Consultazione pubblica di cui alla delibera 17/21/CONS – pianificazione LCN Premesso che la partecipazione della sottoscritta associazione REA è mirata a ricondurre il MISE e l’Autorità al rispetto dei principi della libertà d’impresa, del pluralismo nell’uso dei mezzi di comunicazione, della massima occupazione e della libertà del cittadino di informare ed essere informato e che l’eventuale uso distorto o elusivo dei principi costituzionali verranno segnalati sia all’opinione pubblica sia impugnati davanti alla Magistratura. Ciò premesso, si comunica quanto segue. A distanza di ben undici anni dalla prima pianificazione LCN della tv post analogica, contemplata nella delibera 366/10/CONS, annullata dal Consiglio di Stato, e successiva delibera 237/13/CONS, si sono consolidate nuove abitudini dell’utenza nel frequentare i canali televisivi preferiti. Dovendo nuovamente ripianificare la numerazione sul telecomando, con prevedibili disagi per l’utenza e per le imprese, è profittevole apportare alcuni miglioramenti compensativi all’attuale assetto LCN ma è impossibile non ingenerare una incontrollata turbativa nel mercato della pubblicità per la quale ancora una volta sarà la piccola e media impresa a pagarne le spese dal momento che a veicolare i bandi LCN per l’accesso alla nuova numerazione sarà il DPR 146/17 con i suoi discriminanti requisiti (Segnalazione AGCM del 19 gennaio 2021 inviata a Presidente del Consiglio, Presidente della Camera, Presidente del Senato, Ministro dello Sviluppo Economico). La predetta turbativa è duplice. Una all’interno della libera concorrenza tra le locali, l’altra nel mercato nazionale dove troveremo le reti nazionali ex analogiche piazzate saldamente alle numerazioni tradizionali, quindi sempre visibili dall’utenza, mentre le locali saranno scompaginate nel video su numerazioni diverse con perdite di ascolto e pubblicità per il giusto tempo di un possibile fallimento di tutto il settore se a ciò si aggiungesse il gravissimo disagio che dovrà subire a seguito del differenziato passaggio dal DVB –T al...
Passaggio al DVBT-2 Rischio 42 milioni di Tv oscurati...
scritto da Antonio Diomede
LA REA DIFFIDA MISE E GOVERNO – 42 MILIONI DI TV RISCHIANO L’OSCURAMENTO Com’è noto, il 1 settembre 2021 è in partenza il passaggio dalla tecnologia DVD-T al DVB-T2 secondo il seguente calendario: 1 Settembre – 31 Dicembre 2021: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e le province di Trento e di Bolzano; 1 Gennaio – 31 Marzo 2022: Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Campania, Sardegna; 1 Aprile – 30 Giugno 2022: Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata, Abruzzo, Molise, Marche Pertanto i televisori non compatibili con il nuovo standard DVB-T2 non potranno più ricevere i programmi televisivi delle Reti nazionali e locali. Apprendiamo con molta preoccupazione da vari studi che, per la data del 1 settembre 2021 e seguenti, il parco nazionale dei televisori abilitati non supererà il 30 – 35%. Di fronte a tale ipotesi sarebbe indispensabile fin d’ora assicurare il servizio radiotelevisivo nazionale e locale al 100% della popolazione mettendo a disposizione doppie frequenze in modo da continuare il servizio in DVB-T e, contemporaneamente, con il nuovo standard DVB-T2 senza penalizzare l’utenza, operatori di reti e fornitori di contenuti FSMA. Si avverte che non saranno accettate soluzioni parziali, discriminatorie e ulteriormente distorsive della concorrenza del mercato per la stessa sopravvivenza dell’emittenza locale già fortemente penalizzata dall’anticostituzionale DPR 146/17 messo artatamente a cappello del processo tecnologico in atto. Riteniamo che almeno 42 milioni di televisori rimarranno oscurati, mentre l’utenza locale potrebbe perdere tra il 60% e il 70% dell’ascolto tradizionale...
Tavolo Tv 4.0 – REA: Ricavare oltre 1 miliardo dalle frequenze tv si può...
scritto da Antonio Diomede
Tavolo Tv 4.0 – riassegnazione delle frequenze banda 700 Mhz – secondo switch-off al DVB-T2 (Ricavare oltre un miliardo dalle frequenze televisive si può) La Rea – Radiotelevisioni Europee Associate – contesta la modalità con cui il Ministero dello Sviluppo Economico vuole assegnare le frequenze televisive, in concomitanza con l’avvio del 5G, radiotelefonia e dati di quinta generazione. Le Modalità sono state scritte dal passato Governo in linea con l’obbiettivo di favorire le Reti Nazionali e non seguire lo sviluppo del settore, impedendo l’ingresso di altri operatori e colpendo per l’ennesima volta il settore delle televisioni locali, aggredito dalla crisi e dalle illogiche scelte dell’ultimo decennio della politica. La Rea ha proposto sin da aprile di quest’anno ad AGCOM un uso razionale delle frequenze che con la nuova tecnologia del DVB-T2 portano alla triplicazione del numero di canali trasmissibili, permettendo la messa a gara di almeno metà delle frequenze, mentre invece si spacciano come insufficienti e quindi che debbono essere date TUTTE alle Reti Nazionali ed addirittura tolte in gran parte alle Televisioni Locali. E’ appena da ricordare che le TV Locali danno occupazione a oltre 4000 dipendenti in grande parte giornalisti, e sono una fattore di pluralismo culturale e sviluppo per le aziende locali dei territori. Senza contare che proprio le Tv e Radio locali sono alla base dell’esistenza delle stesse Reti Nazionali con la sentenza del 1977 della Corte Costituzionale. Se questo Governo del cambiamento non vuole valutare la proposta sviluppata dalla Rea, rischia di esporre ulteriormente a procedure di infrazione che la UE ha dovuto avviare all’Italia a causa della scellerata attuazione del primo passaggio al digitale anni 2010-2012. In conclusione si invita nuovamente l’attuale Governo a valutare come meglio gestire il passaggio al digitale di secondo tipo, generando introiti di oltre un...
Tavolo Tv 4.0 Relazione REA sulla riassegnazione delle frequenze banda 700...
scritto da Antonio Diomede
Tavolo Tv 4.0 – al Presidente On.le Luigi Di Maio (Relazione REA sulla riassegnazione delle frequenze banda 700 Mhz) Data la complessità della situazione del settore emittenti locali televisive rappresentate dalla scrivente associazione, si ribadiscono sinteticamente i punti già espressi nell’audizione tenutasi il 16 aprile 2018 presso AGCOM sul medesimo argomento di cui si allega il relativo verbale. Il nodo centrale su cui si impernia la problematica della riassegnazione delle frequenze è quello della definizione chiara della “capacità trasmissiva” da cui discende la conversione dei diritti d’uso delle frequenze degli operatori di rete nazionali in diritti d’uso di capacità trasmissiva. La legge individua un conversione da FREQUENZE a CAPACITA’ TRASMISSIVA. L’Autorità AGCOM ha pubblicato una consultazione da pochi giorni sul suo sito con delibera 474/18/CONS con scadenza 28 ottobre, cercando conforto in sue scelte contestate da vari attori. Si sappia che la REA fin dal 2009, data di inizio dello swich off, ha sostenuto una pianificazione secondo la capacità trasmissiva globale delle frequenze anziché con il dimostrato errato passaggio canale analogico/canale digitale concepita dall’intesa AGCOM-MISE dell’epoca su precise indicazioni del Governo Berlusconi (Ministro Paolo Romani) a tutela principalmente degli interessi della premiata ditta Mediaset & C. La REA sostiene da sempre che la capacità trasmissiva, secondo le attuali tecnologie, attiene alla capacità di trasmettere programmi e non bit al secondo, ne tantomeno frequenze. Il concetto delle Frequenze è superato dalla capacità di trasmettere programmi, dove i programmi sono espressione di pluralismo, differenze culturali, come previsto dalla legge di bilancio 2018, art.1 comma 1031: “ In linea con gli obiettivi della politica audiovisiva europea e nazionale di coesione sociale, pluralismo dei mezzi di comunicazione e diversita’ culturale e con la finalita’ della piu’ efficiente gestione dello spettro consentita dall’impiego delle tecnologie piu’ avanzate…” Ne consegue...
IL PIANO FREQUENZE REA PER RECUPERARE 1800 MILIONI DI EURO...
scritto da Antonio Diomede
IL PIANO FREQUENZE REA PER RECUPERARE 1800 MILIONI DI EURO (Piano Frequenze liberazione banda 700 Mhz – passaggio al T2) PREMESSA La proposta AGCOM di Ripianificazione conseguente al rilascio delle frequenze televisive della banda 700 per via dell’imminente passaggio al T2 non può essere avulsa dalla storia dello switc off italiano del 2009 che avremmo preferito fosse stato portato per mano durante il difficile percorso dell’evoluzione tecnologica, anziché averlo visto incautamente abbandonato nelle mani della lobby dell’elettronica di consumo e di quella di produzione delle reti. Un appuntamento così importante andava seguito, passo dopo passo, considerata la importante ricaduta che avrebbe avuto sulla società dell’informazione. La REA e il CRTL – Comitato Radio Televisivo Locale – ritengono che rispetto a tale argomento lo switch off al DVB-T, il cosiddetto T1, poteva essere saltato per rinviarlo al DVB- T2 cioè al nuovo standard europeo. Invece, così non è stato. Nel giro di pochissimi anni, l’utenza si troverà a dover subire un secondo switc off che comporta una nuova rottamazione dei televisori, dei decoder e il rifacimento dell’impianto dell’antenna ricevente, con esborso di danaro per le famiglie. Alcuni Operatori, ovviamente, dovranno traslocare su altri mux o rottamare. Tutto questo movimento può far pensare a un mercato dinamico in crescita. In realtà le nostre imprese non hanno nessun vantaggio, in quanto tutti i televisori con decoder integrati e i decoder nuovi vengono prodotti all’estero. Il Governo italiano ha solo fatto un grandissimo favore alle aziende asiatiche, dal Giappone alla Cina, e a quelle di Olanda, Stati Uniti e Germania. In pratica, ci viene data solamente una tecnologia nuovamente cambiata senza che le nostre aziende usufruiscano di nessun beneficio. Per la cronaca, ponemmo questo grosso interrogativo alla IX Commissione Trasporti, Poste, Telecomunicazioni della Camera nella audizione del 3...
PORTIAMO L’ITALIA IN TESTA ALLO SVILUPPO TECNOLOGICO DELLE TELECOMUNICAZIONI U.E....
scritto da Antonio Diomede
PORTIAMO L’ITALIA IN TESTA ALLO SVILUPPO TECNOLOGICO DELLE TELECOMUNICAZIONI U.E. (lo studio della REA consegnato all’AGCOM nella consultazione del 22 aprile 2016) Si è conclusa positivamente la consultazione AGCOM e REA con un confronto tecnico circa l’opportunità del superamento definitivo dello standard televisivo SD/MPEG2 e con gradualità dell’MPEG4, per adottare l’innovativo T2/H265 a partire dal 2018. Questa è stata la proposta della REA unita alla necessità del rilascio contestuale della Banda 700 MHz come richiesto dalla Commissione Europea. Il progetto REA viene incontro sia al recupero tecnologico dell’Italia rispetto a Francia, Germania e Regno Unito per l’introduzione entro il 2018/2020 della banda larga mobile sia al definitivo assetto del sistema televisivo con la previsione di una nuova pianificazione basata sull’uso efficiente dello spettro mediante assegnazioni agli operatori di rete di porzioni di banda anziché di interi canali per la maggiore disponibilità di capacità trasmissiva permessa dall’introduzione del DVB-T2/H265. La REA ha consegnato all’AGCOM uno studio dettagliato dell’operazione che prevede un ricavo d’asta di 2,5 miliardi di euro per il rilascio della Banda 700 MHz dai quali verrebbero stornati max 1 miliardo per un “bonus” da erogare all’utenza per l’acquisto del nuovo decoder T2/H265 collegabile anche alla rete internet e max 1 miliardo di euro per l’ammodernamento delle reti di diffusione. Pertanto, rimarrebbe un attivo di 500 milioni di euro nel bilancio dello Stato. Ovviamente, secondo le previsioni della REA, alcun risarcimento “rottamazione” dovrebbe essere concesso a quegli operatori di Rete nazionali che lasceranno le frequenze della Banda 700 MHz ricevute gratuitamente, ma che hanno altre frequenze di utilizzo nella Banda 500/600 MHz per l’incremento di capacità trasmissiva introdotta dallo standard H265. Il Progetto REA va nella direzione del “buon governo” per il rinnovamento del Paese, ma Antonello Giacomelli, sottosegretario alle comunicazioni, nel suo intervento...
PARERE DELLA REA ALLA IX COMMISSIONE TRASPORTI DELLA CAMERA SUL RILASCIO DELLA BANDA 700 MHz...
scritto da Antonio Diomede
PARERE DELLA REA ALLA IX COMMISSIONE TRASPORTI DELLA CAMERA SUL RILASCIO DELLA BANDA 700 MHz (con contestuale passaggio al DVB-T2/H265 nel 2017) Nel ringraziare la Commissione dell’invito ricevuto per un parere di merito sulla proposta di decisione del Parlamento Europeo e del Consiglio relativa all’uso della banda 700 MHz nell’Unione, dalla quale dipende lo sviluppo tecnologico delle reti di telefonia mobile e radiotelevisive fisse, con la presente relazione si evidenziano alcuni dati oggettivi relativi all’attuale impiego delle risorse radioelettriche in Italia per meglio sostenere la opportunità della proposta UE mirata a concretizzarsi entro il 2020. Anzi, secondo il nostro modesto parere, sarebbe opportuno anticipare l’evento al 2017 per inserirsi nella corsa tecnologica intrapresa da Francia, Germania e Regno Unito. Quest’ultimo postulato, ovviamente, è valido nella misura in cui il trasferimento della banda 700 MHz alla telefonia mobile sarà contestuale al passaggio tecnologico al DVB-T2/H265. La contestualità è fondamentale se si desidera realizzare un armonioso assetto radiotelevisivo capace di risolvere anche le note problematiche derivanti dalla maldestra pianificazione delle frequenze UHF. In allegato si rimette uno studio relativo alla fattibilità di tale progetto, premettendo per chiarezza di pensiero le seguenti osservazioni: lo swith off televisivo analogico/digitale del 2010 ha impiegato la tecnologia DVB-T1 mentre era già disponibile il più evoluto DVB-T2 per il quale cambiamento si sono spesi circa 2 miliardi di euro; già dal 2010 si sapeva che i telefonici avrebbero chiesto l’uso della banda 700 (esiste richiesta ITU dal 2006). Come mai non si è pensato di rinviare il passaggio analogico/digitale della Tv facendolo coincidere con il rilascio della banda 700 MHz ai telefonici? Se ciò fosse accaduto l’utenza e le imprese televisive non sarebbero oggi costrette a sopportare le spese di un altro swtch off in così breve tempo! l’AGCOM e...
MA CHI LE HA MESSE AL GOVERNO QUESTE TESTE DI PEZZA?...
scritto da Antonio Diomede
MA CHI LE HA MESSE AL GOVERNO QUESTE TESTE DI PEZZA? Al MiSE non capiscono che il rilascio immediato della banda 700 con il contestuale passaggio al digitale DVB-T2 è una opportunità da non perdere per inserirsi tra i grandi d’Europa nel veicolare lo sviluppo tecnologico degli anni 2030 e per risanare tutto il comparto radiotelevisivo. La UE ha inviato in missione speciale il Commissario Oettinger a spiegare che se non facciamo questo passo ora rimarremo “fregati” per un trentennio visto e considerato che l’Italia, oltretutto, è in tremendo ritardo anche con la fibra ottica. Non ci sono motivazioni economiche o finanziarie per non cogliere l’attimo nel lanciarsi verso il mondo dello sviluppo delle reti mobili per sperare in una crescita non solo basata sul consumo dei prodotti ma sull’efficienza dei servizi. Il Governo non può limitarsi a dire che l’Italia non è pronta. In verità siamo tutti pronti. E’ prontissima l’emittenza locale che, venendo a disporre di ben 58 programmi per ogni regione, si salva dal massacro della incasinata pianificazione AGCOM. E’ pronta la telefonia mobile che non vede l’ora di annettersi 12 canali della Banda 700. Allora qual è il problema? Non sono pronte le Reti nazionali, ovvero Mediaset, che nonostante tutto con il T2 raddoppierebbe la capacità trasmissiva? Allora dobbiamo ancora una volta constatare che in Viale America le teste di pezza sono sempre quelle a suo tempo piazzate per gestire il noto conflitto d’interessi tra la politica e le frequenze. Ma questa volta l’Europa non ci sta. Sono in gioco gli interessi di tutta la UE nei confronti dei Paesi asiatici per la corsa allo sviluppo tecnologico mondiale. ...
LA UE CHIEDE IL RILASCIO DELLA BANDA 700 MHz ENTRO IL 2020...
scritto da Antonio Diomede
IL RILASCIO DELLA BANDA 700 MHz E’ OLTREMODO CONVENIENTE SOLO CON IL CONTESTUALE PASSAGGIO AL DVB-T2 ANTICIPATO AL 2017 (è dimostrato da un puntiglioso studio effettuato dalla REA) Sono tante le cantonate tecnologiche che l’Italia prende, ma non impara mai la lezione per i troppi misfatti dei politici e l’arretratezza del Ministero dello Sviluppo Economico di Viale America e dell’AGCOM. La più antica è quella della Radio digitale DAB, introdotta in Italia dalla REA già dal 1998 con il primo impianto locale installato a Monte Gennaro da Radio Radio, che solo ora, dopo diciotto anni, le teste di pezza del Ministero e dell’AGCOM vorrebbero far decollare proprio quando gli altri Paesi lo stanno chiudendo in quanto ritenuto obsoleto nell’era della rete digitale. La più recente cantonata, ma la più disastrosa è quella dello switch off televisivo del DVB-T1, costato al cittadino 5 miliardi di euro e agli operatori televisivi più di un miliardo per l’ammodernamento delle reti, quando ministri e sottosegretari incompetenti o in malafede sapevano che di li a poco sarebbe stato sostituito dal DVB-T2. Infatti, il digitale televisivo T2 , alla data dello swtich off, era già in produzione, ma è stato tenuto fermo per far smaltire all’industria dell’elettronica i televisori DVB-T1 che ora troviamo in svendita in quanto, da gennaio 2017 entreranno in commercio televisori con coder integrati per la ricezione T2. Chi ha avuto l’interesse ad affrettare lo switch off al 2010 con una tecnologia di lì a poco già superata? Non era forse più logico e conveniente per il cittadino, per lo Stato e per gli operatori adottare direttamente il DVB-T2 per evitare la doppia spesa che ora dovremo affrontare per l’acquisto di un nuovo decoder o per il cambio del televisore? Con questo giochetto mentre i signori lobbisti...
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