In previsione dei numerosi ricorsi al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio per l’annullamento della Delibera AGCOM n. 237/13/CONS, al fine di evitare ulteriori danni economici alle imprese televisive locali e disagi all’utenza, già pesantemente penalizzati dalla politica del Porcellum Radiotelevisivo messo in atto dal precedente Governo Berlusconi, si chiede la sospensione del Bando per l’attribuzione della numerazione LCN fino al pronunciamento della Magistratura Amministrativa. Tale provvedimento sarà sicuramente apprezzato non solo dalla sottoscritta associazione, ma dall’intera categoria e dalle associazioni degli...
IL PORCELLUM RADIOTELEVISIVO (gli effetti disastrosi sull’occupazione e sulla libera informazione)...
scritto da Antonio Diomede
Un’altra emittente televisiva locale, al secondo anno del digitale terrestre, è in serie difficoltà per l’esubero della forza lavoro rispetto ai ricavi. Si tratta della storica marchigiana TVRS di proprietà della Beta Spa. In una nota dei sindacati confederali di base si legge: ““…Ciò è tanto più incomprensibile e odioso se si guarda ai bilanci di tutti questi anni e alla qualità di aiuti che sono stati erogati a vario titolo dalle Istituzioni Pubbliche…” Se non conoscessimo l’Editore, in quanto associato REA, qualche dubbio sull’onestà e capacità imprenditoriale lo avremmo avuto. Le ragioni del paventato ridimensionamento del numero dei dipendenti preannunciato dall’Azienda sono ben altre. I sindacati parlano come se non sapessero che c’è stato uno switch off che ha distrutto il 70% delle tv locali per mano del “Porcellum Televisivo” programmato dal precedente governo Berlusconi in favore di Mediaset , RAI e Telecoms. Attaccare le Reti nazionali e le Telecoms per i privilegi che hanno ricevuto con il Porcellum Radiotelevisivo non conviene. Qualcuno nel sindacato potrebbe dire “tengo famiglia” e, poi, sarebbe una puntura d’ago sulla groppa di un elefante. E’ meglio attaccare le locali che per garantire quel pluralismo informativo tutelato dalla Costituzione (altrimenti ci sarebbero solo le Reti nazionali) beneficiano di alcune misure di sostegno economico previste dalla legge 448/98 e da sporadici benefici elargiti da alcune Amministrazioni locali. Il fondo della 448/98 è mediamente di 100 milioni di euro/anno, erogati a singhiozzo, in favore dei 1.780 soggetti tra radio e tv locali che nonostante il continuo calo degli ascolti e della pubblicità, grazie alla disastrosa gestione ministeriale del digitale televisivo terrestre, altrimenti detto Porcellum Radiotelevisivo, hanno garantito 6.000 posti di lavoro. Sono mollichelle se si considera che la RAI incassa 1,8 miliardi di euro dal canone e 1,9 miliardi di...
21 giugno 2013 giornata di protesta delle radio locali...
scritto da Antonio Diomede
Il Presidente della REA scrive al Ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, e al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Lorenzo Saccomanni, per reclamare la erogazione dei contributi di legge relativi al 2009 e 2011. Ecco il testo integrale della lettera: “La presente per rappresentare la gravissima situazione economica in cui versa la piccola e media emittenza radiotelevisiva locale la quale, nel corso dell’ultimo trimestre, ha registrato una fortissima contrazione della pubblicità pari al 29,5%, vale a dire 10,5 punti ancor meno della perdita registrata nelle grandi reti nazionali per effetto, com’è noto, della stagnazione dei mercati. Ciò premesso, si porta a conoscenza che a sostegno del pluralismo informativo sancito dall’ordinamento costituzionale, la legge prevede alcune misure di sostegno economico di cui alla legge 28 dicembre 2001, n. 448, articolo 52, comma 18, erogate secondo modalità e criteri di attribuzione impartiti nel Regolamento di cui al Decreto del Ministro delle Comunicazioni di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, n. 225 del 1 ottobre 2002. Nell’articolo 5, comma 1, del predetto Regolamento si legge che le domande di ammissione devono essere inoltrate al Ministero dello Sviluppo Economico – Dipartimento Comunicazioni, entro il 30 ottobre di ciascun anno. L’articolo 4, comma 2, stabilisce che il contributo dev’essere erogato entro i sei mesi successivi dalla presentazione della domanda, vale a dire entro il 30 aprile dell’anno successivo. Allo stato dei fatti, la erogazione dei contributi alle radio locali è costantemente in ritardo di oltre tre anni nonostante le proteste delle emittenti sfociate nell’atto di diffida del 19 dicembre 2009 e nell’azione giudiziaria TAR del 7 febbraio 2010. Poiché la crisi economica in atto non consente ulteriori deroghe nell’incasso dei contributi perenti del 2009 e del 2011 in via di perenzione, si invita il Ministro dello Sviluppo...
Risoluzione Consiglio Generale REA
scritto da Antonio Diomede
LA REA SI PREPARA AD AFFRONTARE LE NUOVE SFIDE DEL 2013-2015 IN DIFESA DELL’EMITTENZA LOCALE Nonostante la grave crisi che attanaglia il settore, la REA è in crescita esponenziale in tutta Italia e in modo particolare in Lombardia, Puglia, Calabria, Sicilia, Campania. E’ l’unica associazione di riferimento del settore quando si tratta di ingaggiare battaglie sindacali importanti in quanto è autenticamente “indipendente” dal potere politico. A differenza di altre associazioni, la forza della REA è l’autonomia finanziaria che la rende “libera” da qualsiasi vincolo lobbistico o partitico. Gli associati lo sanno e ne sono orgogliosi.A differenza di altre associazioni, la forza della REA è l’autonomia finanziaria che la rende “libera” da qualsiasi vincolo lobbistico o partitico. Gli associati lo sanno e ne sono orgogliosi. E’ “unica” nell’elaborare piattaforme globali per il rilancio del pluralismo radiotelevisivo locale. La rivendicazione della REA nei confronti del Governo e dell’Autorità è fondamentalmente sintetizzata nei seguenti punti: ridefinizione del Piano di Assegnazione delle frequenze televisive integrando i sei canali dell’ex beauty contest; assegnazione dei numeri dal 7 al 32 del telecomando alle tv locali; revisione radicale della legge 448 sui contributi a fondo perduto il cui fondo annuale dovrà essere non inferiore al 10% del canone RAI per il servizio pubblico svolto; fine del clientelismo politico sulla pubblicità istituzionale e sui fondi regionali mediante una trasparente disciplina di gara ; abbattimento di Auditel e Eurisko per indagini di ascolto credibili e a basso costo attraverso la rete internet; definizione, con delibera AGCOM, delle norme per il rilascio della licenza unica sul diritto d’autore e sui diritti connessi (SIAE+SCF+AFI+Indipendenti) ed equo compenso rispetto allo sfruttamento delle opere protette; sviluppo della radio digitale Per affrontare un simile piano di battaglie associative è necessario procedere su due piani ben distinti ma paralleli: quello politico e quello organizzativo. AZIONE DELLA REA SUL PIANO POLITICO La forza numerica del settore radiotelevisivo locale al 31 12 2012 è di 1.095 emittenti radiofoniche e di 595 tv ex analogiche. Totale imprese 1.690 con impiego di forza lavoro di circa 6.000 dipendenti + 4.000 dipendenti dell’indotto. La pubblicità televisiva locale ammonta a circa 360 milioni di euro. La radio fattura circa 400 milioni di euro (nazionale+locale). Il fatturato globale radiotv (nazionale + locale) del 2012 è stato di circa 4,2 miliardi di euro. I numeri parlano chiaro; le locali rastrellano appena il 9% della pubblicità radiotelevisiva globale. Come mai? Le cause sono diverse. Le principali sono: frequenze radio e tv interferite; piano di assegnazione delle Frequenze Tv non riconosciute dall’Europa; LCN TV confinato sui numeri altissimi del telecomando; aree di servizio limitate; indagini di ascolto inaffidabili (Auditel e Eurisko); la pubblicità istituzionale è monopolio delle reti nazionali e del clientelismo politico in favore delle emittenti legate ai partiti. Pertanto, la REA chiederà al nuovo Governo (Ministro Zanonato PD) un progetto globale di riforma del settore e il ricambio della dirigenza del Dipartimento dimostratasi sottomessa agli interessi delle grandi reti e delle Telecom. E’ prevedibile che entro l’anno si vada nuovamente a votare e che riguardo alla nostra piattaforma questo Governo sia completamente disinteressato. Dunque, dobbiamo guardare in avanti; dobbiamo guardare a un “sistema” di vero “cambiamento” capace di distruggere le sacche velenose del conflitto d’interessi e della partitocrazia. Pian piano, siamo arrivati al bandolo della matassa per cui la REA ha preso l’iniziativa di costituire un movimento politico per la difesa dei diritti costituzionali al di fuori di qualsiasi ideologia. Contatti importanti sono in corso, presto verrà pubblicato il Manifesto d’intenti il quale potrà essere sottoscritto da tutti i soggetti interessati alla comunicazione, all’economia e al sociale. Al movimento politico potranno aderire le associazioni del sociale e della cultura; le imprese radiotelevisive; gli artisti, i produttori e gli editori; le voci autorevoli della cultura e della stampa indipendente. Il movimento che si sta costituendo non sarà un partito ideologico, ma una libera associazione politica che vuole confrontarsi in favore della libera informazione...
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