LA REA ALL’AGCOM: IL DAB NON INTERESSA PIU’ ALL’EMITTENZA LOCALE

LA REA ALL’AGCOM: IL DAB NON INTERESSA PIU’ ALL’EMITTENZA LOCALE

(per rilanciare il settore è indispensabile pianificare la FM)

 La consultazione della REA del 9 giugno 2015 in AGCOM sulle possibilità di pianificazione nazionale del DAB+, alla quale ha partecipato anche il MiSE,  si è risolta con un secco ” IL DAB? NO GRAZIE,  LO AVETE FATTO MORIRE” motivato soprattutto dal fatto che è fuori tempo di venti anni rispetto alla evoluzione tecnologica digitale mondiale.  La responsabilità di tale inconcepibile ritardo è tutta del MiSE e dell’AGCOM che, scientemente, hanno  preferito spingere sulla TV digitale dove c’era da fare in fretta per far vendere milioni di decoder e televisori divenuti anch’essi obsoleti nel giro di appena cinque anni con l’introduzione del DTT-T2. La logica della politica di questo Paese è sempre la stessa; dove ci sono affari immediati da fare non si bada alle conseguenze di sviluppo economico del Paese, ma alle tasche delle lobby che riescono a spingere sui Governi per ottenere ciò che vogliono. “La TV digitale è costata al cittadino  italiano oltre 5 miliardi di euro, sarebbe bastato un sostegno di cento volte più piccolo, appena 50 milioni di euro,  per realizzare nei tempi giusti la radio digitale” , ha chiosato il Presidente della REA, Antonio Diomede durante la consultazione. L’idea di rilanciare il DAB oggi non è sostenibile anche per le condizioni sfavorevoli dell’economia che non gira come dovrebbe. Pertanto se si vuole davvero rilanciare il comparto radiofonico, occorre pensare a pianificare la FM per consolidare gli ascolti con una impiantistica isofrequenziale che ha il vantaggio di ampliare notevolmente le aree di servizio con segnali non interferiti e con ridotti costi di gestione. La REA, ha concluso il Presidente Diomede, invita il  grande assente della partita sulla Radio digitale, il Governo, a smetterla di fare chiacchiere. Il sottosegretario Giacomelli, esca allo scoperto se ha qualcosa di buono da realizzare. Noi siamo disponibili ad appoggiare le cose concrete non le fandonie finora raccontate alla stampa. Inizi dunque a confrontarsi costituendo tavoli di lavoro per trovare le giuste convergenze con gli operatori e le associazioni per rilanciare il settore radiotelevisivo ai fini del recupero tecnologico e dei 2700 posti di lavoro persi in meno di tre anni. Tutto il resto sono CANZONETTE

San Cesareo, 13 giugno 2015

REA- Radiotelevisioni Europee Associate