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ANNO DOMINI 2016 – L’EMITTENZA LOCALE DEVE RINNOVARSI
  • Comunicati
Dic31

ANNO DOMINI 2016 – L’EMITTENZA LOCALE DEVE RINNOVARSI...

scritto da Antonio Diomede

ANNO DOMINI 2016 – L’EMITTENZA LOCALE DEVE RINNOVARSI (un rinnovamento culturale e organizzativo in sintonia con il cambiamento della società)  Il 31 dicembre 2015, la REA, ex SRE, compie 38 anni di attività nel campo radiotelevisivo locale e nazionale (1977-2015). Troppa acqua è passata sotto i ponti per poterla raccontare. E’ una lunga storia che racconterò un’altra volta; quando avrò il tempo di sdraiarmi comodo su un divano intento a riflettere sui ricordi delle battaglie vissute per la conquista della libertà d’antenna con l’intento di lasciare alle nuove generazioni una traccia tangibile dei grandi valori ideali, che allora avevamo, poi divenuti realtà a costo di grandissimi sacrifici personali e familiari. Tralasciando per il momento il glorioso passato dell’emittenza locale del quale sono parte integrante, mi trasferisco immediatamente sulla realtà odierna, in verità, meno gloriosa per diversi motivi. Ma tutti attribuibili a certa parte politica nel considerare il valore costituzionale della libertà d’espressione, esercitato dalle emittenti locali, un fastidioso problema da liberarsi quanto prima possibile per accaparrarsi definitivamente di tutti i mezzi di comunicazione (frequenze) con la teoria, poi divenuta legge, della separazione tra operatori di rete e fornitori di contenuti. Così, subito dopo la Mammì, iniziò una inesorabile opera di decimazione dell’emittenza locale, tuttora in corso, con provvedimenti su provvedimenti talmente penalizzanti da ridurre radio e televisioni ad uno stato comatoso. Mi direte: come si fa ad uscirne fuori? Sapete che non sono incline a credere che si possa vendere il futuro senza imbrogliare qualcuno, ma una scommessa la farei a una condizione: dobbiamo ripensare il ruolo dell’associazione adeguandolo al cambiamento della società consapevoli che da soli (siamo appena 1350 soggetti) “non si va da nessuna parte”. In sostanza dobbiamo integrarci nella società come forza attiva che fornisce un servizio di pubblica utilità. Dobbiamo...

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CATASTO FREQUENZE RADIOFONICHE A MF
  • Comunicati
Dic29

CATASTO FREQUENZE RADIOFONICHE A MF...

scritto da Antonio Diomede

CATASTO DELLE FREQUENZE RADIOFONICHE A MODULAZIONE DI FREQUENZA (per poter pianificare la banda 88-108)  Dalla data del primo censimento delle frequenze radiofoniche a modulazione di frequenza sono trascorsi trenta anni (1985 – 2015). Il secondo censimento fu realizzato con la legge Mammì del 6 agosto 1990 la quale, con l’articolo 32, prometteva il rilascio delle concessioni entro i successivi 730 giorni lasciando sperare nell’attuazione del piano di assegnazione delle frequenze ampiamente dettagliato nel suo percorso all’articolo 3. Le concessioni furono rilasciate a marzo del 1994, mentre dell’attuazione del Piano di Assegnazione delle Frequenze non se ne è più parlato lasciando nel caos la banda FM per il semplice motivo che non è mai piaciuto alle Reti nazionali. Infatti, come farebbero poverine a far i loro comodi nell’etere aumentando a proprio piacimento la potenza di emissione per interferire le locali in modo da farle chiudere o annetterle? Tutto ciò accade grazie alle commistioni tra interessi privati e pubblici ad opera delle squallide configurazioni di governo degli ultimi trent’anni. A cauasa degli incessanti reclami pervenuti da più parti, ma soprattutto dalla REA, finalmente l’AGCOM si è resa conto della necessità di iniziare a risanare l’etere FM con un censimento catastale da sempre auspicato in modo da poter monitorare l’effettivo parco degli impianti radiofonici esistenti in Italia per far emergere l’abusivismo. Nell’incontro del 15 dicembre scorso con l’Autorità delle Comunicazioni e il Ministero dello Sviluppo Economico, il Presidente della REA, Antonio Diomede, nel condividere il progetto per la formazione del Catasto Nazionale delle Frequenze FM, ha proposto di costituire un appropriato Tavolo tecnico di lavoro mirato a snellire al massimo la relativa procedura di accatastamento mirata a non pesare economicamente sui bilanci delle emittenti. A tal proposito, la REA, assicurerà alle emittenti associate l’assistenza tecnica necessaria per...

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A PROPOSITO DI DAB SI, DAB NO, DAB NI
  • Comunicati
Dic23

A PROPOSITO DI DAB SI, DAB NO, DAB NI...

scritto da Antonio Diomede

A PROPOSITO DI DAB SI, DAB NO, DAB NI (dopo 15 anni da Eureka 147 il Mostro si sveglia) La storia del DAB, ovvero della radio digitale, risale al 1997 con l’approvazione del progetto europeo Eureka 147, allo sviluppo del quale parteciparono emittenti, gestori di reti, produttori di elettronica di consumo e istituti di ricerca, per la definizione di uno standard che poi è stato adottato dall’ETSI (European Telecommunications, Standards Institute) nel marzo 1997. Il sistema DAB, evoluto poi in DAB+/DMB, permette di fornire, oltre che servizi audio con qualità simile ai CD, molti altri servizi, come testi, giornali elettronici, informazioni sul traffico, in generale servizi multimediali interattivi. Per le emittenti radiofoniche di quindici anni fa, il DAB era considerato una vera rivoluzione tecnologica rispetto alle più limitate prestazioni della radio FM. Per l’industria elettronica professionale e di consumo si intravedevano ottime prospettive nel campo degli apparati di trasmissione e diffusione e dei ricevitori. Per gli utenti il vantaggio sarebbe stato nella possibilità di usufruire di servizi di alta qualità e servizi aggiuntivi multimediali, potendo disporre di terminali sofisticati, capaci di ricevere tutti i sistemi radio e cioè terrestri digitali, satellitari e terrestri analogici.  Immediata fu l’intuizione della REA nel comprendere che il DAB avrebbe potuto risolvere definitivamente l’alto stato interferenziale esistente in Italia con un diverso assetto frequenziale a gestione condominiale attraverso la formazione di consorzi per la gestione delle reti. A tale scopo la REA, unica a credere seriamente nello sviluppo del DAB in Italia, il 30 giugno 1999 costituì il primo consorzio delle emittenti locali su base nazionale Eurodab Italia e, tra il 1998 e il 2010, passò a costituire diversi consorzi regionali sperando che Ministero e AGCOM (il Mostro), nonostante il rapido sviluppo della tecnologia digitale della rete internet via...

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AUDIZIONE REA IN AGCOM SUL DAB
  • Documenti
Dic09

AUDIZIONE REA IN AGCOM SUL DAB...

scritto da Antonio Diomede

AUDIZIONE REA IN AGCOM SUL DAB (verbale del 30 novembre 2015) OGGETTO: Consultazione pubblica relativa a modifiche e integrazioni al regolamento recante la nuova disciplina della fase di avvio delle trasmissioni radiofoniche terrestri in tecnica digitale, di cui alla delibera n. 664/09/CONS, come modificata dalla delibera n. 567/13/CONS. Verbale di audizione  Il giorno 30 novembre 2015 si è tenuta in Roma, nella sede dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni in via Isonzo 21/B, l’audizione di REA, nell’ambito del procedimento concernente quanto all’oggetto, avviato con delibera n. 577/15/CONS. Hanno preso parte all’audizione: per REA Antonio Diomede Fabio Duranti per l’Autorità: Pasquale Dell’Anno Francesco Di Giorgi Luca Baccaro Gloria Maria Barsi L’audizione ha inizio alle ore 15.50. Introduce l’audizione l’Ing. Pasquale Dell’Anno illustrando la procedura che ha condotto all’apertura della consultazione pubblica in oggetto. La REA sostiene che, allo stato attuale il settore radiofonico locale non è nelle condizioni di investire nel DAB data la crisi del mercato della pubblicità, la compressione dei contributi riservati all’editoria nonché l’assenza di finanziamento da parte dello Stato (fondi per l’innovazione tecnologica) com’è accaduto per il DDT che ha beneficiato di circa 800 milioni di euro. Sarebbe bastato appena il 10% di tale cifra per sostenere il DAB in Italia. Oltretutto ritiene che il DAB sia una tecnologia di difficile sviluppo per via della mancanza dei ricevitori installati sugli autoveicoli e disponibili sugli scaffali degli store dell’elettronica domestica. Dal punto di vista della diffusione dei programmi è poco appetibile in quanto è una mera ripetizione della programmazione FM. Per diventare appetibile si dovrà differenziare dalla tecnologia analogica prevedendo, da un lato, dei bacini d’utenza più ampi (rispetto a quelli attualmente attributi alle concessionarie locali) e, dall’altro, la garanzia dell’ingresso di nuovi soggetti come fornitori di contenuti nativi digitali. Inoltre, vengono evidenziati...

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AMMESSO L’EMENDAMENTO PER IL SOSTEGNO ALLE EMITTENTI LOCALI AL DdL STABILITA’ 2016
  • Comunicati
Dic05

AMMESSO L’EMENDAMENTO PER IL SOSTEGNO ALLE EMITTENTI LOCALI AL DdL STABILITA’ 2016...

scritto da Antonio Diomede

AMMESSO L’EMENDAMENTO PER IL SOSTEGNO ALLE EMITTENTI LOCALI AL DdL STABILITA’ 2016 (a presentarlo è stato l’On.le Vinicio Peluffo) L’emendamento della REA per il sostegno economico all’emittenza locale, già ammesso al Senato, caduto durante la votazione finale per la fiducia posta dal Governo sul disegno di legge stabilità 2016, è stato riformulato e presentato dall’On.le Vinicio Peluffo. Con l’emendamento REA si voleva raggiungere l’obiettivo di garantire un fondo di almeno 120-130 milioni di euro attraverso lo storno del 10% del canone RAI. L’emendamento presentato dall’On.le Peluffo raggiunge lo stesso obiettivo stornando il 30% al maggiore gettito derivante dal canone RAI che grosso modo è stato calcolato in 400 milioni di euro (cioè 120 milioni di euro). Pertanto la nostra lotta sembra andare lentamente ma irresistibilmente avanti per garantire alle radio e tv locale un decente livello di sopravvivenza. Ecco l’ementamento passato al  vaglio della VII  Commissione Cultura della Camera:  “Al comma 79, primo periodo, dopo le parole: superiore a settantacinque anni, aggiungere le seguenti: e per una quota non inferiore al 30 per cento al finanziamento dell’emittenza radiotelevisiva locale. onseguentemente, dopo il comma 79 aggiungere il seguente: 79-bis. Con decreto Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sono definite le modalità del riparto delle eventuali maggiori entrate su base regionale, nonché i criteri e le modalità per il riparto delle predette somme fra le emittenti radiotelevisive locali, che tengano conto dei dati di ascolto, del personale impiegato a tempo indeterminato degli investimenti annuali in innovazione tecnologica e delle ore dedicate all’informazione locale.” Noi della REA siamo  onesti, trasparenti, audaci, efficaci nella difesa dei tuoi diritti....

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