in una becera operazione di potere in favore dei gruppi dominanti della comunicazione televisiva nostrana e della telefonia mobile multinazionale. La REA chiede una nuova Delibera di riordino LCN agganciata a criteri “sani e trasparenti” che assicuri alle emittenti storiche presenti sul territorio di poter competere nel mercato, a pari condizioni e pari dignità, con le reti nazionali private e con la rete pubblica. Attualmente sono centinaia i fornitori di contenuti privi di LCN, pertanto, è cosa buona e giusta prevedere nella nuova Delibera l’assegnazione LCN agli operatori di rete in modo da garantire ai fornitori di contenuti ospitati sulla rete “certezza di esercizio” fin dal rilascio dell’autorizzazione ministeriale alla diffusione dei programmi televisivi. Gli editori televisivi locali devono rendersi conto che la battaglia giudiziaria in atto è la naturale “opposizione” delle tv locali più consapevoli al disegno politico del Governo e dell’AGCOM di Calabrò per metterle in liquidazione. Pertanto, nella seduta del Consiglio di Stato del 30 agosto, dobbiamo essere in tanti a sostenere le nostre ragioni costituendoci “ad opponendum”. Ovviamente la REA sarà in prima fila con le emittenti rappresentate, ma lasciando da parte le tessere di iscrizione, per la difesa di vitali interessi comuni, è fondamentale che tutte le emittenti si costituiscano. L’atto di costituzione deve essere immediatamente richiesto scrivendo a info@reasat.it Non vogliamo esprimere ulteriori giudizi sulla gestione AGCOM relativa al processo del DTT italiano, ma per dimostrare la propria indipendenza dalla politica governativa, bene farebbe il Presidente Calabrò a rimettere il proprio mandato nelle mani del...
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