Contributi TV – La REA ricorre alla Corte dei Conti

Ill.mo Presidente Corte dei Conti

Dott. Arturo Martucci di Scarfizzi

 Roma

OGGETTO: Regolamento di attuazione della legge 198/2016 di ripartizione del legge Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione riguardo le Emittenti Locali.

Lo scrivente, Antonio Diomede, presidente dell’Associazione REA – Radiotelevisioni Europee Associate, ritiene doveroso ed opportuno sottoporre all’attenzione di Codesta Corte la necessità di effettuare una valutazione di scopo, compatibile con le finalità relative all’impiego del danaro pubblico,  con i requisiti e le modalità  contenuti  nel Regolamento di distribuzione dei contributi e fondi a favore dell’emittenza radiotelevisiva locale previsti  dalla Legge 198/2016 intitolata “Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione

Come desumibile dal titolo e dal contenuto della citata legge, la somma destinata doveva servire al sostegno dell’intero settore con i fini di “…assicurare la piena attuazione dei principi di cui all’articolo 21 della Costituzione, in materia di diritti, libertà, indipendenza e pluralismo dell’informazione, nonché di incentivare l’innovazione dell’offerta informativa…”. Invero succede che il Regolamento sottoposto alla verifica di giustizia etica, economica e contabile di Codesta Corte, già incautamente firmato dal Presidente della Repubblica, destina circa 110 milioni di euro ai cento soggetti capaci di superare la soglia di un congruo numero di assunzioni che finiranno per essere finte e/o mirate all’appropriazione di un contributo medio di circa un milione di euro l’anno in barba ai principi di libertà, indipendenza e pluralismo dell’informazione sanciti nell’articolo 21 della Costituzione.

Ma non è tutto.

Non è concepibile l’intrusione di una società privata come “Auditel”, partecipata da RAI – Mediaset e La7, dirette concorrenti delle tv locali, stabilire il dato di ascolto dei soggetti in concorso come requisito significativo per determinare il “quantum” del contributo spettante a ciascuna emittente. Non è concepibile, inoltre, l’applicazione retroattiva delle norme del Regolamento agli anni 2015 –   2016 e 2017. Tale retroattività potrebbe essere configurata come turbativa d’asta in quanto conosciuta solo da pochi soggetti che ovviamente hanno potuto adeguare preventivamente i requisiti richiesti dal Regolamento per accaparrarsi parte de lucroso fondo di 100 milioni di euro riservato alle prime cento emittenti.

Ne consegue che, a prescindere dai valori di libertà e pluralismo attinenti alle previsioni Costituzionali, si da luogo ad un’evidente distorsione del mercato (ove tutte le aziende televisive locali operano indistintamente) e soprattutto si creano i presupposti per la cessazione di 400 imprese su 500 con la perdita di oltre duemila posti di lavoro su tremila stabilmente occupati, ben superiore ai circa mille posti che potrebbero garantire le 100 fortunate emittenti vincitrici del milione di euro l’anno per via dell’anomalo Regolamento.

Avendo visionato lo scrivente come sia vigente una normativa Europea cosiddetta “De Minimis” che individua il limite massimo degli Aiuti di Stato fissata a 200.000 € su una media di tre anni, ci si domanda come sia compatibile con tale normativa il Regolamento in questione peraltro non sottoposto a verifica della compatibilità con le Norme Europee mediante procedura di notificazione. E, solo per annotazione, un’eventuale violazione del regime De Minimis poteva avvenire solo in presenza di aziende di proprietà pubblica riconosciute per legge come aziende di “Servizio Pubblico”  come lo è la RAI. In caso contrario, qualsiasi contributo elargito, si configura come indebito “aiuto di Stato” come potrebbe essere quello previsto dal Regolamento di cui si parla.

Per quanto sopra esposto, in nome e conto delle emittenti televisive e radiofoniche associate, che per le loro dimensioni ritengono di essere pesantemente danneggiate e discriminate dalla illogica distribuzione di Fondi Pubblici, e nell’interesse collettivo per un corretto impiego delle risorse dello Stato

CHIEDE

l’intervento di Codesta illustrissima Corte dei Conti al fine del rispetto dell’equa e trasparente gestione delle risorse dello Stato e delle previsioni costituzionali della Legge 198/2016.

Con riserva d’intervento presso le competenti Autorità Europee.

Roma, 15 settembre 2017

REA – Radiotelevisioni Europee Associate

(Antonio Diomede)