PER SALVARE 350 IMPRESE RADIOTELEVISIVE E 2800 POSTI DI LAVORO A COSTO ZERO CON UN SEMPLICE DISPOSITIVO DI LEGGE CONFERENZA STAMPA DEL 6 MARZO 2014 – ORE 11.30 – HOTEL NAZIONALE PIAZZA MONTE CITORIO CAMERA DEPUTATI CON LA PARTECIPAZIONE DI TUTTI I PARTITI E I GRUPPI PARLAMENTARI STREAMING RADIOFONICO WWW.REASAT.IT (dalle ore 11.30 fino al termine) SERVIZI TELEVISVI CON INTERVISTE AI PARLAMENTARI INTERVENUTI WWW.AGENPARL.IT – WWW.DIRE.IT NOTA PER LA STAMPA La causa principale della crisi dell’emittenza locale è dovuta alla discriminante assegnazione delle frequenze televisive del digitale terrestre che non ha tenuto conto delle direttive europee e delle disposizioni di legge italiane ad opera dei Governi precedenti e dell’Autorità delle Garanzie nelle Comunicazioni. Le violazioni commesse hanno provocato ingenti danni economici alle imprese televisive valutate in 700 milioni di euro conseguenti allo stato prefallimentare di 350 emittenti con la perdita di 2800 posti di lavoro. E’ una tragedia più grande dell’ILVA e di Elettrolux in quanto sono in ballo migliaia di posti di lavoro e la fondamentale libertà costituzionale sul pluralismo dell’informazione. La REA ha più volte chiesto all’AGCOM e al Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) di convocare un Tavolo di lavoro, ma è come aver parlato ai sordi. Tuttavia la possibilità di rimediare ai danni commessi è possibile in occasione del nuovo standard televisivo DVB-T2 che consente di comprimere i segnali in modo tale da ottenere, con l’impiego di una sola frequenza, fino a 20 programmi rispetto agli attuali 6 del DVB-T. E’ una occasione da non perdere per adeguare il Piano di Assegnazione delle Frequenze alle Direttive europee e alla legislazione italiana in modo da creare i presupposti per salvare le aziende, i posti di lavoro, il pluralismo informativo nonché sviluppo e benessere per l’Italia. “Per realizzare tale opportunità, il Parlamento dovrà...
PER SALVARE 350 IMPRESE RADIOTELEVISIVE E 2800 POSTI DI LAVORO A COSTO ZERO CON UN SEMPLICE DISPOSITIVO DI LEGGE...
scritto da Antonio Diomede
INDAGINI DI ASCOLTO RADIO SECONDO “L’EFFETTO CHE FA”...
scritto da Antonio Diomede
Lunedì l’altro, 7 ottobre 2013, il Tavolo tecnico sulle indagini di ascolto radiofoniche è stato informato sull’esito relativo al collaudo dei meter radiofonici in sperimentazione presentati da Niesel, Ipsos, Eurisko e Médiamétrie. Secondo il parere tecnico della Fondazione Bordoni e dell’ISCOM (Istituto Superiore Comunicazioni) l’esito preliminare del test è positivo nel senso che tra i meter non ci sono particolari scostamenti nel rilevamento. Ciò non significa che i meter sperimentati riescano a discriminare perfettamente i codici ricevuti e che siano esenti da interferenze. Tuttavia, l’Autorità ha invitato il Tavolo a passare alla fase due della sperimentazione consistente nel rilevamento di sei emittenti, tre nazionali e tre locali, per vedere “l’effetto che fa”. I risultati saranno resi noti il 21 novembre. Speriamo bene, ma indipendentemente dal risultato tecnico dei meter bisogna considerare i costi e, ancor più, il tipo di campionamento da adottare. Se l’adozione del meter è già considerato molto costoso per le nazionali, per le locali sarà proibitivo. Dunque, quale soluzione intenderà adottare l’Autorità affinché le locali siano rilevate a basso costo, con un adeguato campionamento e con un metodo “omologato”, di assoluta trasparenza? Non pensi l’Autorità, una volta risolti i problemi tecnici dei meter, di chiudere il Tavolo lasciando il problema delle rilevazioni delle locali nelle uniche ed insindacabili mani private di Eurisko! La REA torna a ribadire che l’Autorità non può continuare a declinare l’obbligo di vigilanza e cura delle indagini di ascolto dettate dalle legge 249/97. Potrebbe curare indagini serie e trasparenti, direttamente, attraverso la rete internet impiegando un semplicissimo software applicativo dal costo irrrisorio. Però sappiamo che adottare le cose semplici e poco costose è come togliere il prosciutto dalla bocca a coloro che sulle indagini tipo Audiradio hanno costruito le loro fortune e , ancora oggi, continuano a...
IL PORCELLUM RADIOTELEVISIVO (gli effetti disastrosi sull’occupazione e sulla libera informazione)...
scritto da Antonio Diomede
Un’altra emittente televisiva locale, al secondo anno del digitale terrestre, è in serie difficoltà per l’esubero della forza lavoro rispetto ai ricavi. Si tratta della storica marchigiana TVRS di proprietà della Beta Spa. In una nota dei sindacati confederali di base si legge: ““…Ciò è tanto più incomprensibile e odioso se si guarda ai bilanci di tutti questi anni e alla qualità di aiuti che sono stati erogati a vario titolo dalle Istituzioni Pubbliche…” Se non conoscessimo l’Editore, in quanto associato REA, qualche dubbio sull’onestà e capacità imprenditoriale lo avremmo avuto. Le ragioni del paventato ridimensionamento del numero dei dipendenti preannunciato dall’Azienda sono ben altre. I sindacati parlano come se non sapessero che c’è stato uno switch off che ha distrutto il 70% delle tv locali per mano del “Porcellum Televisivo” programmato dal precedente governo Berlusconi in favore di Mediaset , RAI e Telecoms. Attaccare le Reti nazionali e le Telecoms per i privilegi che hanno ricevuto con il Porcellum Radiotelevisivo non conviene. Qualcuno nel sindacato potrebbe dire “tengo famiglia” e, poi, sarebbe una puntura d’ago sulla groppa di un elefante. E’ meglio attaccare le locali che per garantire quel pluralismo informativo tutelato dalla Costituzione (altrimenti ci sarebbero solo le Reti nazionali) beneficiano di alcune misure di sostegno economico previste dalla legge 448/98 e da sporadici benefici elargiti da alcune Amministrazioni locali. Il fondo della 448/98 è mediamente di 100 milioni di euro/anno, erogati a singhiozzo, in favore dei 1.780 soggetti tra radio e tv locali che nonostante il continuo calo degli ascolti e della pubblicità, grazie alla disastrosa gestione ministeriale del digitale televisivo terrestre, altrimenti detto Porcellum Radiotelevisivo, hanno garantito 6.000 posti di lavoro. Sono mollichelle se si considera che la RAI incassa 1,8 miliardi di euro dal canone e 1,9 miliardi di...
La REA scrive a Cardani, Passera e Vari
scritto da Antonio Diomede
Ecco il testo della lettera inviata dal Presidente della REA Antonio Diomede. Con riferimento alla conversazione del 20 marzo u.s., intercorsa tra Lei e la delegazione REA rappresentata dal Presidente Antonio Diomede, relativamente ai seguenti argomenti: revisione delle metodologie relative al rilevamento degli ascolti radiofonici e televisivi; diversa destinazione dei sei canali televisivi, ex beauty contest; contenzioso accumulatosi sui diritti connessi con la Società Consortile Fonografici (SCF) e rinnovo convenzione SIAE/Associazioni su licenze diritto d’autore; si torna a ribadire quanto segue Quanto al rilevamento delle indagini di ascolto, sia radiofonici sia televisivi, si invita l’Autorità a dettare regole ben precise affinché cessi definitivamente “il balletto dei numeri” effettuato dalle società Eurisko e Auditel il quale finisce per danneggiare le emittenti locali, gli inserzionisti e i consumatori per via di dati e classifiche manipolabili ed incontrollabili per i quali, com’è noto, sono mediamente in gioco 4 miliardi di euro di pubblicità televisiva e 500 milioni di euro di pubblicità radiofonica. In particolare si evidenzia il conflitto d’interessi della società Auditel il cui maggiore azionista (RAI e MEDIASET) opera con pieni poteri per rilevare il dato alle proprie imprese e alle concorrenti nazionali e locali creando turbativa e distorsione nei mercati della pubblicità e del consumo. Riguardo alla metodologia di rilevamento si sottopone all’attenzione dell’Autorità la necessità di determinare appropriati “Protocolli” ai quali le società rilevatrici dovranno attenersi per rendere trasparenti e “certificabili” le indagini. A tal proposito la REA ritiene superata sia l’indagine CATI (telefonica) sia l’indagine effettuata mediante “meter” e che sia giunta l’ora d’instradare il rilevamento attraverso la rete internet la quale, oltre a disporre milioni di indirizzi di posta elettronica, suddivisi per generi, età, professione e aree geografiche, consente la elaborazione dei dati in tempo reale, con assoluta trasparenza e con bassissimi costi di gestione. Pertanto la REA non riconosce le indagini Eurisko/Auditel e chiede all’Autorità che sull’argomento promuova un’indagine conoscitiva al fine di acquisire ulteriori elementi dagli operatori radiotelevisivi, dagli inserzionisti e dai consumatori per, poi, deliberare entro brevissimo tempo; Quanto al ripristino della convenzione SIAE/SCF/Emittenti, con la quale determinare le condizioni di rilascio delle rispettive licenze, la REA chiede la convocazione del Tavolo sul Diritto d’Autore istituito presso l’Autorità; Quanto alla destinazione delle sei frequenze televisive, ex beauty contest, la REA invita ancora una volta l’Autorità ad intervenire presso il Ministro Corrado Passera affinché quelle risorse vengano utilizzate per riparare quel disastroso Piano di Assegnazione delle frequenze che se lasciato così com’è, oltre alla sterzata anticostituzionale, in termini di “costo sociale e occupazionale” è prevedibile che si spenda più di quanto si potrà ricavare dalla loro vendita. A tal ultimo proposito, si coglie l’occasione per esprimere l’indignazione delle emittenti locali per la spregiudicatezza con cui l’Autorità ha emesso la nuova delibera LCN 237/13/CONS. Già in sede di consultazione pubblica la REA aveva denunciato l’atteggiamento compiacente dell’Autorità verso le emittenti nazionali MTV, DeeJay e la7, ultime arrivate sul video, di proprietà dei noti gruppi l’Espresso e Telecom ai quali, grazie ai loro appoggi politici e lobbistici, è stato regalato il 7 – 8 e 9 del telecomando. Pertanto la REA contesta in toto la delibera 237/13/CONS in quanto il suo contenuto dimostra chiaramente che l’Autorità non solo non ha rispettato le sentenze del Consiglio di Stato, ma ha compiuto una spregevole azione punitiva verso 25 emittenti locali storiche cacciandole dal primo arco di numerazione del telecomando per confinarle nel secondo, settimo e decimo arco. A nostra memoria neppure l’ex Garante Santaniello si sarebbe mai permesso di sbeffeggiare un settore editoriale che per importanza culturale, radicamento sul territorio e impiego di risorse occupa oltre diecimila addetti. La REA ritiene che siffatta Autorità non abbia il crisma dell’indipendenza e dell’imparzialità e che i suoi componenti, in toto, o quanto meno il Suo Presidente, persona di evidente buona fede, bene farebbero a trovare il coraggio di consegnare il mandato nelle mani di coloro che li hanno spinti a tali...
La REA incontra il Presidente AGCOM Angelo Cardani
scritto da Antonio Diomede
L’annunciato incontro tra la REA e il Presidente AGCOM, Angelo Cardani, si è svolto il 20 marzo scorso presso la sede dell’Autorità di Roma. Il Presidente della REA, Antonio Diomede, assistito dai consiglieri Salvatore Riso per il settore radiofonico e Gabriele Betti per il settore televisivo, ha francamente rappresentato al Prof. Cardani l’elevato grado di sofferenza dell’emittenza locale in ordine alle problematiche collegate alla ingestibile pianificazione delle frequenze, alle indagini di ascolto radiofoniche e televisive, al cattivo esercizio del diritto d’autore da parte di SIAE e SCF che penalizza radio, tv, autori, editori, artisti e operatori della comunicazione artistica e del mercato discografico indipendente. Un particolare richiamo è stato manifestato dal Presidente Diomede sulla necessità di introdurre una delibera LCN (numerazione automatica canali sul telecomando) rispettosa della presenza storica delle emittenti locali sul territorio piuttosto che privilegiare le nazionali musicali “ultime arrivate” sul video. L’incontro si è concluso con una presa d’atto del Presidente Cardani sullo stato di disagio del settore impegnandosi a esaminare con la massima attenzione le proposte della REA anche mediante la convocazione dei Tavoli già istituiti sulle indagini di ascolto e sul diritto d’autore. Al termine dell’incontro, Antonio Diomede, ha dichiarato: “… ho avuto l’impressione che il Prof. Cardani si trovi a presenziare un’Autorità che non potrà fare nulla di nuovo rispetto alla precedente gestione Calabrò sottomessa al volere degli interessi delle lobby quale espressione delle congregazioni dei partiti che hanno governato il Paese. Pertanto se entro breve tempo non vedremo una inversione di rotta dell’AGCOM, sulla sua indipendenza dal Potere Politico dominante, svilupperemo nel Paese e nel Parlamento neo eletto una forte azione di riforma dell’Autorità e lavoreremo per la demolizione del...
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