LA REA RISPONDE ALL’AGCOM SULLE POSIZIONI DOMINANTI NEL SETTORE RADIOFONICO La firma della risposta all’AGCOM è del Presidente della REA, Antonio Diomede, che fotografa lo stato di sofferenza del settore radiofonico non solo per la crisi generale del Paese ma per i soprusi delle Reti nazionali nelle emissioni radioelettriche nocive e per le indagini di ascolto fatte in casa dall’ex Audiradio, ora da Eurisko, che hanno gravemente danneggiato il mercato della pubblicità e gran parte delle emittenti locali con gravi responsabilità del MiSE e AGCOM nel declinare il loro ruolo di vigilanza per il rispetto della legge con particolare riferimento alla mancata attuazione del Piano di assegnazione delle Frequenze dopo 40 di vigenza della Mammì. Ecco il testo integrale della lettera “La radiofonica italiana è in grave sofferenza per i seguenti principali motivi. La mancata attuazione del Piano Nazionale di Assegnazione delle Frequenze (PNFA) è la vera causa della sofferenza del settore radiofonico. Di tale gravissima mancanza devono vergognarsene AGCOM e MiSE per aver trasformato un nobile diritto, quale è la libertà d’espressione sancita dall’articolo 21 della Costituzione, in una lotta barbarica. Per farla breve, dal 1976 al 1990, c’è stato l’assalto all’occupazione delle frequenze e delle vette dei monti per conquistare la scala parlante dei ricevitori FM. La legge Mammì del 6 agosto 1990, dopo una crisi di governo, partorì una sanatoria, ordinando un censimento degli impianti con la promessa di attuare il PNAF entro i 735 giorni successivi. Alla data odierna, dopo 40 anni, del PNAF non se ne sente parlare mentre le Reti nazionali continuano a gettare nell’etere tonnellate di materiale non meno inquinante dell’amianto quale è la radiofrequenza generata dai loro potenti trasmettitori. Se nel 1990 usavano apparati dell’ordine di 5 KW, oggi, impiegano trasmettitori telecomandati come i missili nucleari...
LA REA RISPONDE ALL’AGCOM SULLE POSIZIONI DOMINANTI NEL SETTORE RADIOFONICO...
scritto da Antonio Diomede
MA CHI LE HA MESSE AL GOVERNO QUESTE TESTE DI PEZZA?...
scritto da Antonio Diomede
MA CHI LE HA MESSE AL GOVERNO QUESTE TESTE DI PEZZA? Al MiSE non capiscono che il rilascio immediato della banda 700 con il contestuale passaggio al digitale DVB-T2 è una opportunità da non perdere per inserirsi tra i grandi d’Europa nel veicolare lo sviluppo tecnologico degli anni 2030 e per risanare tutto il comparto radiotelevisivo. La UE ha inviato in missione speciale il Commissario Oettinger a spiegare che se non facciamo questo passo ora rimarremo “fregati” per un trentennio visto e considerato che l’Italia, oltretutto, è in tremendo ritardo anche con la fibra ottica. Non ci sono motivazioni economiche o finanziarie per non cogliere l’attimo nel lanciarsi verso il mondo dello sviluppo delle reti mobili per sperare in una crescita non solo basata sul consumo dei prodotti ma sull’efficienza dei servizi. Il Governo non può limitarsi a dire che l’Italia non è pronta. In verità siamo tutti pronti. E’ prontissima l’emittenza locale che, venendo a disporre di ben 58 programmi per ogni regione, si salva dal massacro della incasinata pianificazione AGCOM. E’ pronta la telefonia mobile che non vede l’ora di annettersi 12 canali della Banda 700. Allora qual è il problema? Non sono pronte le Reti nazionali, ovvero Mediaset, che nonostante tutto con il T2 raddoppierebbe la capacità trasmissiva? Allora dobbiamo ancora una volta constatare che in Viale America le teste di pezza sono sempre quelle a suo tempo piazzate per gestire il noto conflitto d’interessi tra la politica e le frequenze. Ma questa volta l’Europa non ci sta. Sono in gioco gli interessi di tutta la UE nei confronti dei Paesi asiatici per la corsa allo sviluppo tecnologico mondiale. ...
LA UE CHIEDE IL RILASCIO DELLA BANDA 700 MHz ENTRO IL 2020...
scritto da Antonio Diomede
IL RILASCIO DELLA BANDA 700 MHz E’ OLTREMODO CONVENIENTE SOLO CON IL CONTESTUALE PASSAGGIO AL DVB-T2 ANTICIPATO AL 2017 (è dimostrato da un puntiglioso studio effettuato dalla REA) Sono tante le cantonate tecnologiche che l’Italia prende, ma non impara mai la lezione per i troppi misfatti dei politici e l’arretratezza del Ministero dello Sviluppo Economico di Viale America e dell’AGCOM. La più antica è quella della Radio digitale DAB, introdotta in Italia dalla REA già dal 1998 con il primo impianto locale installato a Monte Gennaro da Radio Radio, che solo ora, dopo diciotto anni, le teste di pezza del Ministero e dell’AGCOM vorrebbero far decollare proprio quando gli altri Paesi lo stanno chiudendo in quanto ritenuto obsoleto nell’era della rete digitale. La più recente cantonata, ma la più disastrosa è quella dello switch off televisivo del DVB-T1, costato al cittadino 5 miliardi di euro e agli operatori televisivi più di un miliardo per l’ammodernamento delle reti, quando ministri e sottosegretari incompetenti o in malafede sapevano che di li a poco sarebbe stato sostituito dal DVB-T2. Infatti, il digitale televisivo T2 , alla data dello swtich off, era già in produzione, ma è stato tenuto fermo per far smaltire all’industria dell’elettronica i televisori DVB-T1 che ora troviamo in svendita in quanto, da gennaio 2017 entreranno in commercio televisori con coder integrati per la ricezione T2. Chi ha avuto l’interesse ad affrettare lo switch off al 2010 con una tecnologia di lì a poco già superata? Non era forse più logico e conveniente per il cittadino, per lo Stato e per gli operatori adottare direttamente il DVB-T2 per evitare la doppia spesa che ora dovremo affrontare per l’acquisto di un nuovo decoder o per il cambio del televisore? Con questo giochetto mentre i signori lobbisti...
Dopo la Polonia, la Turchia, oggi l’Italia inizia a spegnere centinaia di impianti televisivi a cominciare dalla Sicilia...
scritto da Antonio Diomede
APPELLO ALLE FORZE POLITICHE PRESENTI IN PARLAMENTO (dopo la Polonia, la Turchia, oggi l’Italia inizia a spegnere centinaia di impianti televisivi a cominciare dalla Sicilia) Proprio oggi vengono spenti 95 impianti tv “alla turca” . Nonostante i miei ripetuti allarmi nessuna forza poltica ha detto una parola. Ci sarebbe da fare una sonora protesta in aula per questo vergognoso attentato alla libertà d’informazione e dei cittadini ad essere informati. Non so cosa pensare. Forse ci siamo tutti omologati (rassegnati?) alla ideologia dominante neoliberista perseguita dalle forze conservatrici dell’occidente?. Grazie per tutto ciò che riuscirete a fare, ma la faccia almeno cerchiamo di salvarla. Dovete bloccare quel provvedimento almeno fino al giudizio finale della Magistratura Amministrativa che deciderà nell’udienza del 20 aprile 2016. Cordiali saluti. Antonio Diomede ...
95 IMPIANTI TV CHIUSI DI PREPOTENZA IN SICILIA – LETTERA APERTA AL DIRETTORE DEL MiSE ANTONIO LIROSI...
scritto da Antonio Diomede
95 IMPIANTI TV CHIUSI DI PREPOTENZA IN SICILIA LETTERA APERTA AL DIRETTORE DEL MISE DOTTOR ANTONIO LIROSI Egregio Dottor Antonio Lirosi, pensavamo che la nota diatriba sulla legittimità o meno dell’Amministrazione a spegnere le frequenze che ci sono state assegnate solo pochi mesi fa con diritto d’uso ventennale fosse giunta alla conclusione naturale con l’esame di merito della Giustizia Amministrativa già fissato dalla Prima Sezione del TAR del Lazio per il giorno 20 aprile 2016. Così non è. Infatti con il consueto stile che vi contraddistingue, impavidi esecutori di ordini governativi impregnati di posizioni politiche incuranti del rispetto per la legge, dello stato sociale, per le persone e della Magistratura continuate ad essere sciocchi esecutori di quel potere che oggi vi sostiene ma che domani, forse oggi stesso, vi farà annegare nelle vostre stesse ambizioni di carriera. Veniamo al dunque. Lei, egregio Direttore, ha inviato terribili missive intimidatorie a decine di emittenti televisive locali della Regione Sicilia, ovvero ad aziende che per 40 anni hanno dato lavoro a centinaia di famiglie, invitandole a chiudere l’attività in pochi attimi senza preoccuparsi di ciò che socialmente ed umanamente quel gesto potrà provocare. Capisco che tutto ciò fa parte della ideologia prevalente dell’ordoliberismo sfrenato, ma viva Dio, i valori umani e sociali se non sapientemente tenuti nella dovuta considerazione ci porterà tutti alle porte del massacro sociale. Sa benissimo che quelle frequenze sono state assegnate a bella posta alle emittenti locali per farle chiudere. Sa benissimo che la chiusura delle emittenti locali corrisponde alla esigenza di togliersi dalle scatole centinaia di voci stonate rispetto al potere dominante. Ma arrivare al punto di anticipare un verdetto di chiusura immediata che solo alla Magistratura competerebbe emetterne il giudizio, tra l’altro già fissato per il 20 aprile 2016, è il...
(una circolare del Ministero ordina la chiusura di 95 impianti delle tv locali siciliane già da domani 7 marzo 2016)...
scritto da Antonio Diomede
L’EFFETTO DEL RENZISMO FASCISMO (una circolare del Ministero ordina la chiusura di 95 impianti delle tv locali siciliane già da domani 7 marzo 2016) L’ordine di vigilare sull’immediato spegnimento dei 95 impianti televisivi delle tv locali della Sicilia è stato impartito dalla Direzione del Ministero dello Sviluppo Economico all’Ispettorato Territoriale Sicilia. Le emittenti coinvolte, colte di sorpresa, sono nel panico in quanto non riescono più a garantire al personale dipendente il posto di lavoro e all’utenza la continuità del servizio. Infatti, la procedura della famosa rottamazione prevede che le emittenti sottoposte a chiusura forzata dal D.M. 15 aprile 2015, hanno diritto ad accedere ai mux degli Operatori di Rete in esercizio a condizioni economiche agevolate e che, proprio per questo, il Ministero avrebbe pubblicato i relativi listini per consentire alle emittenti rottamate di definire i contratti per continuare l’attività. Ma non è tutto. La Delibera AGCOM n. 480 che ha cancellato dalla pianificazione i canali da rottamare verrà discussa nel merito dal TAR del Lazio il 20 aprile 2016. Ciononostante, la Direzione MiSE di Viale America ha ritenuto di ignorare la circostanza per mettere la Magistratura di fronte ai fatti compiuti secondo la regola Renziana “non mi può fregare di meno … ora comando io” . A questo punto sono scattate diverse interrogazioni parlamentari che domani stesso verranno depositate alla Camera, prima fra tutte quella del Movimento 5 Stelle dove, tra l’altro, si legge “se il Ministro sia a conoscenza dell’assurdo provvedimento che, se confermato, arrecherebbe un notevole danno alle imprese e alle 150 famiglie, messe sul lastrico dalla mattina alla sera, senza aver avuto il tempo necessario per trovare altre soluzioni lavorative per il proprio sostentamento; Se ritiene di ripristinare un corretto “iter” procedurale nella dismissione degli impianti consistente nel concordare con le...
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